Prove me wrong

di JoJo
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L'atrio del palazzo che ospitava i laboratori della squadra di indagine scientifica del dipartimento di polizia di Miami Dade era luminoso ed ampio, quasi un'oasi dalle pareti di vetro che risplendeva nel caldo sole della città della Florida.

Horatio Caine si sfilò lentamente gli occhiali scuri che portava calcati sul naso e accolse con piacere la sensazione di freschezza provocata dall'aria condizionata che lo inondò non appena mosse i primi passi nell'edificio.

Come al solito nel palazzo regnava il fervore tipico che caratterizzava qualsiasi centrale di polizia di una grande metropoli. Horatio era avvezzo al continuo via vai di persone, poliziotti e non, che rendeva simile quell'atrio a un formicaio brulicante. Tuttavia, gli occhi attenti del capo della scientifica individuarono immediatamente la nota distorta che modificava impercettibilmente il familiare ingresso del suo posto di lavoro.

La ragazza si trovava in un angolo, completamente addossata alla parete come un animale braccato. L'occhio clinico del tenente Caine registrò immediatamente come le scarpe che indossava, dal tacco vertiginosamente alto, non fossero affatto adatte all'abbinamento con quella camicia da uomo stretta in vita da una cintura improvvisata e con i bermuda da spiaggia, sempre maschili, che indossava come aggiunta a quel completo decisamente assurdo.

Ma la cosa che catturò di più l'attenzione di Horatio fu che aveva bisogno di aiuto. Aveva imparato a riconoscerlo negli anni, quello sguardo, quella strana aura di bisogno che avvolgeva le persone in difficoltà. E quella ragazza, che si stringeva le braccia intorno alla vita, come se cercasse di evitare di rompersi in mille pezzi, aveva di certo bisogno di aiuto.

L'uomo dai capelli rossi si avvicinò a lei con passo agile e fluido “Mi scusi, signorina?- disse, cercando di richiamare la sua attenzione- Le serve aiuto?”

I capelli biondi e arruffati della ragazza brillarono sotto la luce che filtrava dalle finestre quando alzò la testa di scatto per fissare il proprio inaspettato interlocutore.

Notando che non aveva intenzione di rispondere alla sua domanda, Horatio inclinò leggermente la testa, guardandola intensamente mentre si presentava “Sono il tenente Horatio Caine, sono il capo della scientifica di Miami Dade. Posso aiutarla in qualche modo?”

La giovane donna lo scrutò con attenzione, facendo scorrere i propri occhi scuri sulla sua figura, a qualche passo di distanza da lei.

Lei è Horatio Caine?” domandò incerta.

Il rosso annuì leggermente “Lo sono.”

Io...Io so che potrei sembrarle una pazza, ma sono già stata alla centrale di polizia e lì non mi hanno per niente preso sul serio, non volevano credermi e...- la ragazza scosse la testa e sospirò pesantemente, ansiosa- Ho saputo che lei si è occupato di un sacco di casi complicati e quindi pensavo che forse potrebbe essere in grado di aiutarmi...”

Gli occhi di Horatio brillarono, completamente vigili e attenti “Si calmi, signorina. Perchè le serve il mio aiuto?”

La giovane prese un grosso respiro, prima di rispondere con tono grave.

Perchè ho ucciso un uomo.”





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