TROIS
PETITS SOUVENIRS.
TRE
PICCOLI RICORDI.
PRIMO
CAPITOLO-ÉGLISE
La
chiesa è affollata, come se tutti gli abitanti di questo
piccolo
paese disperso si fossero radunati qui, come formiche nel formicaio,
per rendergli l'ultimo saluto. E forse è vero.
Ugo
Vittorio era molto amato dalla gente di qui, non ho mai capito
perché...
“
Signor
Ambasciatore, buongiorno!” “ Sior Console, come sta
oggi?” Si
rivolgevano a lui con tanti appellativi simili, ma in realtà
il
nonno non era né un ambasciatore né un console
né un altro
particolare tipo di politico; i suoi abituali viaggi non avevano
ragioni diplomatiche o vattelappesca, altrimenti non mi avrebbe mai
portato con sé.
Al
vecchio piaceva viaggiare e poteva permetterselo, soprattutto dopo la
pensione, grazie alla fiorente attività tessile che aveva
avviato in
gioventù. Tutto qui.
Ugo
era un viaggiatore: aveva girato tutta l'Europa, l'America,
l'Australia e qualche stato Africano e Asiatico, conosceva cinque
lingue – senza contare l'italiano, ovviamente.
Mi
manca, mi mancano i nostri viaggi, mi manca il suo profumo di casa e
di terre lontane.
Guardo
il feretro scuro, circondato dai fiori rossi, i suoi preferiti. Il
prete continua a celebrare il rito, molti piangono. Io non ci riesco,
forse non mi sono ancora resa conto che non c'è
più, che non ci
sarà più nessuno a cui raccontare le mie
avventure per il giornale,
quelle che non posso scrivere; non ci sarà più
nessuno a correggere
la mia pronuncia, nessuno che, guardando le mie foto nel computer o
ascoltando i miei racconti, dirà: “ Ti
ricordi?”
Quanti:
“ Ti ricordi?”1
Ma
gli anni passano e i ricordi si fanno più opachi.
A
sei anni l'avevo accompagnato a Vienna. Ora ho vent'anni e mi ricordo
soltanto di una cioccolata calda in una sera nevosa.
A
sette anni l'avevo accompagnato a Monaco. Ora ho vent'anni e mi
ricordo solo di una fiera colorata e caotica, piena di vecchi
bavaresi.
A
otto anni l'avevo accompagnato a Barcellona. Ora ho vent'anni e mi
ricordo solo di un porto illuminato dalla luna.
A
nove anni l'avevo accompagnato a Londra. Ora ho vent'anni e mi
ricordo solo di un sorridente Beefeather che tiene per mano una bimba
in lacrime.
A
dieci anni l'avevo accompagnato a Parigi.
Parigi.
Stringo tra le mani le tre foto che mi rimandano al più bel
viaggio
della mia vita. Solo tre foto.
Chiudo
gli occhi.
Apro
il libro della mia memoria2
e lascio scorrere le pagine...
Note
al primo capitolo
1
Dal romanzo “Come vola il corvo” di Ann-Marie
McDonald
2 Dal
Prologo della Vita Nova di Dante Alighieri
CONTEST "ALL
AROUND THE WORLD" DI Fe85
Terza Classificata a Parimerito: "TROIS PETITS SOUVENIRS" DI
VALERY_23
Grammatica e Sintassi: 14 punti
Ho scovato errori minimi che hanno influito poco sulla mia valutazione;
te ne segnalo qualcuno di seguito:
- “[…] e qualche stato africano e
Asiatico” : così come africano, anche asiatico non
necessita la maiuscola;
- “il prete continua celebrare il rito” : qui ha
omesso una “a”, ma si tratta sicuramente di una
svista;
- “[…] era una passione talmente grande ha dovuto
tramandarla”, va inserito un “che”;
- “sto ritta sulla cima del mondo, mentre gli turisti
scattano foto come forsennati”: in questo caso, non ho capito
se dopo “gli” avresti voluto inserire
“altri”. Se non è così, va
corretto con “i”;
- “guardo l’uomo che mi ha accompagnato lungo tutto
la mia vita[…]”: trovo che
“lungo” si adatti meglio ad un complemento di
luogo, e quindi lo sostituirei con un “durante” per
sottolinearne appunto la durata. Gusto personale ^^
Manca qualche virgola qua e là, e, se posso darti un
consiglio, cerca di limitare al minimo indispensabile l’uso
dei puntini di sospensione ;)
In questo settore non ho altro da aggiungere, vista la quasi completa
correttezza del tuo scritto ^^
Stile e Lessico: 14.5 punti
Sublime. E’ questo il primo aggettivo che mi è
venuto in mente per definire il tuo stile. Le parti descrittive si
incastrano perfettamente con quelle dialogate, rendendo la lettura
scorrevole e piacevole.
Inoltre, mediante l’utilizzo di frasi brevi e concise sei
riuscita, a mio parere, ad “amalgamare”
sapientemente i sentimenti dei personaggi e i luoghi in cui si svolge
la vicenda.
Un paio di appunti veloci:
-“mi soffermo forse un secondo e volo al secondo”:
questa è una ripetizione. Potresti sostituire il primo
“secondo” (scusa il gioco di parole XD) con
“attimo”;
-“oggi non ho parole per l’assemblea”: il
termine “assemblea” lo collego a qualcosa in ambito
scolastico o lavorativo; per me starebbe meglio la parola
“folla”, ma anche qui si tratta di gusto personale
^^
A livello di lessico e stile credo che il quarto capitolo sia in
assoluto il migliore; lo trovo poesia, ma di questo ne
riparlerò più avanti.
Ambientazione e Uso dell’Oggetto: 18.5
punti
Come ha detto Adèle stessa, Parigi è stato il
più bel viaggio della vita, e dalle descrizioni che hai
fornito, traspare proprio questo amore per la capitale francese.
Sicuramente, l’ordinazione fatta dalla protagonista nel
secondo capitolo e l’aver mantenuto intatti i nomi dei
monumenti in lingua originale, hanno contribuito a donare realismo alla
storia ^^
Una nota di merito va alla tua presentazione di Notre-Dame: alla
sacralità del posto hai abbinato anche un elemento permeato
di “magia”, ovvero la piazza. Sei stata molto brava
nell’analisi di questo luogo che racchiude in sé
molti segreti, e a fornire degli stuzzicanti spunti di riflessione
legati ad esso.
Bello anche il dualismo tra il colore degli occhi del cameriere (che
rimandano al caffè, appunto) e al caffè in quanto
bevanda. Forse l’elemento
“caffè” andava un po’
più trattato e rimarcato all’interno del suddetto
capitolo.
Caratterizzazione dei Personaggi: 13.5 punti
Abbiamo due versioni di Adèle: c’è
l’Adèle bambina che accompagna il nonno nei suoi
viaggi, e l’Adèle ventenne che ne sente
terribilmente la mancanza. E’ interessante conoscere i punti
di vista di entrambe, perché inizialmente ci viene fornita
l’immagine di un presente triste, per poi focalizzarci sul
passato, costellato di ricordi agrodolci, e infine, Adèle
ritorna al presente, pienamente cosciente della perdita del caro nonno.
Mi è parso subito molto intenso il legame che intercorre tra
nonno e nipote; è chiaro come Adèle si trovi bene
con lui, apprezzando la sua stimolante compagnia e capendo al volo i
suoi sentimenti.
Ritengo che la figura del nonno Ugo (citandoti, “profuma di
casa e di terre lontane”) possa essere compresa appieno nel
finale del quarto capitolo, quando osserva la cattedrale di Notre-Dame.
Trama: 19 punti
Molto carina l’idea di creare una storia basandoti sulle
esperienze di viaggio di una bambina e suo nonno. Hai ricreato la
grazia e l’eleganza della capitale francese, e mi
è piaciuto il fatto che hai inserito delle frasi o delle
espressioni (e addirittura il titolo della fic) in lingua originale.
Inoltre, l’aver scritto in prima persona questo resoconto,
l’ha reso ancora più intenso e vivido.
Questa è una mia interpretazione personale: la visita al
cafè, alla Tour Eiffel e a Notre-Dame sono i tre souvenirs
di cui accenni nel titolo ^^
Giudizio Personale e Commento: 5 punti
Sei riuscita a commuovermi, e ti assicuro che non è per
niente facile. Credo che, correggimi se sbaglio, ci sia molto di tuo in
questa storia; ho avuto quest’impressione nel quarto capitolo
che, scusa se lo ripeto di nuovo, mi ha lasciato senza parole (in senso
positivo, ovviamente XD). La frase che chiude tutto “per me
sei stato come una riga di inchiostro blu nel mare di silenzio di una
pagina bianca” è splendida. Complimenti.
Punteggio Finale: 84.5/90
Ringrazio
all'infinito Fe85 per
il magnifico giudizio, spero che questa storia vi piaccia e che
vogliate lasciare un piccolo commentino^^
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