Profumo di sangue
L’alba
del principio.
- Si può sapere dove hai
intenzione di andare Shiki? – mi rimproverò con
tono freddo Rima seguendomi come un’ombra.
- Smettila di farmi da balia –
risposi annoiato, uscendo nel cortile del collegio.
Ero stato attirato da qualcosa, anzi da una fragranza a dir poco
allettante, dolce, acre, forte, tenue, non avrei saputo definirla,
sapevo solo che dovevo continuare a camminare ignorando le lamentele di
Touya.
- Senti anche tu quest’odore?
– mi domandò illuminando gli occhi di rosso.
- Sangue – sussurrai
assaporando quel profumo succulento mente il colore scarlatto prevaleva
anche su di me.
- Kaname andrà su tutte le
furie – tentò afferrandomi la mano –
torniamo indietro – e rincalzando quelle parole mi
ficcò in bocca un paio di pastiglie ematiche.
Mi morsi un labbro gustando il sapore del mio sangue e mi voltai verso
di lei.
- Sì, rientriamo –
- Non sai resistere VAMPIRO? -
mi provocò una voce alle mie spalle.
- Vattene UMANA! –
ribatté Rima coprendosi le narici e nascondendo i canini con
la mano.
Mi voltai verso la nuova arrivata, con gli occhi totalmente scarlatti e
la gola che ardeva per la sete.
- Deve avere un ottimo sapore il mio
sangue se voi vampiri ne siete tanto attratti – insistette
con un sorriso strafottente.
Mi liberai dalla stretta di Touya e mi morsi l’indice facendo
fuoriuscire il liquido rossastro, allora lo diressi verso di lei con la
forma di una frusta. La strinsi tra le mie spire e la attirai a me
sguainando i canini affilati. Solo a quel punto sembrò avere
paura.
- F-fermati –
balbettò infatti tremante.
- Senri – tuonò una
voce autoritaria alle mie spalle.
- Nobile Kuran – bofonchiai
spaventato, risucchiando la mia arma e piegando il capo in segno di
rispetto.
- Sai quali sono le regole – mi
rimproverò il capo dormitorio con voce tanto pacata quanto
accusatoria.
- Perdonatemi – sibilai
mantenendo il volto basso.
- Beh, cosa c’è,
Kaname Kuran è una specie di capoclan??
–ironizzò sfacciatamente la ragazza, provocando i
ringhi miei e di Rima.
- Non dovresti essere qui fai parte della
Dayclass non della Night – asserì con tono basso
ed educato lui.
- Pensate di tener nascosta la vostra
natura così? – ci accusò senza un
minimo di riverenza.
- Dovrò informare il direttore
Cross di questo –
- Quel bastardo è
d’accordo con voi scommetto –
- Non dovresti aggirarti qui –
affermò Kuran annusando l’aria – il tuo
sangue ha un aroma troppo allettante per la popolazione della notte,
dovresti fare attenzione –
- Non dirmi cosa devo fare! –
A quella risposta invadente mi alterai e la afferrai per il collo.
- Tu non ti rendi conto di chi hai
davanti! – sbottai stringendo la presa.
- Forse lo saprei, se voi non vi
spacciaste per semplici umani! – obbiettò con
decisione.
- Se lo facciamo è solo per
proteggere voi essere inferiori! –
- Calmati Shiki –
tentò Rima, facendomi lasciare la presa.
- Mi dispiace Tisha Komori, ma dobbiamo
cancellarti la memoria – incalzò pacato Kuran
avvicinandosi a lei.
- Potresti cancellarmi la memoria di
questi istanti, ma non la consapevolezza della vostra esistenza!
– sputò sprezzante, un secondo prima che Kaname la
facesse cadere nell’oblio.
- Senri, portali all’interno
del dormitorio – mi ordinò neutro – e
cerca di resistere alla sete – precisò
allontanandosi verso l’alloggio del direttore e lasciandomi
la ragazza tra le braccia.
- Sta attento a quello che fai Shiki
– mi rimbeccò Rima andandosene anch’ella.
Osservai quella femmina adesso serena in mano a Morfeo, non
assomigliava affatto alla vipera inacidita di qualche istante prima.
- Stupida umana – bofonchiai
scuotendo la testa ed entrando all’interno del dormitorio
luna.
Ignorai gli sguardi affamati degli altri vampiri e la portai in una
camera libera. Non comprendevo il motivo per il quale mi avesse
ordinato di condurla qui, ma non avevo potuto fare altrimenti che
obbedire. Era Kuran il sangue puro, era lui che dettava legge, era il
principe dei vampiri. Sdraiai la ragazza sull’enorme letto a
baldacchino ed andai a sedermi su una poltroncina della penombra.
Sospirando, incrociai le braccia dietro al collo e serrai le palpebre.
L’odore di quell’umana aleggiava nella piccola
stanza e impertinente penetrava nelle mie narici, aizzando la mia sete.
Sangue.
Continuavo a pensare al suo sangue, ai miei canini affilati piantati
nella carne morbida del suo collo e all’appagamento che
sarebbe scaturito da quell’atto animale.
Mi morsi ancora il labbro gustando le gocce scarlatte che zampillavano
da esso.
Chi era quella ragazza?
Solitamente nessuno scatenava una sete tanto impellente, o almeno
nessun umano.
Deglutii, resistere era straziante.
Sentivo il ticchettare dell’enorme orologio a pendolo in un
angolo della camera, ch e scandiva i secondi irrimediabilmente lenti e
pesanti.
Tic.Tac.Tic.Tac.Tic.Tac.
Un’onomatopea di suoni ridondanti e ripetitivi in modo
irritante.
- Che sta succedendo? – chiese
Ichijo interrompendo il silenzio ansioso che mi circondava –
che cosa ci fa qui un umano? – incise curioso e stupito
– perché mai l’hai portata qui?
– insistette ancora.
- Sono ordini di Kuran –
risposi brevemente senza tanta enfasi.
- Tutti gli allievi della Nightclass sono
in fermento, questo profumo è irresistibile –
- Infatti non capisco il motivo per il
quale mi è stato chiesto di condurla qui –
- Io stesso non riesco quasi a resistere
alla sete – ammise avvicinandosi alla ragazza dormiente e
annusandole il collo.
- Lo osservai sentendomi bruciare la gola
per la brama di mordere mentre lui, colto
dall’istinto, le passava la lingua lungo la giugulare.
- … Solo un morso …
- bisbigliò ormai preso dall’arsura.
- Takuma! –
pronunciò perentorio Kuran entrando nella stanza assieme al
direttore.
Sotto il richiamo del principe Ichijo si allontanò
dall’umana a capo chino supplicando delle scuse.
- Senri non l’hai fermato
– affermò con lo stesso tono guardandomi senza
spazio per una replica.
- Cosa ci fa qui questa allieva?
– si intromise il rettore rivolgendosi al capo dormitorio.
- È un rischio per lei stare
qui – rispose tenendosi a distanza da lei.
- Gli umani devono mantenere le distanza
dai vampiri, va solo portata al suo dormitorio –
semplificò con capendo la gravità della
situazione l’altro.
- Lei non sente l’aroma del suo
sangue – insinuai uscendo dalla penombra.
- Cos’ha di strano? –
domandò stupito.
- È di sicuro il
più dolce e intenso che abbia mai annusato, irresistibile
per noi vampiri –specificai monocromo.
- Inoltre è a conoscenza
dell’esistenza delle creature della notte –
aggiunge Kaname tremendamente serio.
Cross sembrò sbigottito.
- In ogni caso qui non è al
sicuro – asserì riprendendo lucidità.
- Ho bisogno della documentazione in
merito a questa ragazza immediatamente – ordinò
Kuran infilando le mani in tasca.
Il direttore annuì.
- Penserò io a lei, voi tenete
a debita distanza i vostri simili – concluse prendendola tra
le braccia e portandola via.
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