Dear Heart, Why Him? di Something Rotten (/viewuser.php?uid=120962)
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Love Hurts
La vita è infame, una puttana si potrebbe dire.
O almeno era quello che si ripeteva quel ragazzo, poggiato com'era
sull'amplificatore nel mezzo di un palco deserto.
Costretto a fare un concerto, a km di distanza dalla persona che amava,
cose normali se decidi di fare il cantante o il bassista o il
chitarrista ecc.ecc.
Ma se è il giorno di San Valentino e per giunta, come se non
fosse abbastanza, anche il giorno che hai conosciuto l'altro, beh
potresti avercela a morte con tutti.
E sicuramente lui non avrebbe fatto altro durante tutto il concerto,
oltre che nell'after Party che quel coglione di Ben aveva organizzato.
"Boyd, trova pace." aveva esclamato Mike, tirandosi indietro i ricci
ribelli che gli ricadevano sulla fronte.
"Non ci riesco, ok? Non ci riesco."
"Perché non ci riesci?"
"Perché cazzo, io sono qui a suonare su questa merda di
palco, mentre quello lì..."
"Ian?" aveva chiesto Mike
"Si, si quello lì, se ne sta su un altro palco
chissà dove con quel biondino del cazzo."
"Sean?"
"Si, ma cazzo, almeno lasciami parlare, no?" aveva chiesto furente.
"Brandon, per favore, calmati, potresti avere un infarto."
"Io lo so, cavolo, lo so che quel coso è meglio di me,
più giovane, più carino e meno strano...
però un po di correttezza nei miei confronti... poteva
lasciarmi prima di portarlo a letto."
Mike aveva sbuffato, portando l'amico a bere una sana birra,
così fredda da calmare i suoi "bollenti spiriti."
"Sai che non basta, vero?" aveva chiesto Brandon, sbattendo la
bottiglia contro quella dell'amico.
"Lo so, ma prima di un concerto non puoi ubriacarti come una zucchina."
"Anche tu hai ragione, dopo?"
"Puoi fare cià che vuoi."
Brandon si era parzialmente calmato, intrattenendo una piacevole
conversazione con l'altro sui posti che gli sarebbe tanto piaciuto
visitare nel loro tour.
C'era voluto molto tempo, prima di ottenere un sorriso dal cantante, ma
Mike sapeva sempre come e cosa fare.
Il concerto era iniziato alle nove e mezza, con la sua buon'ora di
ritardo.
Il pubblico era stato meraviglioso, lui un pò meno,
muovendosi poco e sorridendo anche di meno, giusto verso la fine del
concerto si era lasciato andare, saltellando per il palco come un
invasato.
"A volte ritornano." aveva commentato Mike a microfono aperto, facendo
ridere la maggior parte del pubblico, abbastanza vicino da poterlo
sentire.
Dopo aver ringraziato il pubblico si era rintanato nel suo camerino,
accendendo il telefono e sperando di trovare una qualche chiamata.
"Vaffanculo!" aveva urlato, tirandolo su un divanetto poco lontano da
lui.
Nessun messaggio, nessuna chiamata, neanche un fottuto e misero squillo!
Aveva deciso di mettersi in tiro, quella sera, lasciando libero, almeno
per una sera, il suo istinto da "predatore".
Si era preparato in un'ora, nei minimi dettagli, cercando qualcosa che
mettesse in risalto il tatuaggio che aveva sulla schiena, quello che
riteneva essere il più fortunato oltre che un' ottima arma
da rimorchio.
Mike e Jose avevano bussato alla porta del suo camerino pochi minuti
dopo, prendendolo sottobraccio e portandolo nella limousine, nella
quale li aspettavano Chris e Ben.
"Finalmente è arrivata, mia piccola principessa." aveva
commentato Chris, facendo ridere gli altri.
"Non scatenare Brandon, oggi è di cattivo umore." aveva
commentato Mike, mentre Brandon scuoteva la testa.
"Ero di cattivo umore, ora sono pronto per fare di questa serata la
più bella della mia vita.." aveva commentato con aria fiera.
"Se lo dici tu, chi è la tua prossima preda?" aveva chiesto
Jose facendo mente locale sulle persone presenti al party.
"Non ne ho la minima idea, ma qualcuno sicuramente attirerà
la mia attenzione."
"Su questo non ho alcun dubbio." aveva commentato Mike, ridendo, come
se fosse a conoscenza di qualcosa che al cantante sfuggiva, ma aveva
preferito lasciar perdere.
Erano arrivati al Party da circa mezz'ora e Brandon era già
attorniato da un mucchio di ragazze.
Anche se non erano le sue prede principali, non disdegnava l'attenzione
che quelle ragazze gli riservavano, era San Valentino e sicuramente non
l'avrebbe passato da solo.
Certo senza amore, ma cavolo come lui spesso aveva cantanto, l'amore fa
male!
Ed autoconvincendosi di questo, si destreggiava in insulse
conversazioni con quelle quattro galline.
"Brindiamo?" aveva chiesto Mike, comparendo all'improvviso alle sue
spalle.
"A cosa?"
"Al nostro nuovo tour?"
"Oh Jeah!" Brandon aveva alzato il calice, facendo scontrare con quello
dell'amico.
Mancava poco alla mezzanotte e quindi alla fine di quel maledetto San
Valentino e Brandon non aveva alcuna intenzione di pensare, anzi...
Anche se i battiti che mancavano all'appello lo ferivano incosciamente,
ogni tanto il suo cervello riportava alcune immagini di Ian ed ogni
volta perdeva un battito e poi un altro, tutto senza il suo controllo
cosciente.
C'era solo un modo per fermare tutto quello, e Brandon l'aveva trovato
in una bottiglia di Vodka, squallida, triste e limpida Vodka.
Jose non l'aveva fermato, neanche Mike lo aveva fatto, troppo impegnati
a fare chissà cosa e chissà dove, si era sentito
solo mentre riempiva il terzo o il quarto bicchiere, ingoiandolo come
se fosse acqua.
"Stai forse dimenticando qualcosa? Boyd?"
Brandon non ci aveva fatto caso, abituato com'era all'incursione della
voce di Watkins nella sua testa durante quelle rare volte che si
ubriacava.
Ma quando aveva sentito il tocco leggero delle sue labbra sulla
guancia, aveva capito che forse per una volta non era l'alcol la causa
di quella voce.
"Che ci fai qui, Watkins?" aveva chiesto, reprimendo la voglia di
baciarlo e di spaccargli in testa la bottiglia.
"Si, anch'io ti amo Boyd, ma non dimostrare così tanto il
tuo affetto, eh!"
"Il mio affetto? è San Valentino cazzo e tu non mi hai
neanche mandato un messaggio.."
"Da quanto tempo non prendi un aereo, Boyd? Non si possono usare i
telefonini ed ero troppo impegnato a correre per raggiungere questo
posto prima di mezzanotte per mandarti un fottuto messaggio, sei un
testone."
"Non eri troppo impegnato a farti quel biondino?"
Ian era al limite dell'esasperazione, avrebbe voluto tanto fare male al
suo ragazzo, un male fisico come un cazzotto in pieno petto, ma si era
controllato.
"Boyd, ho perso venti chili, ho corso dall'areoporto fino a qui, ho
quasi ucciso Mike per non avermi detto subito l'indirizzo di questo
posto, tutto questo per vederti prima di mezzanotte e tutto quello che
sai fare tu è dirmi se mi sono fatto Sean?"
"Si."
"No, non me lo sono fatto, ci ho pensato ma non l'ho fatto." aveva
risposto ironico, prima di prendersi un pizzico sul tricipide da parte
del più grande.
"Mi hai fatto male."
"Love hurts, but sometimes but sometimes it’s a good hurts"
aveva risposto canticchiando e ridendo.
"Boyd sei un fottuto bastardo e Buon San Valentino."
"Anche a te, scricciolio."
Si erano baciati per un pò, prima che Ian notasse i vestiti
di Brandon.
"Perché sei vestito da rimorchio?"
"mh?"
"Hai la stessa maglietta che hai usato per incantarmi... Brandon
Charles Boyd, che intenzioni avevi?"
"Nessuna." aveva chiaramente mentito, lo si leggeva negli occhi e
nell'espressione del viso, tutte cose che Ian aveva imparato guardando
"lie to me."
"Bastardo, hai le pupille dilatate, non mi guardi negli occhi! Tu avevi
intenzione di tradirmi!" aveva urlato, sotto agli occhi increduli di
Mike e di Jose che assistevano allo spettacolino ingurgitando patatine
e arachidi.
"Non è vero.."
Ian aveva iniziato a rincorrere l'altro per tutto il locale,
spalleggiando ogni persona che senza saperlo, intralciava la sua corsa.
"Per fortuna che noi siamo single." aveva commentato Mike rubando una
patatina da Jose.
"Già".
Ok questa è ancora più schif dell'altra.
Ma prendetela per buona, grazie a chi ha commentato o semplicemente
letto l'altra.
Alla prossima .
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