Non
posseggo nulla, non sono sicura di sapere qualcosa di veritiero
sull'argomento. La verità è difficile da trovare... Per questo mi
permetto di lasciare spazio alla fantasia, condita da elementi
verosimili, nello scrivere stralci di vita di Walt Disney. In
particolare ho cercato di risolvere un nodo che è apparso ai miei occhi
di recente, ossia il seguente; davvero tutto, come amava dire Walt, è
nato da un topo?
Altre precisazioni, a fine fiction. Non vorrei rovinarvi la lettura. :)
La fantasia può passare da
una crepa sul soffitto.
La discussione tra i quattro era, almeno formalmente, da considerarsi
conclusa.
Esito scontato: darsi da
fare e lavorare, lavorare, lavorare.
Non si prospettava altra
via d'uscita. Del resto aveva appreso almeno questa lezione dal suo
irascibile padre, il quale aveva cambiato decine e decine di lavori in
vita sua:
"La strada è sbarrata? Aprine un'altra,
magari poco lontana."
Walt lasciò la stanza,
battendo una pacca sulle spalle di Ub quando ebbe finito di parlare.
Lui, seduto ancora attorno al vecchio tavolo, girò il busto per
guardare in faccia l'amico, chiamandolo; conosceva benissimo, senza
averla vista, l'espressione che aveva stampata sul volto.
Sconforto, solitudine. Le
spalle ricurve sotto quel peso invisibile. Lo guardò aprire e poi
chiudere la porta, per andare a rifugiarsi in quel piccolo ripostiglio
nel quale aveva inserito un logoro divanetto.
Prima di girarsi, Ub avrebbe
scommesso quella scatoletta di cibo e i due bottoni che teneva in tasca
sull'espressione preoccupata che avrebbe avuto il fratello di Walt,
Roy. Due secondi, e sorrise amaramente. Aveva vinto.
°°° °°
° °° °°°
Abbandonato sullo scomodo
divano del suo rifugio, le gambe accavallate sullo schienale e le
braccia incrociate dietro la testa, il ventisettenne Disney rifletteva
sul suo passato più prossimo mentre contemplava una vistosa crepa nel
soffitto. Il suo primo figlio, il suo grande successo, il suo coniglio
Oswald… Gli era stato tolto, estirpato. O peggio, gli era stato
proposto di continuare a "tenerlo", obbligandolo però a trattarlo quale
figlio illegittimo, quando per lui era legittimo eccome. Eppure, sapeva
di essere dalla parte del torto, perché legalmente i diritti del
personaggio appartenevano alla Universal e al suo produttore Charles
Mintz. Walt sapeva che lui aveva il coltello dalla parte del manico;
sapeva che l'aveva messo alle strette "comprandosi" quasi tutti i
suoi disegnatori -tranne l'amico Ub e il fidato Les- , promettendogli
uno stipendio maggiore di quello che lui poteva concedergli; sapeva che
non avrebbe mai accettato il compromesso di continuare a produrre i
cortometraggi di Oswald a basso prezzo, sotto la guida di una major
qualunque… Proprio questa era stata la sua carta vincente; Mintz non si
aspettava che Disney recedesse così improvvisamente dal contratto,
mandandolo al diavolo e promettendogli che gli avrebbe fatto avere le
dannate pellicole restanti.
Ora però il giovane, dopo
aver dato sfogo alla sua rabbia ed incoraggiato i suoi fedelissimi a
non mollare la spugna… aveva visto l maschera di presunzione che si era tenuto
stretto frantumarsi, e si rese conto di trovarsi con molto lavoro
da ultimare, pochi uomini dalla sua parte, tanti debiti da saldare e
una domanda fondamentale; la sua parte nel mondo dell'animazione era
finita ancor prima di iniziare? Dov'era la strada da seguire, poco
lontana, che indicava suo padre Elias?
Toc-Toc.
-Walt, sono io.-
La voce di Ub, improvvisa,
dietro la porta.
Nessuna risposta.
-Ok, entro.-
Ub trovò Walt ancora
intento ad osservare il soffitto con una faccia imbronciata che
nascondeva la tristezza. Mentre sorrideva, Iwerks sbuffò e si distese
per terra, affianco all'amico, sul pavimento di legno. Per fargli il
verso, mise le braccia dietro la testa ed accavallò le gambe. Poi alzò
lo sguardo.
-Buffa crepa. Sembra un
topo che, tentando di passarci attraverso, ci è rimasto incastrato.-
Ub ebbe l'effetto
desiderato; Walt girò il busto, lo guardò per qualche attimo, girò di
nuovo la faccia all'insù e... scoppiò a ridere.
-Notevole Ub! Vedere un
topo in una crepa non è da tutti, ma… eccolo lì. Con le orecchie tonde
e il naso nero, tenta di passare tra il legno e ci rimane incastrato!-
-Già!-
-Già.-
-Ricordi di quel topo del
quale mi avevi parlato Walt?-
-Sì, quel simpatico
roditore che amava sguazzare nella mia cartaccia, tempo fa.-
Ub si alzò da terra,
indicando in alto con un dito.
-Potremmo aiutarlo ad
uscire dalla crepa.-
Poi prese un foglio che
aveva in tasca, un vecchio schizzo di Oswald, e una matita.
-Lo vedi? Ecco… Io credo
che proprio da qui dovremmo partire.-
Walt la vedeva. Vedeva la
porta del viaggio che si apriva, accanto a quella vecchia.
-Potremmo accorciare le
orecchie e renderle… piccole e tonde!- Incominciò Walt, alzandosi e
osservando lo schizzo del suo amico mutare sotto i suoi occhi.
-E trasformerei la coda da
coniglio in una più lunga da topo.- Sorrise Ub, effettuando le
modifiche appena decise con dei rapidi segni sulla carta.
°°° °°
° °° °°°
Quel pomeriggio fu uno dei
pomeriggi più felici, per i due amici, che subito si misero d'impegno
per dare anima e corpo a quel nuovo personaggio.
Uno dei pomeriggi anche
più controversi, che dopo anni di amicizia li porterà, un giorno, ad
allontanarsi per colpa del vizio di Walt nel "ricamare" sulle vicende.
Ma non voglio dilungarmi
ulteriormente su questo; ci sono già troppe persone che - giustamente
però - ne discutono.
Adesso, questa è una
questione interessante; non tutto è iniziato con un topo, ma tutto è
proseguito con un topo... dopo che un certo coniglio fortunato gli ha
indicato la strada.
Destinando Mickey Mouse al
successo.
Fine.
Note
Finali:
I fatti verosimili di questa fiction sono i seguenti: è vero che Walt e
Ub non avevano i diritti sul loro personaggio "Oswald-Il Conglio
fortunato", come è vero che non continuarono a produrre cartoons su di
lui e che cercarono qualcuno di simile da potergli... "rimpiazzare",
anche se sembra brutto dirlo.
La storia di Walt Disney che, sul treno con la moglie, schizza un
topolino e si decide di chiamarlo Mickey Mouse è davvero bella (ho
scritto anche una fiction a riguardo, la trovate sempre su EFP ed ha
titolo "A table, a mouse, a man") ma si può dire, spero non dispiaccia
nessuno, che sia una verità un po' romanzata. Io sono stata la prima a
scriverci sù... Quindi non voglio assolutamente screditare nessuno.
Però ho tentato di dare un po' di giustizia anche ad un altro grande
animatore e disegnatore, Ub Iwerks,
che lavorò giorni e notti per realizzare i primi cartoons di Oswald e
di Mickey. Sicuramente avrà contribuito all'idea del topo... E' come se
qui, riuscissero a dividersi equamente l'idea e la sua paternità.
Bhè, che dire! Ringrazio chi passerà di qui, lasciando magari un
commentuccio alla -povera- autrice!
Un saluto! :)
_Diane_
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