Atgof
o’r Cariadon
[Memories of the beloved one]
Fandom:
“Il Risveglio delle Tenebre” di Susan Cooper
Pairing:
Bran / Jane
Note:
what if, storia ambientata 12 anni dopo l’ultimo libro del
ciclo, “L’Albero d’Argento”
Conteggio
parole: 4.312 parole in tutto (14 pagine di Word)
Capitoli:
8 parti, più o meno lunghe, secondo una
divisione sequenziale e contenutistica
1-
"Jane Jana Juno Jane"
Jane, Jana, Juno, Jane
Una litania che accompagna
ognuno dei suoi sogni. Sogni che
sembrano realtà, ricordi perduti,
ma
che sfumano nella dimensione onirica ad ogni risveglio.
Sono passati anni ormai da
quando ha iniziato ad avere
questi sogni. L’intensità di qualcosa che ha
dimenticato e l’amara sensazione
di non riuscire a ricordare fanno parte del suo quotidiano.
Incompleta. Nonostante i
suoi studi, il lavoro part-time,
gli amici, le lezioni di danza moderna. Incompleta nonostante abbia una
vita di
cui dovrebbe essere più che soddisfatta.
Frustrata, anche.
Perché Simon e Barney non sono rimasti
intrappolati in questa rete di sogni/ricordi che le impedisce di vivere
pienamente. Nessuno dei due pensa ormai più alla vacanza in
Galles fatta anni
prima. Né tantomeno intrattengono rapporti con i due ragazzi
con i quali
avevano condiviso quei lontani giorni.
Jane invece non riesce a
buttarsi tutto alle spalle. È come
se mancasse un frammento della sua memoria. Una parte importante che le
permetterebbe di sapere. Ma sapere
cosa? Frustrante ciclo d’incognite senza risposte.
Eppure è anche
cosciente di non essere la sola prigioniera
di questo cerchio d’ignoranza. Anche lui, Bran, prova la
stessa sensazione. E
Will sa più di quanto voglia ammettere. Jane ha continuato a
scrivere loro con
regolarità, e dovendo essere completamente onesta con se
stessa, riconosce che
in parte sperava di ottenere un cenno, un indizio. Ma col passare degli
anni
nulla è cambiato. Lo scambio di missive con Bran
è diventato scambio di emails,
benché il giovane non scriva mai molto. E la moderna posta
elettronica la priva
dell’elegante calligrafia che copriva i fogli di carta.
Will, invece, non risponde
più. Nessuno sa dove sia, cosa
stia facendo. È scomparso dalle vite dei suoi amici, quasi
non si fossero mai
conosciuti.
Fissando lo schermo del
pc, Jane si rende conto che non sa
nemmeno come contattarlo. Le sue ultime lettere sono tornate indietro,
e non ha
né un numero di telefono, né un indirizzo email.
Ha provato a chiamare a casa
Stanton, ma nessun membro della famiglia sembra sapere molto di
più.
La ragazza sta per
disconnettersi dalla postazione
informatica della biblioteca, quando qualcuno attira la sua attenzione.
“Jenny!”
Si volta col cuore in
gola, per poi essere assalita dalla
delusione. Si tratta di un padre che rimprovera la figlioletta per aver
fatto
cadere un libro dallo scaffale.
In fin dei conti, tante
ragazze si chiamano Jenny…
Eppure in questo momento
il desiderio di rivedere Bran è
imperioso. Sentirlo chiamarla di nuovo con questo nomignolo, non solo
vederlo
sullo schermo impersonale di un computer.
Riapre la pagina della
posta elettronica e digita
velocemente un messaggio. Poi si disconnette, ritira il documento
all’accoglienza
ed esce dalla biblioteca.
Percorre la strada del
ritorno con la testa tra le nuvole. È
stato un atto impulsivo, sono anni che non si rivedono, Bran
avrà sicuramente
altro da fare che incontrare una vecchia amica d’infanzia.
Allo stesso tempo, si
chiede perché non ha provato a
rivederlo prima. Perché non ha tentato di fare lo stesso con
Will, prima che
scomparisse dalla circolazione.
Paura.
Per paura
di scoprire che corre dietro una chimera, che forse si comporta come
un’adolescente incapace di orientarsi nel mondo adulti. Che
questo vuoto è solo
il risultato della sua volontaria alienazione dalla società.
Ma
quel nomignolo ha destato
troppe emozioni. Le vacanze di fine trimestre sono
l’occasione perfetta per un
viaggetto in Galles. Jane vuole ripercorrere quelle terre, da sola o
con Bran,
ritornare nell’unico posto che secondo lei potrebbe aiutarla
a capire.
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