Lead
us to the light
- Epilogo -
Hakkai aprì di scatto gli occhi. Si trovava in una stanza
piuttosto spoglia, con le pareti di legno e un fuoco ormai quasi spento che
languiva nel camino. Portò una mano alla fronte, sospirando.
Ce l’avevano fatta. Avevano fermato gli esperimenti per la
resurrezione di Gyumao, cancellato l’anomalia che aveva colpito il Togenkyo ed
erano sopravvissuti. Incredibile, assurdo, eppure erano tutti e quattro lì,
nella polverosa stanza di qualcuno che evidentemente li aveva raccolti
incoscienti sul campo di battaglia.
Lentamente voltò la testa verso destra, trovando pochi metri
più in là il letto in cui riposava Goku e, subito dopo, quello di Sanzo; Gojyo
giaceva al suo fianco sinistro. Lui e Goku erano quelli messi meglio, come al
solito. Sanzo era sveglio e fissava insistentemente il soffito, ma Hakkai non
lo chiamò né gli fece notare di essere sveglio, perché riusciva ad indovinare
perfettamente i pensieri che attraversavano la mente del monaco.
Cosa avrebbero fatto ora?
Hakkai era quasi certo che Sanzo avrebbe voluto continuare a
viaggiare; dopotutto, la sua anima sembrava alla costante ricerca di qualcosa
che non riusciva a trovare – probabilmente la pace – ed avrebbe continuato a
vagare per tutta la sua vita – oppure no, magari lo faceva solo perché
qualsiasi altro stile di vita lo avrebbe annoiato a morte. Il moro chiuse gli
occhi, lasciandosi cullare anche lui dai pensieri.
Erano passati quasi due anni, ma il ricordo di quegli occhi
color del mare non aveva proprio voluto abbandonarlo. E sapeva perfettamente
che, adesso che tutto era finito, sarebbe finalmente tornato da lei, l’avrebbe stretta possessivamente
fra le braccia e non se ne sarebbe più separato per nulla al mondo.
«E dai, ammettetelo, ci siamo persi!!» esclamò Goku per
l’ennesima volta, beccandosi occhiatacce da tutti. Gojyo si accese una
sigaretta, mentre Sanzo finiva di consumare la propria e Hakkai stringeva la
presa sul volante fino a farsi sbiancare le nocche. Era vero, si erano persi.
Quando le loro ferite erano guarite e Hakkai aveva
annunciato la sua intenzione di tornare da Joruri, Gojyo e Goku avevano
dichiarato che ovviamente l’avrebbero seguito, perché non c’era posto migliore
in cui stare, mentre Sanzo si era limitato a scrollare le spalle e commentare
che sarebbero partiti all’alba. Si erano messi in viaggio ma, dopo giorni che
girovagavano senza meta nella foresta dove viveva la demone, stavano iniziando
a perdere le speranze.
Hakkai frenò, scendendo dalla macchina.
«E’ calato il buio, fermiamoci per la cena» disse seccamente
e nessunò osò protestare. Quando era arrabbiato Hakkai faceva persino più paura
di Sanzo e in quel momento non era solo arrabbiato, era furioso. Anche se nessuno ne parlava, il pensiero era comune a
tutti: Joruri doveva aver nascosto la propria casa con qualche arte demoniaca.
Era impossibile che in una settimana non fossero riusciti a trovarla, doveva
per forza esserci qualcosa sotto. Ma perché si era nascosta se Hakkai le aveva
promesso di tornare? O aveva avuto qualche problema, oppure… oppure non voleva
rivederli o, peggio ancora, aveva perso il proprio io, distruggendo ogni cosa
senza lasciarne traccia. Tutti lo pensavano, ma nessuno avrebbe mai espresso
quel pensiero orribile ad alta voce.
Stavano per iniziare a mangiare quando una luce attirò la
loro attenzione. Era flebile e azzurra, e sembrava provenire da un punto
imprecisato vicino ad Hakkai. Tutti si voltarono alla ricerca della fonte di
quella piccola luce e rimasero a bocca aperta.
Veniva da Hakuryù.
Il draghetto si alzò in volo, con quella piccola luce che
gli brillava al centro della fronte, emise un paio di gridolini verso di loro e
poi si infilò nel buio della foresta.
«Hakuryù, aspetta!!!» esclamò Hakkai, alzandosi di scatto e
correndo dietro al suo fedele amico. Gli altri tre lo seguirono subito.
All’interno della foresta buia la piccola luce di Hakuryù
sembrava un raggio di luna e il draghetto puntava con decisione verso una meta
sconosciuta, inseguito dagli ansiti dei quattro uomini che correvano per
stargli dietro. Infine, con uno stridio di gioia, Hakuryù si gettò a capofitto
in un precipizio, strappando un urlo angosciato ad Hakkai quando, con la
migliore naturalezza del mondo, si schiantò sul fondo coperto di rocce e scomparve.
I quattro amici rimasero immobili e fissare il punto in cui
il draghetto era scomparso e poi – poi Hakkai capì. Con un sorriso mise un
piede oltre il burrone e si lasciò cadere; come aveva previsto l’impatto con il
suolo non avvenne, ma si ritrovò dolcemente steso su un prato verde, con
Hakuryù che gli svolazzava allegro attorno alla testa.
«… Hakkai?»
L’uomo si voltò. Lei era lì, a pochi metri da lui, con un
cesto di fiori tra le mani; dietro si stagliava la figura familiare della
grande casa di legno, con le finestre illuminate come tanti piccoli occhi che
lo salutavano. Joruri lasciò cadere il cesto e si portò le mani alla bocca.
«Sei tornato…!»
Hakkai si alzò lentamente, guardandola in volto con un
sorriso accenato.
«Te l’avevo promesso, no?»
Joruri sembrava paralizzata sul posto, così fu lui ad
avvicinarsi; la guardò per un lungo momento negli occhi.
«Perché ti sei nascosta?» chiese, con voce addolorata. Lei
sorrise tristemente.
«I demoni che vi inseguivano avevano iniziato a darmi la
caccia, non avevo altra scelta. Non potevo andarmene…» sussurrò e non le servì
dire altro perché Hakkai la strinse a sé con forza. Lei gli poggiò il capo sul
petto. «Avevo lasciato ad Hakuryù la chiave per ritrovarmi, se foste entrati in
questa zona della foresta…»
«Ed ha funzionato» la interruppe Hakkai senza smettere di
sorridere. «Anche se dovremo andare a ripescare gli altri, dubito che si
getteranno in un burrone…»
Joruri lo guardò sorpresa. «Ci sono anche gli altri?»
Lui annuì. «Tutti» disse, e poi la baciò.
Fu un bacio lento e intenso, in cui entrambi misero tutta la
loro voglia di colmare il vuoto di quei due lunghi anni. Hakuryù svolazzava
attorno a loro tutto contento, emettendo dei gridolini allegri di tanto in
tanto. Hakkai affondò una mano nella chioma ribelle della demone, intrecciando
le dita a quei fili di seta, stringendola in vita con l’altra mano e
sfiorandole la punta del naso mentre la baciava. Aveva sognato quel momento per
due lunghi anni…
«Wow, hai visto, non è successo niente!!»
«Ovvio, stupida scimmia, altrimenti non ci saremmo
buttati!!»
Hakkai e Joruri si allontanarono quel tanto che bastava per
osservare Goku, Gojyo e Sanzo che si alzavano spolverandosi i vestiti,
bisticciando come al solito.
«A quanto pare non servirà andarli a prendere…» sussurrò la
demone con un sorriso, mentre Hakkai le stringeva una mano.
«Oh, abbiamo per caso interrotto qualcosa??» domandò Gojyo
maliziosamente e Hakkai rispose con un sorriso, mentre le guance gli si
imporporavano appena. Joruri si fece avanti fino a raggiungere Sanzo, che non
aveva ancora proferito una parola.
«Il fatto che tu sia qui significa che dovrò sopportarti per
il resto della mia vita?» gli chiese con evidente ironia, alzando un
sopracciglio e incrociando le braccia al petto.
«Stavo per chiederti la stessa cosa» ribattè il monaco
freddamente e fece per portarsi una sigaretta alla labbra.
«Mmh, quello è un vizio per cui dovremo fare qualcosa…»
commentò Joruri, lasciando Sanzo con la sigaretta a mezz’aria e un’espressione
stranita.
«Devi solo provarci» disse infine, assottigliando gli occhi.
«Oh, ma è quello che farò!!» esclamò lei, e subito dopo
scoppiò a ridere. Sanzo incrociò le braccia, fumando con ferocia, e lei gli
posò una mano sulla spalla, lasciando che un sorriso brillasse sul suo volto.
«Bentornati a casa» mormorò, e lui rispose con un cenno
impercettibile del capo.
«Ma io sto morendo di fameeeeee!!!» intervenne Goku con voce
lamentosa, facendo voltare tutti verso di lui. Joruri si riavvicinò ad Hakkai e
gli prese la mano.
«Beh, allora venite dentro! Stavo giusto preparando la
cena…»
THE END
«Evviva, si mangia!!!»
«Non puoi stare zitto per una volta, stupida scimmia?!»
«Su, bambini, fate i bravi»
«Hakkaiiii, Gojyo mi maltratta!!»
«Scimmia bugiarda!!»
«Vi ucciderò tutti se non la smettete»
«Ma Sanzo, ha iniziato lui!!!»
«Che cosaaa?!?!?»
«Su, su, se farete i bravi potrete avere anche il dolce»
«Davvero, Joruri, c’è un dolce???»
«Come al solito la scimmia ragiona con lo stomaco!»
«Joruri, è vero che Gojyo resterà senza dolce??»
«Assolutamente»
«Che cosa?!?!?!?»
«Vuoi che crei un buco per l’ossigeno nel tuo stupido cranio
da scarafaggio?»
«Sanzo, hai detto una frase lunghissima!! Non pensavo ne
fossi capace!»
«Ahahah, Joruri sei grande!!»
«Tsk»
«Presto, io sto morendo di
fameeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeee!!!!»
«Qualcuno zittisca la scimmia!»
«Prevedo una lunga convivenza, Hakkai»
«Già… ma sono sicuro che riusciremo a divertirci, nonostante
tutto»
«Scherzi? Tra il prendere in giro Gojyo e il far arrabbiare
Sanzo c’è da divertirsi per una vita intera!!!»
«Ehi!!!»
«Tsk, non sarà facile come pensi»
«Oh, beh, vedila così, Sanzo: le cose facili non sono mai divertenti…»
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E questa è veramente la fine di questa piccola ficcy!!!!
Grazie a tutti coloro che hanno letto, commentato o aggiunto la storia fra le
seguite!!!
Un bacio grande grande^^
Valery