Okane
ga nai
Sentimenti
A Drew
(che mi ha fatto scoprire questa splendida storia)
Era la prima volta che si trovavano a passeggiare insieme per strada.
La prima volta che lo
facevano senza uno scopo, almeno.
Quel pomeriggio
infatti, il volto di Ayase gli era sembrato così malinconico
da spingerlo, senza quasi rendersene conto, ad invitarlo fuori nel
tentativo di distrarlo.
Un tentativo che
avrebbe potuto considerare riuscito, non fosse per l'atmosfera fin
troppo stucchevole che aleggiava nell'aria.
San Valentino,
già… proprio un bel giorno per invitarlo ad
uscire.
Si sforzò
di non prestare attenzione alle tante, troppe coppiette che camminavano
mano nella mano o che tra le stesse portavano piccole confezioni,
probabilmente di cioccolata fatta in casa.
Tsk, detestava da
sempre simili rituali.
Eppure…
ultimamente tante cose che aveva detestato per anni sembravano aver
assunto una nuova immagine ai suoi occhi.
Tutto merito (..o
colpa?) di quel ragazzino.
«Kanou-san…»
Lo chiamò questi, del tutto ignaro dei pensieri dell'uomo.
«Si..?»
Dei se era bello. Una
bellezza tanto fragile da sciogliergli il cuore. Proprio a lui che un cuore
non sapeva neppure di possederlo.
«..Stiamo
andando da qualche parte?» Continuò l'altro,
osservandolo con espressione curiosa.
«Eh..? No,
no… Stiamo solo…
passeggiando.» Fu la replica di Kanou. «Ti
scoccia, forse? Vuoi tornare a casa?»
Il più
piccolo scosse la testa, sorridendogli.
«Ero
solo… curioso. Questa è… è
la prima volta che mi chiede di uscire per passeggiare.»
Dichiarò come fosse qualcosa da considerare.
«Si,
è vero.» Replicò l'altro ostentando
un'indifferenza che gli era estranea.
In verità
stava invidiando dal profondo del cuore (si, proprio quel cuore che non
avrebbe dovuto avere) tutte quelle coppiette innamorate.
Un'invidia tanto
accesa da spingerlo a ghignare quasi soddisfatto davanti alle ragazzine
in lacrime che incrociavano di tanto in tanto, probabilmente reduci da
un rifiuto.
Si, vederle in quello
stato lo faceva sentire meglio.
Meno fuori posto, meno
sbagliato.
Dopotutto restava il
solito bastardo di sempre.
«Che
bello!» Esclamò di colpo la vocetta di Ayase.
Sentirlo tanto
entusiasta non era una cosa frequente. Ancor meno il voltarsi per non
trovarselo più di fianco.
Fu un solo attimo ma
il senso di vuoto lo colse tanto rapidamente da fargli male. Con esso
pensieri di ogni tipo in cui Ayase aveva approfittato del momento per
scappare da lui, era stato rapito, si era fatto del male.
«Kanou-san..?»
Si voltò
seguendo la direzione della sua voce, notandolo fermo davanti ad una
vetrina.
«Tu!»
Sibilò avanzando minaccioso verso il più piccolo.
Perchè,
perchè non capiva che agendo a quel modo fomentava il suo
assurdo timore di perderlo.
«Ayase…»
Ringhiò dopo averlo raggiunto, stendendo i lineamenti quando
vide l'espressione dell'altro farsi più tesa.
Sospirò
obbligandosi alla calma, fissando subito dopo la vetrina di quella che
era indubbiamente una pasticceria. «Che avevi
visto?» Domandò poi, rassegnato.
Ayase si
limitò ad indicare i tanti cuori in vetrina, ben stretti tra
le zampe paffute di enormi orsi bianchi.
«Ne vuoi
uno?» Si trovò a chiedere, nuovamente senza
pensarci.
«Eh?»
Il più piccolo arrossì, diventando, se possibile,
ancor più irresistibile.
Cos'è, lo
faceva apposta?
«Allora?»
Domandò, spazientito.
«Kanou-san…
questi… di solito sono le ragazze a
regalarli…» Si fermò di colpo,
tendendosi per poi arrossire maggiormente. «Alla persona che
amano…» Continuò, senza aggiungere
altro, senza più guardarlo.
Dannazione…
«Vuoi
regalarlo a me?» Tentò allora, pentendosi subito
dopo.
Che idiozia. Regalarlo
a lui. Colui che lo aveva preso con la forza, tenendolo in ostaggio.
Già, come no…
«Kanou-s..an…»
replicò l'altro, senza davvero rispondergli.
«Lascia
stare…» Dichiarò il più
grande, prendendolo per un polso, per poi tirarlo verso l'interno.
«Scegli quello che più ti piace, ed
andiamocene.»
Doveva farla finita,
andarsene prima di impazzire o spingersi oltre.
Chiedergli una cosa
del genere.
Che diavolo gli era
preso?
No, a lui non
importavano simili cose.
Ricevere in dono della
cioccolata, figurarsi.
No, quello che avrebbe
tanto voluto era l'amore di Ayase o almeno il suo affetto.
Un affetto sincero ed
incondizionato.
Un sentimento tale da
spingerlo a restargli accanto anche in assenza di ricatti.
Sospirò,
guardandosi attorno, osservandolo mentre con aria tanto tenera si
avvicinava ad uno degli orsi che al suo cospetto appariva ancora
più grosso.
Era così
delicato il suo Ayase…
«Questo!»
Lo sentì esclamare felice mentre gli tornava vicino con
quell'orso più grande di lui tra le braccia.
A quella scena non
riuscì a trattenere un sorriso.
«E
sia…» Commentò avvicinandosi alla cassa
per pagare, fermandosi e tendendosi nel sentire una commessa
avvicinarsi ad Ayase per proporgli del cioccolato da regalare al
proprio uomo.
Merda!
No, Ayase era troppo
timido per quel genere di cose.
«Non…
non sono il suo uomo…» Chiarì
osservando l'epressione confusa del più piccolo.
No, Ayase non lo amava
e lui… lui era solo un bastardo che approfittava
continuamente della sua dolcezza.
Qualche minuto
più tardi si ritrovarono insieme per strada, in silenzio.
Kanou con le mani in tasca ed Ayase con il grande orso ancora tra le
braccia.
«Dammelo»
Esclamò il più grande, prendendo l'orso e
portandolo al suo posto, incurante degli sguardi divertiti ed ammirati
dei passanti.
Doveva proprio
apparire assurdo, uno come lui che portava con se un grande orso di
pelusche.
«Non lo
mangi?» Domandò poi, più per distrarsi
che per reale interesse.
Ayase, strinse con
più forza il cioccolato tra le mani.
Dopotutto sapeva che
all'altro avrebbe fatto piacere riceverlo.
Quanto a
lui… non è che che non gli mancasse il motivo per
fare un simile dono.
Aveva capito ormai da
tempo di provare qualcosa di forte per quell'uomo.
Però…
Era difficile.
«Prima…
ha detto…» Esitò appena, limitandosi a
guardarlo quando lo sentì prendere la parola.
«Non volevo
metterti in imbarazzo.» Replicò l'altro.
«E poi, è la verità.»
Concluse in tono più triste di quanto avrebbe voluto.
Quelle parole ed il
tono con cui erano state espresse, sembrarono sfiorare il cuore di
Ayase.
Era a causa sua
quell'espressione triste?
No, non voleva saperlo
triste.
Dopotutto Kanou era
sempre stato gentile con lui.
Certo, alle volte era
un po' esagerato, violento ma… gentile.
«..Potremmo…»
Dichiarò di colpo, fermandosi per afferrare la mano libera
dell'altro. «Dividerlo e… mangiarlo
insieme…» Continuò
osservandolo con espressione seria, tanto intensa.
«Dividerlo..»
Ripetè l'altro.
Ayase
annuì, facendosi nuovamente rosso. «S..si, come
due… come due persone che…» Si
fermò. Dei, non poteva, non ancora….
«Ho
capito.» Concluse l'altro per lui, sorridendogli con
dolcezza, sentendo il proprio cuore fare un tuffo al gesto inatteso del
proprio amato.
«Lo
mangeremo insieme allora… a casa.»
Dichiarò, prendendogli meglio la mano, stringendola alla sua
per poi incamminarsi sulla via del ritorno.
Casa.
Poterlo dire, vederlo l'altro annuire...
Si, per quell'anno quel semplice gesto, quel cuore da dividere in
due... Se lo sarebbe fatto bastare, in attesa di meglio. In attesa di
quelle magiche parole che attendeva ormai da tanto, troppo tempo.
Perchè dopotutto a lui non importava niente del San
Valentino. Proprio niente.
Che dire di questa
mini-mini shot su Okane ga nai?
Mi è venuta di
getto una sera in cui non riuscivo a dormire e... Dei, è
assolutamente lontana da me per via della sua dolcezza. Visto che su
Ogn ci sono davvero pochissime fanfic però, ho pensato che
magari a qualcuno potrebbe fare piacere leggerla. Così,
eccola qui.
Vi prego di sorvolare su
possibili errori o discrepanze. Ammetto di averla riletta il minimo
indispensabile visto che ad ogni lettura l'istinto di cancellare andava
aumentando! XD
Che altro dire... (Oltre
che un commentino fa sempre piacere? XD)
Se amate Okane ga nai,
magari vi farà piacere sapere che QUI potete trovare i capitoli
tradotti in italiano.
Siamo appena all'inizio ma
procediamo alla svelta.
Se ne avete voglia,
quindi, siete i benvenuti ^_^
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