Weretiger

di Dayana1988
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Era passato un mese da quando mi ero lasciata con Quinn.
Ero una stupida, mi ero lasciata scappare l’uomo perfetto e tutto per cosa? Per un mio semplice capriccio.
Volevo essere la prima nella sua vita, volevo venire prima della sua famiglia.
Solo ora mi rendevo conto di aver sbagliato. Avevo capito troppo tardi che il mio era puro e semplice egoismo.
Mi addormentai pensando con questi cattivi pensieri.
 
Il giorno successivo mi svegliai molto presto.
Avevo passato una nottata pessima.
Il pensiero di Quinn mi tormentava, dovevo fare qualcosa per risolvere questa spiacevole situazione.
Quasi come se il telepate fosse lui, mi arrivò un sms di Quinn che diceva: “Sookie, sono a Bon Temps. Ho bisogno di vederti.”
Il mio cuore si fermò per un istante.
Risposi subito al sms dicendogli che quella sera avrei finito il turno da Merlotte’s alle 20.00 e che quindi ci saremmo potuti vedere verso le 20.30 a casa mia.
L’sms di risposta di Quinn fu un semplice e freddo “Ok”, ma me lo dovevo aspettare. Mi ero comportata davvero molto male con lui.

Scesi in cucina e feci un’abbondante colazione e cominciai a pensare al mio incontro di stasera con Quinn.
Quello era un periodo davvero difficile per me.
Nel pomeriggio andai da Merlotte’s per cominciare il mio turno e continuai a pensare e ripensare per tutto il tempo a cosa avrei potuto dire a Quinn, ma qualcuno interruppe i miei pensieri.
Poco prima di finire il mio turno ricevetti una visita di Eric. Entrò nel locale e si sedette a un tavolo nella mia sezione.
Mi avvicinai a lui.
“Buonasera Eric.”
“Buonasera mia adorata.” Mi rispose lui senza guardarmi in faccia “La tigre mannara è a Bon Temps ed è qui per te. Cosa vuole?”
Ecco, quello era uno dei momenti in cui odiavo Eric. “Non sono affari tuoi e non sono la tua adorata.”
“Pensavo avessi rotto con Quinn.”
“Te lo ripeto, non sono affari tuoi.”
Detto questo andai dirtitta verso l’ufficio di Sam, presi la mia borsetta e uscii dal Merlotte’s lanciando un’occhiata a Eric che era rimasto seduto al tavolo senza dire una parola.
 
Salii in macchina e guidai fino a casa.
Una volta arrivata riconobbi il pick-up di Quinn e mi uscì un involontario sorriso.
Scesi dalla macchina e mi diressi verso l’entrata di casa mia e sul portico vidi Quinn in tutto il suo splendore.
Appariva però un po’ cupo e malinconico.
Sentendomi arrivare si girò.
“Ciao Sookie” mi disse, accennando un sorriso.
Non ero abituata a sentirmi chiamare Sookie da lui, mi aveva sempre chiamata ‘piccola’ e forse ora sentilo dire il mio nome quasi mi infastidiva.
“Ciao” risposi in imbarazzo cercando nella borsa le chiavi di casa, una volta trovate aprii la porta “Entra pure.”  Dissi sorridendogli “Credo che avremmo tante cose di cui parlare.”
 
E richiusi la porta alle mie spalle.
 
 




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