Sentivo i suoi occhi addosso, quello sguardo assassino risalire la mia
schiena nuda lasciata libera dall’elegante vestito da sera, un brivido
mi percorre veloce ma non è né di paura né di eccitazione. Quel essere
mi disgusta, quasi quanto sapere cosa è e cosa ha fatto, sono qui per
fermarlo. Se solo prova a sfiorarmi con un dito non m’importa dove
siamo, non importa la carneficina che ci potrà essere, io lo ammazzo!
Metto su la mia maschera da brava multimiliardaria carina ma spietata e
mi giro facendo vagare lo sguardo su tutta la sala, quanti come lui ci
saranno?
L’ispezione continua mentre sorseggio l’ennesimo drink.
Evito di stritolare la mano a un altro idiota, che come altri, non sa
dove si trovano i miei occhi, purtroppo devo sopportare, lo spettacolo
deve andare avanti!
Sorrido, passo volentieri da stupida oca per poi uscirne con una
massima cosi da lasciare spiazzato il tipo so tutto io di turno per poi
passare a un'altra vittima, il tutto in un costoso vestito da sera, dei
tacchi che mi stanno uccidendo e un cerchio alla testa.
Karol mi presenta una giornalista, Beth Turner, ed è la prima persona
vera che noto qui dentro, chiacchieriamo del più e del meno per una
decina di minuti, la prima conversazione sensata della serata e non mi
vergogno nel farglielo notare. Dopo questo intervallo in cui ho
abbassato le difese, vedo la vittima prescelta e un suo amico
osservarci da lontano.
L’amico si avvicina e bacia Beth.
– Alexandra White, Mick St. John il mio fidanzato.
– Piacere di conoscerla.
– Oh il detective carino il piacere e tutto mio! Quindici minuti sono
bastati per tessere le sue lodi. In certe occasioni lo spettacolare tra
ragazze e l’unica cosa che anima la serata.
– La festa l’ha annoia cosi tanto?
– Non è la festa ad annoiarmi ma i suoi invitati.
– Cos’anno che non vanno i miei invitati?
– Nulla per carità, sono solo ricchi uomini d’affari pieni di se e di
nient’’altro.
– Molto donne farebbero la fila per essere al suo posto milady.
– Io non sono molte donne. Questi uomini credono che il mondo sia ai
loro piedi, lo credono da cosi tanto tempo che hanno smesso di lottare,
di guadagnarsi quello che hanno. Sono abituati a comprare tutto ma con
i soldi poi comprare la compagnia e il corpo di una donna ma il
rispetto, la fiducia, la lealtà e l’amore di una vera compagna non
possono essere comprati. A mio parere una donna degna di tale nome va
conquistata con ogni mezzo e più della metà dei suoi ospiti non
lotterebbe per un briciolo di pane figuriamoci per una donna! Spero di
aver chiarito tutte le sue perplessità signor Kostan.
– La prossima volta la lista degli invitati sarà più scrupolosa.
– Spiacente deluderla signore, uomini degni di tale rango e tale nome
sono in via d’estinzione.
– Le auguro di trovarne uno. Miss?
– Alexandra White. Stia tranquillo se un uomo del genere non esiste,
posso sempre addomesticarne un’impresa ardua ma non impossibile le
garantisco.
Beth e Mick sono rimasti in silenzio ad ascoltare il mio battibeccare
con il grande Josef Kostan.
Una mano scivola lentamente sulla mia schiena, per sua enorme fortuna
si ferma dopo poco, un altro millimetro è gli avrei spezzavo le dite
per giocarci a Shangai mentre il suo sangue avrebbe saziato alcuni
degli invitati. Non ho bisogno di voltarmi per sapere chi è il
proprietario di questa lurida e fredda mano, senza volerlo sbotto un: –
Parli del diavolo … interrompo la frase sorseggiando il drink che fino
a questo momento avevo in mano e poi sfodero uno dei miei soliti finti
sorrisi, che lui crede autentico, e lo saluto amabilmente.
– Salve Sam!
Il mio piede tamburella veloce e sempre più vicino al suo, ma l’idiota
non capisce la velata minaccia, come potrebbe d’altronde? Quell’unico
neurone che ha lo sta usando per cercare di far colpo su Josef usandomi
come trofeo, purtroppo per lui nessuno mi ha ancora vinto e nessuno
avrà mai il privilegio di sfoderarmi come un trofeo, sono un essere
umano ma sempre che qualcuno se ne sia dimenticato! La presa sulla mia
schiena non demorde, anzi scende, continua a parlare con le persone che
ci circondano ignorandomi del tutto.
– Anche noi abbiamo avuto lo stesso problema con le nostre industrie ma
per fortuna la mia Alexandra è brava a risolvere questi problemi.
Alla parola “mia” quasi mi strozzo con il drink, mi riprendo
velocemente come mio solito, sono abituata a cadere in pieni io, e poi
prendo la parola.
– Sam è la dimostrazione vivente della mia tesi precedente, tesi che
purtroppo non ha ancora immagazzinato del tutto ma che provvederò
personalmente a fargli entrare in quella zucca vuota: le industrie sono
mie e preferisco diventare un’acida vecchietta con trenta gatti che
essere la tua Alexandra. Ora vogliate scusarmi, ma mi serve qualcosa di
più forte!
Spedita e fiera di me stessa lascio lì quell’idiota a balbettare scuse
mentre mi dirigo al bar e mi faccio servire un altro drink.
Mi dirigo in bagno e mi rinfresco il trucco, anche se impeccabile, Beth
entra poco dopo cosi ne approfitto per un rapido controllo.
Il suo Mick è molto carino e simpatico ma non posso fidarmi, anche lui
è un vampiro e forse Beth è la sua feshie, se fosse cosi, mi
dispiacerebbe tanto sembra una ragazza cosi in gamba! Da quello che
riesco a vedere, non ci sono segni evidenti di morsi né sui polsi né
sul collo, ma è il suo ragazzo avrebbe potuto morderla in altri
intriganti posti …
– Questo Sam ti sta proprio sui nervi?
– Non ha ancora capito che ho un cervello mio e che se per dieci anni
gli ho servito un bel due di picche, solo perché siamo in pubblico, non
significa che le carte cambino!
– Da cosi tanto?
– Sì, dieci anni di torture e agguati, credimi ho provato con le buone
ma c’è un limite a tutto! E’ arrivato a farmi scenate di gelosia perché
uscivo con il mio fidanzato!
– Il tuo fidanzato non ha risolto?
– Purtroppo non è durato allungo neanche lui, con gli uomini casco male
forse per questo sono brava negli affari.
– Non ti abbattere l’uomo ideale è dietro l’angolo!
– Per te è stato cosi? Mick è un attimo candidato.
– Si ed è mio.
– Tranquilla non m’interessano gli uomini occupati ma se si libera ...
Uscite dal bagno ci rechiamo in veranda, stringiamo subito amicizia e
concordiamo di vederci per un caffè il giorno dopo.
Siamo ancora fuori, ho le spalle rivolte alla ringhiera e ammiro
dentro, Josef sembra a proprio agio tra tutta questa gente, tutti
sembrano a proprio agio tra quelli che dovrebbero essere solo dei lauti
banchetti su due gambe!
Come hai fatto a innamorarti di lui?
Certo non posso negare che abbiamo un suo fascino, è sicuro di se, a
vederlo cosi sembrerebbe un attimo partito: ricco, affascinante un vero
e proprio don giovanni ma tu sapevi la realtà, lo avevi scoperto,
perché è finita cosi?
I suoi occhi tornano a fissare i miei, almeno nel momento in cui i miei
sorreggono il suo sguardo, non appena la mia attenzione è rivolta
altrove i suoi occhi scruteranno il mio corpo come prima, come
qualsiasi altro uomo stia facendo in questa sala.
Mick recupera la sua dama ed io sorridendo resto ancora un po’ qui
fuori al balcone, cerco di calmarmi, respiro profondamente aria fresca
ed evito di dar retta all’istinto che sta urlando di far smettere a
questi idioti di divorarmi con gli occhi.
La mia mente cerca angoli più remoti e tranquilli per farmi sentire
bene e trovare la forza per continuare questa sceneggiata,
estraniandomi dal mondo che mi circondo.
Per le persone sono solo una ragazza che ammira il panorama mozzafiato.
In realtà ora io sto giocando in verdi pascoli, cavalco nella prateria
per raggiungerti e finalmente essere felice, involontariamente chiudo
gli occhi e sorrido, farei volentieri a cambio con la realtà.
Una presenza maschile si affianca a me, resta in silenzio, per poi
accostarsi e appoggiarsi anch’egli alla staccionata ad ammirare il
panorama.
– Da quando tempo sei qui?
– Una decina di minuti.
– Il panorama è stupendo.
– Non è quello che ammiravi.
Apro gli occhi, ha ragione e forse è l’unico che si è accorto.
– Come …
– Avevi gli occhi chiusi e sorridevi, sembravi felice, non è merito
della festa o mio quindi ...
– Signor Kostan devo ammettere che lei è un ottimo osservatore.
– Grazie ma chiami pure Josef.
– Scusa non volevo ignorare del tutto la tua festa.
– Dove eri?
– Solo nelle campagne in cui sono cresciuta, non c’era molto con cui
divertirsi, niente tecnologia o feste cosi sfarzose ma lì sono stata
veramente felice.
Non gli chiedo se anche lui ha un posto del genere, so che mentirebbe,
in 400 anni di posti ne avrà visti tanti, sono sicura che lo
rattristerebbe anche se mi mentirebbe, amabilmente, ma provagli
tristezza a che servirebbe?
Certo ho intenzione d’impalettarlo e prendermi il tempo necessario per
ucciderlo ma questo non vuol dire che io sia spietate e che devo farlo
soffrire per nulla. Gli sorrido e lascio cadere nel vuoto il discorso
per poi staccarmi dalla ringhiera. Porto le braccia a stringermi il
corpo, solo ora mi rendo conto del vento freddo che si sta alzando, ma
non ho molto voglia di rientrare nel caos.
Come se mi leggesse nel pensiero, anche se sono sicura che i vampiri
questo non possono farlo, mi poggia la sua giacca sulle spalle e mi
sorride. Ok altro punto a suo favore sorella!
– Avrei voluto esserci.
Non capisco questa sua frase, resto a osservarlo un po’ incerta, lui
continua il discorso come se nulla fosse.
– Avrei voluto essere lì con te, questo mondo annoia facilmente e i
ricchi miliardari soffrono spesso di solitudine, in un luogo del genere
ci sarebbero tante nuove cose da provare.
– Soffri di solitudine?
– Avvolte anche se so che non si direbbe, sono sempre circondato da
persone, belle donne e posso avere tutto ciò che voglio, ma è cosi.
– Si può essere in centro città allora di punta e sentirsi soli come se
si fosse nel deserto.
– Noi poveri multimiliardari …
– Beh siamo bravi a sopravvivere, io corro con la memoria a giorni più
felici e senza responsabilità e tu …
– Organizzo party noiosi per darti un’occasione per scappare via.
– Non affaticarti poi cosi tanto, non ci vuole molto a convincermi!
– Peccato …
– Josef ci stai provando?
Dritta al sodo, come mi dici di non fare mai, i ragazzi scappano se li
metti alle corde, ma buon per me io non cerco un ragazzo ma un uomo
abbastanza forte da riuscire a tenermi testa.
– Non saprei … ho qualche opportunità?
– Non saprei ….
Scoppiamo a ridere entrambi.
– Che ne dice se pensiamo al lavoro?
“Che sono molto delusa?” penso prima ancora di rendermene conto,
rimando indietro questa idea per risponderci con un semplice: –
Possiamo provarci se vuoi …
Mi stringo di più nella sua giacca, continuo a ridere e ritorno a
scrutare l’orizzonte.
– Direi che è tempo di rientrare, sto monopolizzando il padrone di casa
chissà che penseranno …
– Che sono un uomo molto fortunato lo sanno già ma di sicuro le
invitate ti odieranno per questo.
– Oh come potrò continuare a vivere con un tale peso? Comunque lo
facevano già …
– Beh allora non ci saranno problemi.
– Si è fatto tardi devo andare.
– Ti accompagno dal tuo cavaliere.
– Impossibile, non ne ho uno!
– Sei qui da sola?
– Teoricamente è Sam, ma non mi piacciono le teorie.
– Vuol dire che sarò lieto di accompagnarti.
– Grazie ma devo rifiutare ti ho già trattenuto abbastanza.
– Lascia almeno che il mio autista sia a tua completa disposizione.
– Josef …
– Non accetto un no come risposta!
Cosi il tuo autista mi riporta a casa, una mediocre villetta nella zona
vip della città.
Neanche entro in casa che mi sbarazzo del mezzo di tortura legale che
ho hai piedi: le scarpe!
In camera mi sbarazzo del vestito per una più comoda vestaglia per poi
passare in bagno. Mentre l’acqua scorre, accendo la radio, passo in
cucina e recupero della semplice acqua con ghiaccio, per stasera ho
bevuto fin troppo alcool, poi finalmente m’immergo nell’acqua calda. Lì
mi dedico nel meditare sull’intera serata: avevi ragione tu.
Questo Kostan si è rivelato, almeno all’apparenza, un brav’uomo, beh
meglio dire un bravo milionario pieno di se. Se non sapessi della sua
vera natura mi sarebbe addirittura simpatico!
Devo scoprire ancora tante altre cose su di lui e il tempo scarseggia,
prima ti trovo e meglio è.
M’infilo il pigiama e mi accoccolo tra le coperte, ho appena fatto il
mio giro di ronda per la casa e tutto è al suo posto, ho inserto
l’allarme e credimi anche un super vampiro faticherebbe a eluderle e se
realmente ci riuscisse ci sarei io con un paletto in una mano e
un’antica spada nell’altra.
Sorrido chiudendo gli occhi, presto potrò vederti realmente.
Ed eccomi correre verso la nostra casa nell’immensa distesa di verde
della nostra campagna, tu sei lì dentro e vorrai sapere tutto sulla
serata. Come sempre corro da te, passare la notte con te è il mio modo
di ricaricarmi, corro tra l’erba alta finalmente libera, nei sogni lo
siamo tutti no?
– Com’è andata?
– Neanche un ciao?
– Ciao! Com’è andata?
– La serata è stata uguale a tutte le altre, soliti palloni gonfiati in
giacca e cravatta, senza contare Sam … Ma questo non t’interessa. Tu
vuoi sapere se l’ho incontrato vero?
– Raccontami tutto.
– Va bene, l’ho incontrato e a dirla tutta non è spregevole e malvagio
come mi ostinavo a credere. E come lo hai sempre descritto, almeno
fisicamente, mi sono anche divertita a parlare con lui!
– Avete battibeccato vero?
– Ovvio sai come sono, ma lui è stato al gioco. Mi ha anche fatto
riaccompagnare dal suo autista in limousine! Poteva risparmiarselo.
– Ma ciò ti ha colpito molto, non puoi nascondermelo.
– Ha fatto l’effetto desiderato, nonostante tutto anch’io sono una
donna!
– Nessuno lo mette in dubbio. La tua prossima mossa?
– Che domande trovarti, ovvio!
– Ma se non …
– Niente ma. Sono anni che ti cerco e ora sei ad un passo da me. Non mi
arrendo adesso e neanche tu poi farmi cambiare idea. Non vuoi potermi
abbracciare nella realtà, nel mio mondo?
– Che razza di domande fai! Certo che ho voglia di tornare nella realtà
e ti assicuro poterti abbracciare e solo una delle tante cose che ho
voglia di fare in tua compagnia ma non voglio sacrificare neanche una
parte della tua realtà per questo.
– Io non sto sacrificando nulla, anzi mi diverto parecchio e imparo
tantissime cose nuove!
– Devi prepararti sorellina.
– Sono qui da pochissimo
– lo sai che non serve fare storie, eri stanchissima e hai dovuto
riposare tanto.
– Uffa! Anche questo è colpa sua, sappilo!
– Come vuoi ma ore vai.
– Ci sarai domani? Prometto di non stancarmi troppo.
– Io sono sempre qui lo sai bene.
– Allora io vado.
La stanza in cui ci troviamo inizia ad avere dei contorni sempre meno
netti, i colori si confondono tra di loro, questo significa che il mio
tempo qui sta realmente finendo, devo uscire dalla casa per svegliarmi.
– Josef.
– Scusa?
– Ora si fa chiamare Josef Kostan. Dalle mie indagini non frequenta
nessuna.
– Non sai raccontarmi bugie Alex.
– Tecnicamente è la realtà, non frequenta nessuna umana o vampira che
tu voglia, le uniche donne sono fresie! Io non le calcolerei come
pericolose, sono alla stregua di un menu d’asporto …
– Sai essere molto convincente …
– C’era una donna con cui si è intrattenuto parecchio, oltre a me, ma
frequenta già un suo vampiro …
– Domani mi racconterai tutto.
– Non combinare casini mentre sono via.
– Qui non può succedermi nulla, tu piuttosto fai la brava.
– Come sempre. A domani Sarah!
Appena chiudo la porta alle mie spalle, la casa inizia a sparire,
lentamente apro gli occhi per trovarmi nel mio letto, nella mia stanza
e anche stavolta da sola. Resto tra le calde coperte ancora un po’, la
giornata e appena iniziata ma non ho voglia di lavorare.
Vorrei poter tornare da Sarah, ma anche restando tutto il giorno a
dormire so perfettamente che ciò accadrà solo a notte inoltrata. Sarah
Whitely l’unico membro della mia famiglia da cui ho ricevuto amore,
strano perché è in coma da 50 anni. Charles Fitgeral alias Josef
Kostant cerco di vampirizzarla quando lei aveva 20 anni, io non ero
ancora nata all’epoca, qualcosa andò storto e lei cadde in un coma
profondo da cui potrebbe non svegliarsi mai. Io non sapevo
dell’esistenza di Sarah, anche se la mia famiglia l’ha sempre cercata,
non ha mai rinunciato o perso la speranza di riottenere almeno il suo
corpo. La verità però è stata celata a molti, perfino alla stessa
Sarah. I miei parenti, la mia famiglia nascono con un compito:
proteggere.
Non tutti però accettano questo ruolo, non tutti hanno le stesse
capacità o propensioni per un determinato compito ma come si soul dire
l’unione fa la forza!
Cosi più come un’organizzazione che una famiglia, lavorano per
proteggere le persone ed eliminare il male in qualunque forma esso si
presenti. Non tutti accettano il loro ruolo o quello delle persone che
amano, cosa che fece mio zio, il padre di Sarah, si allontanò dalla
famiglia e cosa grave nascose la verità a Sarah. Io sono nata
precisamente 25 anni fa, il mio compito è di sconfiggere i vampiri, il
mio destino, destino che avrei condiviso con Sarah se solo lei avesse
saputo. Da 25 anni lei mi è accanto nell’unico modo che può, nei sogni,
mi ha sostenuto più lei che le persone che mi circondano. Abbiamo
scoperto la verità insieme e insieme la stiamo affrontando, anche se
c’è un punto che entrambe non condividiamo: il suo ritorno.
A lei non importa, a me invece più di qualsiasi altra cosa tanto da
focalizzarmi su ciò da anni senza lasciar molto spazio ad altro.
Voglio poter vivere felice, voglio l’unica famiglia che io considero
tale e per farlo ho bisogno di scoprire dove sia il suo corpo, lo farò
a costa di dover estorcere l’informazione con la forza da Josef. La
ricerca di Charles è stata ardua, i vampiri si spostano spesso,
cambiano nome e abitudine molto volte nella loro esistenza tanto da
diventare abilissimi nel nascondere le loro tracce e per mia sfortuna
lui lo faceva da 400 anni. Alla fine lo trovato, non so neanche io di
preciso com’è successo, ma che importanza ha? Sarah è sempre più
vicina, questo è importante, questo è l’unica cosa che conta.
Angolo dell'autore:
Vado di corsa!
La storia dovrebbe partecipare hai Nesa, se riesco a pubblicarla tutta entro domani ...
Questa è una storia che ho scritto tanto tempo fa, un pò rivista perchè il finale non mi convingeva ... Scusa eventuali errori, vi assicuro che ho controllato mille volte. A presto!
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