-Ehi Ri. Ma secondo te quando arriva la consapevolezza che cosa bisogna fare?
-Di che consapevolezza parli?
-Di quella simile ad una mistura acerba di rimorso e invidia. Solo che,
se rimane solo rimorso bene o male si potrebbe sopportare, ma
l'invidia...
-Già, hai proprio ragione, l'invidia ti mangia dentro. Ti
succhia la linfa vitale e lascia solo i detriti della speranza che
guarda a un tempo immutabile, ingovernabile.
Insomma, alla fine ciò che è accaduto rimane indietro, siamo noi ad andare avanti.
La ragazza esita un attimo. Con le mani accarezza il fresco prato del
suo giardino, che la salva dal caldo destino cui l'arsura estiva la
sottopone ogni mese di giugno, come travia gli altri esseri umani dopo
tutto, e volge gli occhi al cielo. Una coppia di gabbiani vola ad un
centinaio di metri più in la, richiamati dal profumo del mare,
richiamati dal loro stesso stomaco che con urgenza reclama il diritto
alla vita.
-La verità è che la vita non lascia spazio ai
ripensamenti. Non si è mai troppo pronti, mai troppo sicuri. A
volte sei troppo pigro, a volte hai troppo sonno, a volte sei troppo
impegnato.
Gli occhi di uomo sono sempre più spesso chiusi.
-Almeno noi li abbiamo aperti no? Lo stiamo facendo. C'è chi non si sveglia mai dal sonno della mente...
-Però ritorniamo allo stesso punto. Li abbiamo aperti ora, solo ora. Quanti anni hai Richi?
-Che domande mi fai Rosz! Diciotto, diciotto non ricordi? Mmmmh....
-E dimmi Ri, che hai fatto fino ad ora? Metti la mano sul cuore...
Bene. Sei in grado si affermare che il tuo tempo fin'ora è stato
pieno?
-Rosz che domande mi fai, io sono felice con te.
-Ri, stiamo facendo un discorso più ampio, forse serve più a me che a te...Rispondi adesso.
-Beh, si. Penso di si. Si, lo è stato... Ma perché tutto questo?
Riccardo allunga una mano verso il viso candido di Rosa, percepisce
dagli occhi leggermente opacizzati della ragazza per la
malinconia che qualcosa non va, che strani pensieri le invadono
la testa, come tanti minatori che picchiano lentamente con i loro
picconi nella parete di una miniera...
A lungo però la erodono, qualche detrito viene giù e si
accumula agli altri, si forma un cumulo sempre più grande...
Alla prima mano si aggiunge la seconda. Le due mani ora toccano le
guance morbide, lattee di Rosa; le dita affusolare di Riccardo spostano
la loro attenzione sulle orecchie della ragazza. Percorre le linee
sottii, perfette e ricche di significato come la terra della Colchide;
queste attenzioni fini e particolare la proiettano in un mondo arcaico
di sentimento e passioni terrene.
La mente che si fa carne. Il desiderio che si trasforma in violenza. L'amore che colma tutto.
Rosa è scossa dalla potenza che i gesti di Riccardo emanano, a
stento non cede a quegli occhi magnetici. Ma lui non lo fa a posta, lui
la ama dopo tutto.
E lei...lei lo ama?
-Niente, una semplice curiosità amore mio.
Rosa gli sorride dolcemente. Che occhi finti. Con quale coraggio gli
sorridi in faccia così spudoratamente!? Sei una bugiarda...
Smettila di baciarlo. Smettila di sedurlo. Smettila di farlo innamorare
sempre di te!
-Amore, penso che quest'estate dovremmo andare in vacanza solo noi due. In un posto al mare. Che ne dici?
È sempre così dolce, forse mi ama veramente... Forse lo amo anche io.
-Certo. Penso sia una buona idea. Però devono vendere le granite.
Riccardo è abituato alle stranezze della ragazza, la sua
personalità a volte si perde più in alto, la mente in
qualche luogo sterminato e puro.
-Si dolcezza, le troverai le granite. E anche i frappè!
Rosa di tranquillizza un po'. Si riempe dell'approvazione di Riccardo,
della leggerezza con la quale affronta le stranezze di lei, la sua
ragazza.
Si, lo ama.. Solo che...
-Riccardo.
-Si Rosz.
-E quindi cosa ne pensi?
-Cosa ne penso su cosa?
-Il discorso di prima.
-Ah già...Non lo Rosz. Che ne dici se me ne parli. Se non vuoi non fa niente, ne parliamo un'altra volta.
Rosa lo guarda. I grandi occhi castani lo scrutano come a volere
svelare qualche difetto e memorizzare ogni singolo centimetro di
pelle... lo osserva spesso. Si blocca sui piccoli dettagli; sul piccolo
neo vicino la narice destra; gli tocca le labbra, ne appura la
consistenza.
Poi lo prende e lo bacia. E lo desidera.
Invece si alza. Inforca gli occhiali e con un bacio sulla fronte lo accompagna al vecchio cancello azzurro.
-Allora ci sentiamo più tardi amore.
-Certo...glugluglu.
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