Ad
Anna,
perché mi sopporta e nonostante sia un po’ matta, è un angelo.
Aftermath.
[Conseguenze]
{Nelle
vie di NewYork il poeta
è da solo
e nessuno lo salverà…}
Morte
di un poeta, Modena City Rambles
Camminava
a passo spedito tra le vie di Los Angeles che brulicavano di gente.
Nessuno lo accompagnava. Né Shannon, né Tomo, neanche Emma. Non li
aveva
voluti.
L’aria era gelida quel giorno, forse troppo per il mese in cui si
trovavano.
Era tanto fredda che neanche il suo cappotto, la sua sciarpa e i suoi
guanti
riuscivano a riscaldarlo, ma l’idea di fermarsi, di andare a bere
qualcosa di
caldo in un bar non l’aveva nemmeno sfiorato.
Aveva bisogno di pensare.
Di farlo davvero.
Lontano da tutti quelli che conosceva.
Era stanco.
Fisicamente, mentalmente.
Lo era, nessuno poteva obiettare su quello.
Dopo un anno passato in tour era davvero stremato, ma aveva promesso
–come se
fosse stato un patto- che non si sarebbe mai arreso. Avrebbe voluto
dire
deludere migliaia di persone. Di amici. Di Echelon.
E, nonostante fosse sicuro che lo avrebbero perdonato anche se un suo
abbandono
avrebbe posto la parola fine alla loro band, nonostante sapesse che
avrebbero
capito, proprio non riusciva a fermarsi.
Era ben consapevole del fatto che, lentamente, si stava logorando, si
stava
consumando, spingendosi sempre più in là, non fermandosi a riposare
neanche per
poco tempo.
Lo faceva per loro. Per gli Echelon. Per quelle persone che da
sempre-ognuna
con una propria storia- li sostenevano.
Lo faceva perché li amava. Perché loro erano buona parte del suo
“tutto”, ma
non riusciva a capire che loro non volevano altro che lui, suo fratello
Shannon, l’amico Tomo stessero bene, perché –come loro stessi, i Mars,
ripetevano spesso, quella che erano riusciti a costruire era una
famiglia,
disfunzionale, certo, ma pur sempre una famiglia; e nelle famiglie si
fa così,
ci si vuole bene, si desidera il meglio per tutti.
Ma se avesse continuato, quei momenti di totale euforia con loro non
sarebbero
mai più esistiti.
Triste, vero?
Il freddo era diventato ancora più pungente, incredibile come la
temperatura
fosse diminuita così velocemente in quei pochi giorni.
Beh, se non altro si intonava al suo stato d’animo.
Jared si sistemò la sciarpa attorno al collo e ricalcò bene il cappello
sulla
testa – per fortuna nessuno lo aveva riconosciuto quel giorno- e
continuò a
camminare.
Concluse che quella passeggiata gli era servita.
Nessuno avrebbe potuto salvarlo, se lui stesso non avrebbe deciso di
farsi
aiutare.
Di riposare.
Decise di farlo.
Non di abbandonare, no. Il suo non sarebbe stato un addio, ma solo un
arrivederci. Giusto il tempo di fermarsi per riprendersi e ripartire.
“In fondo” si disse “qualche giorno di pausa non mi farà che bene..e
potrò
ricominciare meglio di prima”
Tanti glielo dicevano e finalmente li aveva ascoltati, ma soprattutto si era ascoltato.
Molti vantavano di conoscerlo, ma chi lo conosceva per davvero?
{Ma
è
sempre e soltanto la stessa vecchia storia
e nessuno lo capirà}
Forse solo lui.
Vale.
Ps: Provehito in
Altum!
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