Da quando Yoite aveva bruscamente iniziato a far parte della
quotidianità di Raiko e Gau, quest’ultimo lo aveva
subito considerato un intruso, e non a torto.
Yukimi aveva praticamente obbligato il samurai a sorvegliare il ragazzo
almeno fino a quando non sarebbe tornato da una missione con i Kairoshu.
-E stai attento!-, gli aveva raccomandato prima di sparire.
Yoite aveva un’aria malridotta e crollò a terra
dopo pochi istanti, tossendo furiosamente: la sua stessa vita era il
prezzo del Kira, Gau lo sapeva, e si sentiva anche piuttosto meschino
mentre fissava indecifrabile il suo signor Raiko che si chinava
sull’altro, preoccupato.
-Aiutami a portarlo di là.-, gli chiese il samurai
voltandosi verso di lui, e Gau acconsentì a trasportare
Yoite nella camera vicina, sul proprio letto all’occidentale.
-Signor Raiko!-, lo chiamò allarmato notando il sangue che
inzuppava gli abiti del ferito e gli aveva sporcato la mano.
-Yukimi è pazzo.-, sibilò Raiko prima di ordinare
a Gau di portargli delle bende, del disinfettante e panni bagnati, dato
che non conosceva alcun jutsu medico, e il ragazzo obbedì
volentieri, era sempre felice di rendersi utile.
Ci mise un attimo a trovare tutto il richiesto e quando
tornò in camera non gli piacque per niente quella vista. Il
signor Raiko aveva iniziato a spogliare Yoite, valutando le ferite
apparentemente leggere che continuavano a sanguinare, sporcando le
coperte.
Non era il fatto che il ragazzo fosse mezzo nudo, no; non erano nemmeno
le sue coperte macchiate a farlo rimanere imbambolato sulla porta.
Lo sguardo del signor Raiko… era quello meticoloso e attento
di chi doveva valutare i danni di una ferita, certo, eppure sembrava
celare di più. Ma cosa?
Gau scosse la testa e si avvicinò ai due svelto, porgendo
per primo al samurai un asciugamano bagnato con cui pulire il sangue.
-Non sono ferite gravi, sembrano graffietti.-, iniziò Raiko
pensoso indugiando con delicatezza su una zona sulla quale il liquido
ematico si era seccato, -Ma non smette di sanguinare.-
Yoite accennò una smorfia ironica, gli occhi spenti e
stanchi. Lo sapeva che quella era la sua fine.
Stringersi in quel modo al signor Raiko, avvolti nelle coperte del
futon, era il frutto di una fortunata combinazione di eventi.
Primo tra tutti, anche se non particolarmente felice, Yoite che
occupava il suo letto.
Gau avrebbe potuto dormire sul divano, ma sarebbe stato scomodo e al
freddo dato che i Kairoshu non li pagavano abbastanza da poter
accendere a pieno regime il riscaldamento notte e giorno.
-Sigh…-, Raiko sospirò prima di muoversi appena.
Gau gli si era innocentemente
spalmato addosso, e non poteva certo biasimarlo per questo, dato che
metà di lui stava congelando allegramente.
Senza nemmeno pensarci gli accarezzò i corti capelli neri,
avvicinando appena la sua testa all’incavo del proprio collo.
-Cosa c’è, signor Raiko?-, bisbigliò
Gau arrossendo appena.
-Mm, nulla. Avrai freddo.-, la buttò giù lui con
finta noncuranza.
-Già.-, e come obbedendo ad una muta richiesta il ragazzo
gli si strinse appena un po’ di più.
Da quanto Gau lo amava?
Il sentimento iniziale di riconoscenza e ammirazione si era presto
trasformato in qualcosa di più, lo sapeva, e anche se il
signor Raiko non sembrava ricambiarlo particolarmente quando erano con
gli altri –per esempio quell’invadente del signor
Yukimi- erano i momenti che trascorrevano quotidianamente assieme a
dare a Gau la certezza di essere corrisposto.
Il the mattutino, ad esempio, che Gau preparava con cura, le missioni
che controllava, i pasti, i pomeriggi liberi trascorsi sul divano, uno
a leggere, l’altro a lucidare Shirogamon, e i rigorosi
allenamenti giornalieri.
Eppure… erano già tre giorni che Yoite era
arrivato, e tre giorni che la loro routine si era spezzata.
Gau non poteva fare a meno di notare come il signor Raiko indugiasse
sulla pelle nuda dell’altro più tempo del
necessario, come ritenesse opportuno sistemargli i capelli in modo che
non gli finissero sugli occhi, come gli fosse indispensabile toccarlo.
Era quasi umiliante provare fastidio per tutto quello. Di sicuro era
tutta immaginazione, lo sguardo tenero di Raiko nient’altro
che un’illusione, come la smorfia dolorante di Yoite che
sembrava accendersi di vita. Tutto frutto della sua fantasia…
Il quarto giorno da quando Yoite era arrivato portò a Gau
consiglio, o almeno questo fu quello che si disse lui: dato che il
signor Raiko era uscito per un’importante missione per i
Kairoshu e non l’aveva portato con sé, il ragazzo
decise di scambiare quattro chiacchiere con l’infermo.
-Va meglio?-, gli chiese con cortesia entrando nella stanza, non
ottenendo risposta.
Disfò i bendaggi, sostituendoli e controllando le ferite che
si stavano rimarginando, anche se tutto il corpo emaciato di Yoite
suggeriva che sarebbe bastato un nonnulla per farle riaprire.
-Spero di non farti male.-, ritentò, ricevendo
un’occhiata cupa.
Com’era intrattabile!
-Il signor Raiko è più bravo di me.-,
confessò senza malizia, decidendo che l’assenza di
risposte non era poi una tragedia così grande, ma il sorriso
appena abbozzato che spuntò a Yoite di malizia sembrava
averne, eccome.
Cosa doveva fare? Continuare a parlargli o terminare il lavoro ed
uscire?
-E’ davvero una persona eccezionale.-, continuò,
-Così buono, e…-
-Vattene.-, lo interruppe Yoite con un bisbiglio soffocato, la voce
rotta dalla stanchezza, e Gau obbedì in silenzio.
Gau obbediva sempre.
Quando vide il signor Raiko imboccare Yoite con le stesse mani con cui
la notte lo aveva abbracciato e quella mattina gli aveva scompigliato i
capelli, Gau capì.
Non erano solo gli sguardi attenti che si lanciavano,
l’impazienza e fame di Yoite, era probabilmente la sua
reazione a confermare ciò che più temeva.
“Il signor Raiko è così
buono”, pensò affannosamente, “Il suo
cuore è così grande…”
“Balle”,
si rispose con durezza, “Anche
lui non è altro che un doppiogiochista”
“Ma gli sta solo dando da mangiare”
“Sai bene che
Yoite è in grado di farlo da solo, e lo sa pure lui”
“Non sta facendo nulla di male”
“Non fa mai
nulla di male, anche con te. Ti bacia la testa, ti accarezza, ti
abbraccia… credi che non lo faccia anche con Yoite?”
“No, lo sta solo curando. Sta mantenendo la promessa fatta a
Yukimi”
“Non gli ha
fatto nessuna promessa, non gl’importa nulla. A Yoite
dà il necessario, con te non si decide”
“E’ troppo buono”
“Ecco forse a
cosa si riferiva Yukimi con quell’attento”
“L’ha indirizzato a me?”
“Ovvio”,
fu l’ultima battuta trionfante che pose fine al conflitto
dentro di lui.
-Gau, che ci fai lì? Torna in cucina che ti raggiungo tra un
attimo.-, Raiko si era accorto di lui, e dopo un paio di minuti
effettivamente lo raggiunse a tavola, mangiando con lui e donandogli
gli stessi sguardi colmi di tenerezza di sempre, come se fosse un
cucciolo.
-Delizioso.-, commentò terminato il pranzo, lodando le
abilità culinarie di Gau.
Che stupido. Era peggio di un cucciolo: era un cane a comando.
Stretto al corpo più grande di Raiko, le labbra del samurai
sulla sua fronte e le sua braccia che lo avvolgevano –non
stavano dormendo, lo sapevano entrambi, eppure si allacciavano
così fingendo l’innocenza del sonno-, Gau si
sentiva felice.
Stranamente felice, ed inquieto allo stesso tempo.
Era certo che con quelle mani Raiko avrebbe accarezzato anche Yoite, lo
avrebbe guardato con quell’attenta avidità, forse
gli avrebbe fatto sentire il suo respiro caldo sulla pelle.
Si sarebbe mai deciso, il signor Raiko?
Gau si concesse un sospiro prima di affondare nel collo
dell’altro.
Non poteva saperlo, poteva solo sperare.
Non voleva costringerlo, era costretto a lottare.
Festeggio San
Valentino in modo diverso, con una bella threesome dove nessuna coppia
prevale xD spero di aver rispettato l'interpretazione, in fondo la
situazione non si risolve. Ho deciso di narrare la storia dal punto
di vista di Gau perchè mi sembrava più facile
rispettarne il carattere: obbediente, tranquillo, soffre in silenzio.
Raiko fa il "fratello maggiore", prendendosi cura di Yoite, che rimane
cupo e piuttosto sulle sue, anche se
apprezza le attenzioni di Raiko. Dato che ritenevo improbabile che
Yoite si ferisse, ho ipotizzato che avesse subito solo dei graffietti,
ma a causa del suo progressivo deperimento il sangue non riesca a
coagularsi
e quindi continui allegramente a scorrere. Um, poi lo stile
è un po' un esperimento, diverso dal mio solito.
Ho cercato di valorizzare l'introspezione di Gau, anche se ora che
rileggo il suo conflitto ineriore sembra affetto da doppia
personalità, poveretto x°
E' il mio primo esperimento su Nabari ed il mio primo triangolo: mi
piacerebbe davvero sapere che ne pensate, punto a migliorarmi sempre di
più :) Grazie per aver letto!
Nyappy
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