Nick
Autore: Simphony
Titolo: Inchiostro e sangue
Coppia
Film-parola: Lettere da Iwo Jima – Inchiostro
rosso
cremisi
Fandom: Lettere da Iwo Jima
Personaggi/Pairing:
Saigo
Genere: Triste, Drammatico
Rating:
Arancione
Avvertimenti: One Shot
Introduzione:
E spesso, di notte, mi sorprendevo a piangere. Ho perso tutto
lasciando Iwo Jima.
Note dell'autore: Il contest è
incentrato sulla scelta di un film da una lista. Ad ogni film,
corrispondeva una frase e / o una parola.
Ho
voluto scrivere su questo film perché subito dopo averlo
visto mi
era venuto in mente un flash. Di che tipo, non sono riuscita a
capirlo fino a quando non mi è uscito con questo contest la
frase
“inchiostro rosso cremisi”. Spero di aver fatto un
buon lavoro.
*°*
Inchiostro
e Sangue
*°*
Il
flebile rumore della penna che scivola leggera sulla carta,
è
l'unico rumore che m'impedisce di pensare al deprimente spettacolo
piovoso e notturno che mi circonda.
Il
leggero stridio di ciò che trascrivo nero su bianco mi fa di
volta
in volta sbattere le palpebre. I pensieri, fissi su mia moglie e
sulla guerra.
“ Cara
Hanako,
ti
scrivo questa lettera prima che per sia troppo tardi. Per cosa? Non
lo so. Davvero. Ma ricordati, ti amo.
Il
ricordo del tuo volto, mi ha scaldato il cuore quando eravamo sotto
il bombardamento degli americani.
Il
ricordo del tuo sorriso, mi ha permesso di ingoiare qualunque
sopruso, di sopportare qualunque sofferenza
Il
ricordo della tua mano leggera sulla mia guancia, mi ha dato la forza
per non morire, per non arrendermi.
Adesso,
si Hanako, anche adesso che mi ritrovo disteso su un lettino in una
tenda medica americana, non so cosa mi accadrà.
Ho
visto terribili violenze in guerra Hanako. Ho visto terribili scelte.
Ho visto persone con le quale fino a pochi minuti prima avevo diviso
il poco riso rimasto, uccidersi sotto i miei occhi.
Il
loro sangue, le loro membra, perfino le loro budella si sono
scontrate contro il mio corpo, dopo che loro si erano fatti
esplodere.
E
io non ho potuto fare nulla per salvarli.
Tutto
questo per “il grande impero giapponese”. Tutto
questo perché
“l'onore è tutto”. Tutto questo
perché Iwo Jima è una “terra
sacra” e come tale andava protetta e difesa.
Ma
questo non ha impedito al nostro governo di abbandonarci a noi
stessi.
Senza
rinforzi, acqua e cibo abbiamo cercato di sopravvivere.
E
più che a me stesso, in quei momenti pensavo a te. Pensavo a
nostra
figlia, che forse non avrei mai visto.
Pensavo
a come era la nostra vita prima della guerra. Pensavo alla nostra
felicità, alla nostra famiglia.
E
spesso, di notte, mi sorprendevo a piangere. Ho perso tutto lasciando
Iwo Jima Hanako. Sono sopravvissuto, ma allo stesso tempo sono morto
insieme ai miei compagni.
Anche
adesso non vedo che orrore e sangue.
Anche
mentre ti scrivo, non vedo altro che disperazione.
Anche
l'inchiostro, con il quale ti sto scrivendo solo rabbia e paura, non
mi sembra più nero, ma solo inchiostro color
cremisi.
Cremisi,
rosso come il sangue che è stato versato in guerra. Cremisi,
rosso
come il sangue che ho visto sgorgare dal corpo dei miei amici.
Cremisi, rosso come il sangue che avrei potuto sputare io nel caso
fossi morto.
Se
mai tornerò a casa Hanako, forse non sarò lo
stesso uomo che hai
amato e che hai sposato.
Forse
non sarò lo stesso uomo che ti ha donato la nostra splendida
figlia.
Forse
sarò una persona triste, isolata, a tratti violento e anche
pauroso
di qualunque rumore strano nel giardino.
Non
voglio finire così Hanako. Non voglio. Voglio che tu
continui a
stringermi fra le tue dolci braccia. Voglio che tu continui a
guardarmi con gli stessi occhi di prima, senza farti spaventare da
quello che sono diventato.
Ci
riuscirò, Hanako?
Se
ti avrò accanto e se tu avrai la pazienza di starmi accanto,
come
una brava e devota moglie, forse riuscirò in questa impresa
che
adesso mi pare disperata.
Se
mi starai accanto e mi sosterrai come sei riuscita a fare nei momenti
di difficoltà, forse tutto tornerà come un tempo.
Io,
te e la nostra piccola.
Ora
devo andare. Arrivano i dottori.
Hanako,
non so quello che accadrà. Però sappi, che
qualunque cosa mi
succeda, io ti amo e ti amerò, sempre.
Tuo
devotissimo,
Saigo”
Prima
di piegare il foglio in tre parti, ricontrollo per un secondo la
moltitudine di ideogrammi che ho scritto, dove ho riversato tutti i
miei sentimenti, la mia frustrazione, il mio dolore.
Devo
dire che alla fine non posso lamentarmi.
Sono vivo a differenza
dei miei amici, dei miei compagni, dei miei superiori.
Sono
tutti morti su quell'isola. E io sono stato salvato da colore che un
tempo dovevo uccidere affinché non invadessero la terra
sacra
dell'Impero Giapponese.
Ormai
è un mese che mi trovo in questo ospedale, le mie ferite
sono quasi
del tutto guarite. A forza di stare a stretto contatto con gli
americani, ho anche imparato un po' d'inglese.
Fuori
sta piovendo a dirotto. La pioggia è fitta fuori dalla
finestra e
non si vede altro che uno spesso muro d'acqua.
Lampeggia
e tuona. Il rumore fa tremare i sottili vetri che ci separano dal
freddo e ci tengono al sicuro dall'inferno che si sta scatenando
fuori dalla palazzina.
Il
solo pensiero di non sapere che cosa sta facendo Hanako mi uccide.
Vorrei tornare a casa, ma so che questo potrebbe anche non avvenire.
Non
so se tornerò a casa. Non so che cosa mi accadrà.
Non so lei che
cosa farà.
Ripiego
la lettere con le mani che mi tremano. Ho gli occhi lucidi. Scuoto la
testa, senza sapere che cosa fare.
Continua
a piovere, senza alcuna sosta. Non ha mai piovuto così tanto
in
questo ultima settimana.
Bussano
alla porta della mia stanza di ospedale. E' il dottore.
Devo
dire che con il dottor Hender ho legato abbastanza. Anche
perché era
nella squadra che mi ha trovato ad Iwo Jima. Era a capo della
spedizione e, nonostante il mio comportamento, non mi ha
ucciso.
Anzi, ho dimostrato una totale e sincera umanità nei
miei confronti. Lo ammiro e lo stimo per questo suo lato.
Fa
parte degli americani. E' un americano. Ma
è la prima persona
che sento vicino a me fin da quando mi sono svegliato qua dentro.
«
Saigo. » dice solo sorridendomi «
Come sta? »
«
Bene dottore. » rispondo.
Torno
a guardare fuori dalla finestra, il muro d'acqua sembra si sia fatto
ancora più impenetrabile
«
Continua a piovere. » commento piano «
E' quasi una settimana che piove senza tregua. E' deprimente »
«
Le manca tanto la sua famiglia, vero? » mi chiede.
Stringo
leggermente le dita sulla lettera. Mi devo concentrare per evitare
che i ricordi affollino di nuovo la mia mente, senza sosta.
«
Si. Molto. »
«
Allora Saigo, credo che gradirà quello che ho da mostrarle.
»
Il
dottore si sposta dalla soglia e dietro di lui vedo mia moglie e
accanto a lei una bambina.
Mia
figlia.
Mi
alzo da letto e corro incontro ad entrambe. Piango talmente tanto che
rischio di non avere più lacrime.
Sento
le dita di Hanako che si stringono intorno a me e le piccole manine
della bambina che si aggrappano al mio pigiama.
Rimaniamo
a piangere, in silenzio, io e Hanako a lungo. Abbracciati, stretti
l'uno fra le braccia dell'altra e non so cosa dire.
Tutto
è cambiato. Tutto è diverso.
Lascio
lentamente mia moglie.
Dietro
di lui il dottore mi sorride.
«
Grazie. » mormoro «
Grazie, grazie, grazie. »
Lui
sorride ancora. China leggermente la testa e mi guarda.
«
E' il minimo che io potessi fare. Spero che adesso, la sua vita in
America, rappresenti un nuovo inizio per lei e per la sua famiglia.
»
Ho
ancora gli occhi pieni di lacrime e la gola secca. Non faccio altro
che annuire.
Lui
mi lascia solo con la mia moglie e mia figlia. Le stringo di nuovo.
Si,
voglio restare con loro.
Per sempre.
«
Il vostro devotissimo Saigo. » sussurro piano alle loro
orecchie.
Hanako
sorride fra le lacrime, la bambina non mi capisce data la sua
età.
Adesso,
voglio iniziare una nuova vita. Voglio iniziare un altro capitolo del
mio destino con loro.
Vi
amo.
Fine
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