Titolo:
Color
del cielo
Fandom: Bleach
Personaggio/Coppia: [Nuovo Personaggio
(Haine Jaggerjack)]
Prompt: # 2; Primavera,
Rondini
Rating: PG (per tutti)
Conteggio
Parole:
617
Riassunto: [...]Ad Haine il
cielo in primavera era sempre piaciuto perché era blu, tremendamente
blu – come
gli occhi ed i capelli della sua mamma – ma c’era sempre
qualcosa che la teneva inchiodata a terra, qualcosa che le impediva di
godere appieno di quella bellezza. Avrebbe tanto voluto avere delle
ali, Haine. Delle ali per volare lontano e su, sempre più su, in quel
posto così bello ma spaventoso al tempo stesso. E da quando i suoi
genitori erano morti quel desiderio era cresciuto, nel suo cuoricino di
bambina. Voleva diventare una rondine – lo aveva detto distrattamente
un giorno alla nonna – perché le rondini volavano in alto e lei sapeva
che la mamma ed il papà erano là, tra le nuvole e le stelle.[...]
Note: AU; One Shot
Mi ricordo che
questa fic era stata un vero trauma perchè avevo ancora poco tempo per
completare gli ultimi prompt legati all'iniziativa indetta da fanworld.
Ma poi, BUHM, l'ispirazione è arrivata. Qui parlo ancora di Haine,
anche perchè è un personaggio che amo molto, perchè in lei ho messo un
po' tutti gli aspetti delle persone che stanno attorno a me. Ed è
questo che la rende speciale ai miei occhi^^
buona lettura
Color del
cielo
Osservò il
cielo, le nuvole che si muovevano lentamente sopra la sua testa,
trasportate da un vento quasi impercettibile se non per il fatto che
agitava appena le punte dei suoi lunghi capelli scuri.
Le piaceva la
primavera. Le piaceva perché si stava tremendamente bene al sole,
grazie a quell’arietta così piacevole ad accarezzare la pelle. Le
piaceva perché non doveva più patire il fastidioso freddo invernale che
andava sempre a congelarle la faccia e le dita.
Si stiracchiò
appena, i muscoli di tutto il corpo che andavano a stendersi, la
schiena che veniva appoggiata alla panchina che pochi secondi prima
aveva trovato così tanto invitante da farle desiderare di fermarsi in
quel posto per un po’. Solo qualche secondo dopo tornò a guardarsi
intorno, con sguardo calmo e indifferente. In quel momento aveva solo
voglia di restare lì, ad assaporare tutto quel dolce tepore e non fare
altro. Chiuse gli occhi neri, sorridendo, felice. Da quanto non faceva
una cosa del genere?
Da quando lei non
c’era più.
Aprì
faticosamente un occhio, tornando a guardare il blu del cielo,
ripensando a cose che avrebbe tanto voluto evitare di ricordare. Ad un
tratto qualcosa di scuro attirò la sua attenzione, facendole aprire
anche l’altro occhio, nel tentativo di inquadrare quella cosa meglio. Era un
uccellino, ma non capiva se fosse un passerotto o qualcosa del genere.
Fu solo ad una sua planata verso il basso che capì di che volatile si
trattasse. Una rondine. Una bellissima ed elegante rondine.
Arricciò le
labbra in un sorriso pieno e stupito, mentre i suoi grandi occhi scuri
osservavano quell’esserino volteggiare sopra la sua testa in una serie
di virate e planate degne del miglior pilota dell’aviazione. Anche ad
Osaka c’erano, le rondini. Almeno, a lei sembravano rondini, quelle che
vedeva volteggiare sopra la sua testa durante quelle tiepide e
piacevolissime giornate di primavera. Ma era troppo piccola per poterle
guardare bene ed il cielo era così lontano! Ma c’era sempre qualcuno –
che fosse suo padre prima o sua nonna poi – che se la metteva sulle
spalle, per farla avvicinare a quella cosa così grande e vasta. Così
bella ma anche terribilmente spaventosa. Perché per lei,
così piccina, il cielo sembrava troppo grande e poteva inghiottirla da
un momento all’altro, ma c’era sempre il pensiero che fosse solamente
un manto blu e null’altro a tranquillizzarla. Però non poteva aver del
tutto paura di quel cielo così bello. Ad Haine il cielo in primavera
era sempre piaciuto perché era blu, tremendamente blu – come gli occhi ed i
capelli della sua mamma – ma c’era sempre
qualcosa che la teneva inchiodata a terra, qualcosa che le impediva di
godere appieno di quella bellezza. Avrebbe tanto voluto avere delle
ali, Haine. Delle ali per volare lontano e su, sempre più su, in quel
posto così bello ma spaventoso al tempo stesso. E da quando i suoi
genitori erano morti quel desiderio era cresciuto, nel suo cuoricino di
bambina. Voleva diventare una rondine – lo aveva detto distrattamente
un giorno alla nonna – perché le rondini volavano in alto e lei sapeva
che la mamma ed il papà erano là, tra le nuvole e le stelle.
Chiyo allora
non le aveva detto nulla. Semplicemente non l’aveva più portata a
guardare il cielo fino a quando quel pensiero – del fatto di unirsi ai
genitori – non le era svanito dalla testa. Però il desiderio di
diventare una rondine non era sparito. Era semplicemente mutato in un
qualcosa di diverso. Perché lei avrebbe continuato ad inseguirlo, quel
cielo così blu da farla star male. Perché lei – la mamma – era
lì, ad osservarla.
Indicandole il
cammino da seguire, tramite quel manto così bello, simile al riflesso
dei suoi occhi.
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