Si parla
sempre tanto delle
"guerre intestine" che possono sorgere nel luogo di lavoro, ma mai
nessuno mi aveva parlato di guerre intestinali!
“Assaggia
questo dolce al
cioccolato, è buonissimo.” mi aveva detto
Clotilde, la
segretaria del mio nuovo supervisore di team, porgendomi una scatola di
plastica contenente dei dolcetti fatti in casa.
“Cosa
sono?” domandai, guardando quelle palline che tanto mi
ricordavano le feci di un coniglio.
“Bocconcini
al
cioccolato.” sorrise con la sua immutabile espressione da
babbea
in carriera. Tutto il nostro reparto sapeva che era arrivata ad
assumere una carica così alta solo grazie a tutti i
lavoretti
extra che faceva al capo distretto. Probabilmente, se Madre Natura
fosse stata un po’ più parsimoniosa con il suo
petto,
sarebbe ancora a casa dei genitori a fare la parassita, non certo a
ricoprire un ruolo così prestigioso.
Sospirando,
ne mangiai uno e
subito dopo vidi il suo rossetto tendersi mentre arricciava le labbra
in una smorfia non proprio naturale.
“Tra
dieci minuti
c’è la riunione, mi raccomando non
mancare.”
cinguettò, guardandomi con una strana luce negli occhi
verdi,
coperti appena dalla frangia bionda.
Ora che mi ritrovo seduto sul cesso dell’ufficio
–
dall’asse freddo e scomodo, con poca carta igienica nel
rotolo e
una puzza immonda proveniente dal gabinetto – il suo doppio
gioco
mi è finalmente chiaro: mettermi in cattiva luce davanti al
capo
facendomi mancare alla riunione. E il tutto solo perché
avevo
rifiutato il suo invito ad insieme uscire lo scorso Sabato. Le donne
sono veramente peggio dei demoni.
«Maledetta…»,
ringhio sofferente, mentre lo stomaco continua a fare versi degni di
una fiera, a causa del lassativo. «Questa
me la paga…»,
aggiungo, togliendomi la giacca dell’abito di dosso a causa
dell’opprimente calura di quello stretto e angusto loculo che
funge da toilette.
La guerra è appena
iniziata!