Heart in a Cage.
Brian non si sentiva meglio quella sera, nonostante l'uscita con il suo
migliore amico e la conseguente scopata con una ragazza della quale
ignorava il nome.
Non si sentiva meglio mentre si rivestiva per uscire dal suo
appartamento prima che lei si svegliasse e potesse chiedergli il numero
o nel migliore dei casi il nome.
Non si sentiva meglio all'idea di svuotarsi con persone che non
conosceva, si sentiva una persona pessima mentre usciva dall'ennesimo
portone sconosciuto, trovandosi in un quartiere diverso ogni mattina,
non ricordandosi come e quando ci fosse arrivato.
Ogni domenica si svegliava in un letto diverso, alcuni profumavano di
lavanda, altri avevano l'odore acre di sesso e sigarette.
Ogni domenica aveva un buco di tre ore o forse di più nella
testa, si ricordava poche cose quando si svegliava.
Ogni domenica doveva scappare da quell'appartamento per paura che
quella ragazza, ogni volta diversa, gli chiedesse gli alimenti per un
possibile bambino, visto che nella fretta della voglia di
svuotarsi non era contemplato l'uso di un preservativo o di qualcosa
che gli somigliasse.
Camminava per le vie di New York alla ricerca di un taxy che lo
portasse nella sala di registrazione, in ritardo come al solito.
Era arrivato nella sala con due ore di ritardo, trovando il resto del
suo gruppo impegnato in una futile conversazione sul cibo.
"Buongiorno." aveva detto, aspettandosi la sfuriata dei suoi compagni
che puntualmente era venuta, capitanata da Matt che fungeva un po da
portavoce.
"Ti abbiamo dato una possibilità Syn, non ti dico di dover
stendere il tappeto rosso ogni volta che passiamo noi o baciare i
nostri piedi, ma almeno presentati in orario!" aveva detto, mostrando
più calma delle altre numerose volte.
Era preparato alle loro paternali, ormai ci aveva fatto il callo e
sicuramente non lo facevano stare meglio.
"Mi dispiace, io non mi ero accorto dell'orario.. e mi dispiace." aveva
commentato sincero.
"La tua puttanella non aveva l'orologio in camera?" aveva chiesto
Zackary, alzando volutamente il tono della sua voce.
"Non ci ho fatto caso." aveva risposto, dirigendosi verso la sala
d'incisione.
"Cominciamo con To end the Rapture." aveva commentato Matt, chiedendo
aiuto a Jimm per cercare gli spartiti.
Brian se la ricordava a memoria quella canzone e non aveva bisogno
degli spartiti, ma aveva preferito prendere gli spartiti che Jim gli
stava portando.
Aveva suonato cercando di dare il meglio di sé e guardando
l'espressione soddisfatta di Jimm e di Matt aveva capito che ci era
parzialmente riuscito.
Avevano finito di incidere verso le otto della sera e per festeggiare
si erano diretti verso un pub poco lontano dallo studio di
registrazione.
Brian camminava vicino a Jimmy, raccontandogli della sera precedente e
cercando aiuto per comporre i pochi flash che aveva in una narrazione
coerente e veritiera.
"Io non lo so che fine hai fatto, so che te ne sei andato verso le due,
ma non so dove sei andato a finire."
"Non ti ricordi neanche se Zack era lì?" aveva chiesto.
"Quello me lo ricordo bene, era lì vicino a noi, poi se ne
è andato con una ragazza credo. Perché me lo
chiedi?"
"No così. Mi ricordavo che c'era ma avevo paura che fosse un
invenzione della mia mente.."
"No, c'era. Syn?"
"Mh?"
"Dovresti smetterla di bere tanto e di spargere il tuo sperma per tutta
New York! Non siamo così dannatamente famosi da poter pagare
gli alimenti a trecento piccoli Syn che scorrazzano frignanti per la
città!"
Brian aveva sorriso, annuendo convinto, voleva smetterla anche prima
che Jim glielo dicesse.
Erano le undici e mezzo e Brian non aveva toccato un alcolico.
Si era limitato ad una bottiglia di Coca-cola che stonava rispetto ai
numerosi boccali di birra chiara che, incustoditi, imbandivano il
piccolo tavolino di legno.
"Bevi solo quello?" aveva chiesto Zack indicando la bottiglia rossa.
"Si, qualche problema?" aveva risposto il più piccolo,
sorridendogli sornione.
Il loro rapporto era stato pessimo fin dal loro primo incontro.
Capiva le ragioni di Zack, abituato com'era ad essere l'unico
chitarrista della band e ad avere tutti gli occhi puntati su di lui
doveva essere stato un brutto colpo la sua entrata nella band.
Non ne faceva un dramma del comportamento dell'altro, anzi si faceva
una grande risata su.
E forse era proprio quella risata a rendere l'altro ancora
più acido e cattivo nei suoi confronti.
"No, mi chiedevo a cosa fosse dovuto tutta questa sobrietà."
"Io mi son sempre chiesto a cosa fosse dovuta tutta la tua
acidità." aveva risposto, sempre sorridendo, Brian.
"Non lo so, tu che pensi? Mio dolce spodestatore di re?" aveva chiesto,
ironico, Zack prima di uscire fuori dal locale per una sigaretta in
tranquillità.
Brian, però, non demordeva ed aveva deciso di dare un taglio
a quella situazione, insostenibile non tanto per lui, quanto per il
resto dei ragazzi che si lamentavano ormai da qualche mese per il loro
strano comportamento.
"Oddio, ma cosa vuoi?" aveva chiesto Zack, vedendo la figura dell'altro
chitarrista avvicinarsi.
"Capire il perché!" aveva risposto, come se fosse la cosa
più ovvia del mondo.
"Perché di cosa! Cazzo, Brian, lasciami in pace!"
"Non ti lascio in pace, perché tu non lasci in pace me!
Porca puttana, stai sempre lì a punzecchiarmi a cercare di
trovarmi nel torto solo per poterne godere. Non è una
situazione semplice Baker e vorrei che tu lo capissi."
"Scusami, per le punzecchiature e per tutte quelle cose lì,
ma non capisci."
"Cosa?"
"Il tuo comportamento da ubriaco ecco cosa. Non ti ricordi niente tu,
vero?" aveva chiesto, buttando fuori tutto il fumo della
sigaretta.
"Cosa dovrei ricordarmi?"
"Mi hai baciato, Brian. Mi hai baciato di fronte a Matt, mi hai baciato
con la lingua, dandomi, poi come se non bastasse, della checca
isterica, quando tu mi hai baciato, Brian. Io non ho fatto nulla, forse
ho risposto al bacio con un po di lingua ma per reazione più
che per piacere personale."
"Io cosa?" aveva chiesto, cercando un senso alle parole del
più grande, ma non ve ne trovava.
"Mi hai baciato."
"Non è possibile, a me non piacciono i ragazzi, dannazione"
aveva urlato, fissando gli occhi di Baker cercandovi un barlume di
falsità, ma erano così lucenti e liquidi da
dimostrare tutto il contrario, anzi.
"L'hai fatto." aveva biascicato "E mi è piaciuto ed
è per questo che ti tratto di merda, ok? Dal mio punto di
vista ti sei appropriato del mio ruolo nella band e cazzo ti sei
appropriato del mio cuore mettendolo in una fottuta gabbia. Ed io ti
odio Brian e non smetterò mai di farlo, almeno
finchè non vedo il tuo brutto muso fuori dagli Avenged."
Zack era tornato nel pub, buttando la cicca a terra e voltandosi, solo
una volta, per vedere la reazione di Brian che se ne stava impalato con
lo sguardo perso nel vuoto.
[...]
Erano passate due, o forse più, settimane.
Syn aveva da tempo finito le sue registrazioni, così non era
più tornato nella sala di registrazione, evitando anche di
uscire con i ragazzi.
Si era totalmente estraniato da tutti e da tutto, consumando gran parte
della giornata nel suo appartamento.
Jim aveva più volte provato a chiamarlo, ma non gli aveva
risposto.
Erano arrivati a pensare anche che fosse morto o forse scomparso.
Mancavano poche ore al loro primo concerto, un piccolo concerto in
piccolo locale.
Una comparsata, una semplice e stupida comparsata da usare come
trampolino di lancio.
Brian non si era fatto vedere e le canzoni, ormai, erano arrangiate per
esser fatte con due chitarre e non più con la chitarra
solista di Baker.
Inutili erano state le innumerevoli telefonate o il prelevamento del
ragazzo, per opera di Matt, dal suo appartamento.
Brian si era comportato come un bambino, facendo i capricci ed urlando
pur di non andare al concerto.
Jimm, esausto, gli aveva fatto vuotare il sacco, naturalmente sotto
tortura.
Quando Brian gli aveva raccontato la storia c'era mancato poco che
prendesse fuoco per la rabbia.
"Quel cretino! Quel bastardo, io lo uccido, davvero!" aveva urlato a
pochi centrimetri dalla faccia di Brian che si era ritratto per paura
di essere colpito.
"Jim calmati è normale che abbia reagito così,
cazzo! è colpa di Brian." aveva commentato Matt cercando di
calmare Sullivan.
"Colpa un corno! Ti ricordo che da ubriachi siamo finiti a letto
insieme! Eppure non abbiamo fatto tutte queste storie! Lui le sta
facendo per un misero bacio" aveva urlato, puntando minacciosamente
l'indice a pochi centrimetri dal viso di Matt.
"Ma tu non provi nulla per me. Giusto?" aveva chiesto Matt.
"Cosa centra?"
"Non hai mai pensato che forse a Zack piaci? Non te l'ha forse
accennato fuori dal pub?" aveva rincalzato Matt, guardando il
chitarrista negli occhi.
"Una mezza specie si." aveva detto Brian, collegando i pezzi del puzzle
creando una figura nitida. "Ma cazzo!"
Brian, non avendo più la patente per guida in stato di
ebbrezza, si era fatto accompagnare da Jim e da Matt nel locale dove si
trovava Zack.
Si era avvicinato al più grande.
"Possiamo parlare in privato?" aveva chiesto titubante.
"Certo.." aveva risposto Zack, chiedendo alla ragazza con la quale
stava conversando poco prima, di lasciarlo da solo.
"Mi dispiace, Baker, non avevo idea... io cioè."
"Arriva al dunque, non ho tutta la serata, devo suonare."
"Io non credevo di piacerti." aveva commentato, fissando il petto del
ragazzo pur di non incrociare i suoi occhi.
"è già un inizio."
"Non credo di poterti dare quello che tu vuoi o di sentire quello che
tu senti, almeno per il momento...ma posso provarci, cioè,
posso provare a capirti e..."
"Syn, è tutto apposto." aveva commentato Zack sorridendogli.
"Cosa significa che è tutto apposto? Ti sto dicendo che, non
posso darti quello che tu vuoi per il momento e tu mi dici che
è tutto apposto?"
"Hai detto per il momento, non hai detto per sempre. Questo mi basta,
almeno per adesso. Buon concerto, Synister." aveva commentato il
più grande, baciandolo dolcemente sulla guancia e palpando,
lentamente, il suo sedere.
Ed in quel momento, Brian, aveva capito di essere eccitato all'idea di
suonare solo perché poteva farlo accanto a lui.
Ed era strano capire di avere un cuore che batteva in una gabbia.
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