Lampo

di MarchesaVanzetta
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 E cielo e terra si mostrò qual era:
la terra ansante, livida, in sussulto;
il cielo ingombro, tragico, disfatto:
bianca nel tacito tumulto
una casa apparì sparì d'un tratto;
come un occhio, che, largo, esterrefatto,
s'apri si chiuse, nella notte nera.*

 
Un lampo, mostra l’abominio che stanno compiendo, quell’amplesso sacrilego che mai e poi mai andrebbe consumato.
 
Lei, Sacerdotessa della Terra, ansante e un po’ preoccupata per quello che stanno facendo, sussulta sotto il corpo di lui, Sacerdote del Cielo, che ha un’espressione corrucciata, livida. È preoccupato, si capisce.
Sa che sono stati scoperti? Se è così, perché prosegue in quell’atto impuro? Perché non si ferma, si sfila da quella guaina calda che è l’intimità della sacerdotessa e non implora perdona agli dei?
 
Dio li ha visti, illuminati dal fedele Lampo, il suo occhio, l’unico che gli è rimasto dopo la lotta con il Male si spalanca, esterrefatto. E mentre loro continuano il loro atto vergognoso una casa, romita nel nero, splende contro il cielo, candida, come a sfidarlo.
 
Due dei sette segni della prossima ascesa del male si sono compiuti.
 
* Lampo, Giovanni Pascoli, Merycae




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