fanfic originale
La
ragazza dai lunghi capelli castani si approssima alla finestra.
C'è un altra ragazza, dall'altra parte del vetro.
Quest'ultima
le sorride e le domanda: "Ciao, come ti chiami?"
"Giulia
e tu?"
"Io
sono Pikkola Prongs."
Giulia
aggrotta le sopracciglia. "E che razza di nome sarebbe?"
"E'
un nome, proprio come il tuo. Solo che il mio rappresenta davvero
quello che sono."
"Che
significa?"
"Il
nome Giulia significa 'figlia di Giove'. Ti rappresenta realmente?"
"Ehm,
no. Ma lo farebbe se mio padre si chiamasse Giove."
"Infatti
tuo padre ha scelto un nome per te senza pensarci veramente."
"E
invece tuo padre ci ha riflettuto molto quando ti ha chiamato Pikkola
prong?", chiede sarcastica, infastidita dalla saccenza della ragazza.
"Si
dice Pikkola prongs.
E comunque, me lo sono scelto da sola questo nome?"
"Ebbene,
Pikkola prongs,
che cosa significherebbe il tuo nome?"
"Che
sono una piccola Ramoso. Sai chi è Ramoso?"
"Ehm,
no."
"Ne
ero certa", replica la ragazza con voce petulante. "Comunque, Ramoso
sarebbe James Potter, il padre di Harry Potter. O meglio, sarebbe la
sua forma di Animagus."
"Ah",
farfuglia Giulia, non sapendo cosa dire. Si sente piuttosto stupida.
"Sai
chi è James Potter? E sai chi è Harry Potter? E,
ancora, sai cos'è un Animagus?", continua Pikkola prongs,
rigirando il coltello nella piaga. Ha un sorriso sadico sul viso, che
spaventa.
"NO!
Okay, non lo so! Contenta?", tuona Giulia, anche se la sua voce
è un poco lamentosa. Si sente ridicolizzata.
Pikkola
prongs ghigna soddisfatta. "Non sono affatto sorpresa."
Ora,
Giulia è davvero arrabbiata. Quella strana ragazza le sta
dando dell'ignorante a prescindere. "Come mai? Come potevi prevedere
che non avrei saputo quelle cose?"
Pikkola
prongs ora sorride, un po' intenerita dalla voce lagnante della
ragazza. "Perché io sono la tua fantasia. Sono quella parte
di te che racchiude l'immaginazione e le storie inventate."
Giulia
strabuzza gli occhi. Deve essere pazza, questa Pikkola prongs. "Che
cosa?"
"Sì,
insomma, sono la tua controparte. Tu sei la parte razionale e io quella
immaginativa. Il tuo alter ego, si potrebbe dire. La tua Miss Hide...
anche se ovviamente non saprai a cosa mi sto riferendo."
Giulia
si porta una mano ai capelli, sconvolta. E l'altra ragazza la imita.
"Io... continuo a non capire."
"Non
preoccuparti, Giulia. Io sono qui solo perché tu avevi
bisogno di parlare con me. Me ne andrò presto... O meglio,
tornerò dentro di te."
"Che
vuoi dire? Io non ho chiesto di parlare con te."
"Lo
hai fatto, inconsciamente. Ti stavi perdendo. Avevi bisogno di
ritrovare la realtà e solo distinguendoti da me, potevi
farlo."
"Ma
tu... non puoi essere me."
"Ma
non vedi, Giulia? Io e te siamo uguali. Guardami."
Giulia
osservò la ragazza. Avevano gli stessi capelli, gli stessi
occhi, la stessa altezza. Erano identiche.
"Hai
ragione."
"Lo
so", disse Pikkola prongs e annuì sorridendo.
"Ora
che sai la verità, Giulia, devo dirti una cosa. Quando
sarò tornata in te, avrai un vago ricordo di questa
conversazione, perciò prendi carta e penna."
"Okay."
Si
allontanò dalla finestra e tornò con un quaderno
e una matita. Tornò a guardare la sua controparte e vide che
anche lei era pronta a scrivere.
"Scrivi
quello che ti dètto, Giulia. Sei pronta?"
"Sì."
---
Giulia
schiuse le palpebre quando la luce solare fu così forte da
svegliarla.
Si
accorse, con doloroso stupore, che si era addormentata sul pavimento,
davanti allo specchio. Voltò la testa di lato, per ripararsi
dalla luce e vide che accanto a lei giacevano il suo quaderno ed una
matita. Non ricordava di averli usati la sera prima.
Si
mise seduta e, decidendo di trascurare per alcuni momenti la sua
orribile immagine riflessa nello specchio, prese il quaderno tra le
mani e lo aprì sulla prima pagina.
C'era
una scritta.
Sei
una magnifica creatura. Ci sono poche menti vaste come la tua, che
è capace di volare sulle ali di un Ippogrifo oltre i colli
Scozzesi, senza mai spaventarsi. Non dimenticare mai la tua fantasia.
Non
dimenticare la tua passione: scrivere. Inventa sempre cose nuove, e non
ci badare se agli altri non piaceranno, perché quando ti
criticheranno potrai ripensare a quanto ti sei divertita scrivendo. Ora
sai chi sei. Tu non sei come tutti gli altri, che sono attaccati alla
realtà come se quella fosse la loro sola ancora. Tu sai
nuotare bene e in fretta. Sai sdraiarti sulla superficie del mare e
galleggiare, senza paura. Ma non farti risucchiare dai vortici.
Scrivi
e inventa; recita e canta. E' quello che sai fare meglio. Ma non
perderti. Svegliati la mattina e osserva il mondo con i tuoi occhi
colorati, ma non isolarti da esso. Sii ordinaria e straordinaria
insieme.
Sarà
più bello fare parte di entrambi i due mondi,
perché quando la realtà ti ferirà, ci
saranno le lacrime della Fenice a curarti le ferite. E quando la
solitudine della fantasia ti spaventerà, potrai uscire e
conoscere il mondo reale. Interagirci.
Ma
sappi mantenere la tua giovinezza interiore: conserva i tuoi vecchi
libri, e leggine di altri. Stampa le tue storie e quelle che ami falle
conoscere al mondo e quelle che ami di più tienitele per te.
Scrivi sempre, ogni giorno, ogni notte, quando non hai un ragazzo da
baciare o da uscire con un amica. E quando li avrai, scrivi di loro.
E
ricordati: senza la realtà non esisterebbe la fantasia.
Ora
ti sei ritrovata, ma quando ti perderai ancora nel mondo delle Fan
fiction, cercami e mi troverai alla tua finestra.
Con
affetto,
Pikkola prongs.
SPAZIO
AUTRICE
Queste
sono le mie due personalità. Che ne dite? Non ho mai scritto
un'originale. E' orribile?
Non è esattamente autobiografico, perché io non
mi sono persa ma mi sono immaginata questa possibile conversazione tra
le mie due 'personalità'. Non che io sia pazza, s'intende. XD
Baci,
pikkola prongs.
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