Atto Primo
ATTO PRIMO – Del figlio di re Sanjiro che incontrò l'alga Zorimo e la spada magica
C’era una volta, in un paese lontano lontano
Un piccolo principe con zoccoli invece che mano,
Naso a mirtillo e occhi
lucenti.
Al regno, un dì,
arrivò un carro di pretendenti
Senza che lui – che Chopperin
faceva di nome,
Ne sapesse il perché,
il per dove e il per come.
Alla porta del
Consiglio andò quindi a origliare
E capì che il re suo
padre l’aveva fatto arrivare.
Mille principesse,
belle eleganti,
Alcune accompagnate da
elefanti,
Altre dal vestito di
velluto ammantato,
Recavan doni che da
lontano avevan portato.
Eran tutte lì per lui,
neanche a sognarsi:
Suo padre aveva
scelto, doveva sposarsi.
Re Sanjigon era un
dongiovanni famoso,
Ma non aveva il
diritto di conciarlo da sposo!
Almeno non subito e con
una sconosciuta,
Lui la sua dama
l’aveva già conosciuta!
Provò quindi a
sottrarsi a quel comando:
- Padre, una donna la
sto già frequentando!
Sanjigon il re, tutto
emozionato,
Chiese al figlio chi avesse
incontrato.
Chopperin gli narrò di
Robunzel, bella pulzella,
Chiusa nella torre e dalla
viola gonnella.
- Va’ e portala,
dunque, figlio mio orgoglio -
Ordinò il monarca
porgendogli un foglio
E quando il principe
gli chiese cos’era che gli aveva passato
Lui gli rispose che
l’avrebbe scoperto a tempo adeguato.
Chopperin fece alla
corte un ultimo inchino
Poi dipartì sul suo
cavallino.
Tra boschi e colline
continuò a galoppare
Giungendo infine alla
baia del mare.
Non aveva detto a papà
Tutta quanta la
verità.
Robunzel non l’aveva
mai vista in carne e ossa
E ora temeva di
essersi scavato la fossa.
Era vero che Chopperin
la dama aveva incontrato,
Ma la notte, nel suo
lettuccio, ed era tutto sognato!
Eppure qualcosa gli
diceva che Robunzel esisteva,
Poteva provare a
cercarla, o meglio, doveva!
A suo padre il re
aveva fatto giuramento,
E il suo titolo non ammetteva
fallimento!
Così pregò con tutto
il cuore le acque del mare,
Perché solo la Fata delle Onde lo poteva
aiutare.
La maga comparve fra
riflessi blu cristallini,
Accompagnata da
amabili canti di delfini.
Il suo famoso nome era
Naminamò,
Colei che per oro e
gemme tutto può.
- Principe Chopper,
era da tanto!
Esclamò la fata felice
levandosi un guanto;
Quindi una sfera di
luce dal suo palmo creò
E il desiderio del
reale subito guardò.
Capita all’istante la
situazione,
Naminamò gli diede
consolazione.
- Non temere, esiste
davvero la tua damigella
Ma ahimè, si trova
lontano, là su una stella.
Il principe
esterrefatto si mise a pensare
Con quale mezzo poteva
andarla a trovare?
- Di questo non devi
preoccuparti,
Sgancia il verdone che
so cosa darti!
Chopperin diede alla
maga quel che chiedeva
E in cambio ottenne
quel che aiutarlo poteva.
Una palletta di alghe
verdi si ritrovò davanti al naso
Si accorse che
puzzava, non ci aveva fatto subito caso.
- Zorimo – proferì la
maga, - a un nuovo padrone ti ho affidato!
Consiglialo e guidalo,
finché la sua dama non avrà salvato!
L’alga all’improvviso
Aprì gli occhi e
imbronciò il viso:
- Siamo sempre a dare
ordini! Mi sono stancato!
Brontolò Zorimo mai
stato rispettato.
La Fata delle Onde di tacere gli sbraitò,
Dopodiché in un’onda
se ne andò.
Rimasto da solo con il
principino,
Subito Zorimo gli
ringhiò sul nasino:
- Vediamo di capirci,
testa di segatura,
Voglio togliermela in
fretta, questa seccatura!
Perciò salta in groppa
al tuo destriero,
Salta sugli scogli e
arriva a quel veliero!
Chopperin guardò
allora all’orizzonte:
Vide una nave, grande
e spessa come un monte.
- Che devo fare laggiù
a bordo?
- Obbedisci e ‘sta
zitto, altrimenti ti mordo!
Il principe spaventato
annuì,
Si mise in sella,
quindi ripartì.
Sulla scogliera il
cavallino rosa acquistò velocità
Per poi saltare
librandosi in aria con grande abilità.
Atterrò sul ponte
della nave con un gran fragore,
Ma la ciurma non lo notò,
perché era di malumore.
Il capitano, un tizio
imponente dai rossi capelli,
Si era alzato quel
giorno che gli giravan i corbelli.
Senza perché ordinò a
tutti lavori doppi,
Dicendo che lì di
pigri ce n’erano troppi.
Poi si richiuse in
cabina da solo,
In attesa che
attraccassero al molo.
Quand’era così era
meglio lasciarlo stare
Altrimenti sì che si
rischiava di crepare.
Ad ogni modo a
Chopperin e Zorimo ora torniamo,
Che se me ne dimentico
qua più non finiamo.
Nascosto il destriero
dietro a una botte,
I due aspettarono in
silenzio che calasse la notte.
Sapendo del rosso,
s’incamminarono per il suo covo:
- Entra e rubagli la
spada, non appena lo trovo.
Tra tutte le virtù,
all’alga mancava l’orientamento,
Un bel casino, perché
quello serviva al momento!
Dopo un’ora riuscirono
a trovare lo stanzotto,
- In fretta Chopperin,
non metterci troppo!
Lesto come una lepre e
dalle tenebre nascosto,
Il principe entrò
subito in quell’angusto posto.
Alla luce della luna
vide la lama scintillare,
Gatton gattoni si provò
ad avvicinare.
Un improvviso tremendo
russare
Per poco non lo fece gridare,
Ma l’impavido
Chopperin a Robunzel pensò
E con calma e sangue
freddo la spada arraffò.
Uscì di nuovo dalla
cabina del pirata,
Disse: - Zorimo, l’ho
trovata, l’ho trovata!
- Zitto, cretino! Vuoi
farci trovare?
Esclamò l’alga
cominciando a scappare.
Tornarono dal cavallo
senza farsi beccare,
Tranquilli a riva
potevano ora tornare.
Sulla spiaggia,
Chopperin guardò bene il bottino,
Una spada lucente,
dall’elsa d’oro zecchino.
Zorimo da terra si
mise a saltare:
- Sveglia bifolco! Non
farmi arrabbiare!
Per magia la spada si
svegliò in uno sbadiglio,
Incurante dell’alga e
del suo cipiglio.
- È viva! - prese il
principe ad esclamare.
- Mi chiamo Rufybur,
hai da mangiare?
La spada aveva occhi,
naso e bocca, quindi parlò,
Ma aveva pure uno
stomaco, che brontolò.
L’alga ringhiò: -
Dagli un biscotto che adesso dormiamo,
Rufybur taci, domani
mattina ne riparliamo.
Ma Chopperin era
troppo emozionato per riposare,
Rimase alzato tutta la
notte con l’arma a parlare.
Scoprì che era fatta
di gomma e poteva allungarla
A suo piacimento
poteva anche gonfiarla.
Alla fine si abbandonò
di sasso a un pisolino,
Sfruttando Zorimo come
cuscino.
Il giorno dopo si
svegliarono tutti sul fare del mattino
Ma solo le minacce
dell’alga svegliarono il principino.
- Se Robunzel è sulla
stella e da lei ti devi recare,
Indovina un po’ cosa
dobbiamo andare a cercare?
Chopperin chinò di
lato il capino,
Doveva pensarci su un
pochino.
- Un cavallo più
forte?
Un costruttore di
porte?
E per poco Zorimo la
testa non gli staccò.
- Un razzo, un razzo, no??
Poi Rufybur si
intromise nella discussione:
- Perché non andiamo a
fare colazione?
L’alga capì che il
piano avrebbe dovuto aspettare
Prima quegli ingordi
avrebbero voluto mangiare.
Si riempirono tutti di
polpette e cosciotti
Finché non divennero
belli tracagnotti,
Quindi con la pancia
grossa, piena e rotonda
Si misero in marcia
verso la casa all’altra sponda.
Era una casina di
pietra con selciato
Abitata da un
famosissimo scienziato.
Si chiamava
Frankistein e portava gli occhiali
Costruiva le code, le
pinne e pure le ali.
Era in gamba, ma da
tempo era sparito
E così tutto il mondo
aveva stupito.
Bussarono alla porta,
La casa pareva morta.
- Dai, lascia fare a
me!
Gridò la spada al
figlio del re,
E allungandosi
all’indietro di tanto
Buttò giù l’uscio in
uno schianto.
Trovarono Frankistein
moribondo e affannato
Stava disteso sul
letto, lamentando ch’era assetato.
Dice Chopperin: -
Qualcuno l’acqua gli dia!
Ma quello il bicchiere
lo butta già via.
- Ho bisogno di Cola!
- dice sfinito
Mentre indica la
cassaforte col dito.
La cassa era totalmente
vuota, deserta
Dovevano essere giorni
che era lì aperta.
Frankistein non ha più
un soldo, poveretto
Per questo è lì che
agonizza sul letto!
Zorimo non si lascia
però incantare,
Ha un’importante
missione, lui, da ultimare.
Scatta quindi il
ricatto:
- Scienziato,
stringiamo un patto.
In cambio della tua
Cola preferita,
Ci porti sulla stella
in uno schiocco di dita.
Certo l’assetato ne fu
ben contento,
Accettò l’affare con
un cenno del mento.
Chopperin guardò in
giro dalla stradina
Finché trovò un
villaggio sulla collina.
Ripartirono quindi
verso il centro abitato,
Lì avrebbero preso la Cola per lo scienziato.
Giunsero presto alla
piazza più importante
Dove si teneva un
mercato abbondante.
Girarono quindi tutte
le bancarelle,
Vendevano tonni, api e
persin paperelle,
Ma ovunque, di Cola,
neanche l’ombra si vedeva:
La nave dell’ultimo
carico era affondata, si diceva.
Su alcuni gradini, sfiniti
dal lungo girare,
I nostri eroi andarono
a riposare.
- Povero Frankistein -
disse Chopperin piangendo,
- Chissà come starà
soffrendo!
La spada Rufybur sentì
allora un odorino
Era dolce, appetitoso
e frizzantino.
Non era lontano,
veniva da dietro il campo,
Col suo olfatto
l’aveva captato in un lampo.
C’era lì, su una
roccia seduto,
Un giovane ragazzo
nasuto.
Usoppy disse di
chiamarsi,
E una Cola stava per
scolarsi.
Per fortuna
all’istante Zorimo lo fermò
Ma per farlo una
caviglia gli azzannò.
- Così volete la mia
Cola, ho capito -
Rantolò Usoppy sfregando
il piede colpito.
- Vi propongo uno
scambio conveniente:
Persi una biglia, là
nella foresta adiacente.
C’è una quercia
gigante, è sulla sua cresta,
Riportatemela e avrete
la bevanda chiesta.
La bella compagnia
S’incamminò per la
via.
Entrarono nel bosco e
per un po’ girarono,
Fino a quando, ben
presto, l’albero non trovarono.
Lì sotto, con molta
attenzione
Presero a smuovere i
rami con un bastone.
- Aspettate – disse
Rufybor con brio,
- Posso allungarmi e
prenderla io!
La spada magica si
allungò
Ma subito fra i rami
s’impigliò;
E scuotendo e
scuotendo a più non posso
Dritta la biglia finì
giù per il fosso.
Prima, ben
concentrati, non l’avevan notato,
Ma lì accanto c’era un
castello abbarbicato.
E fortunatamente su
una pietra la pallina rimbalzò
Raggiungendo una
vetrata, e nella dimora si cacciò.
Se da un lato il
gruppetto poté tornare a respirare,
Dall’altro si spaurì:
in quel posto si doveva addentrare.
Zorimo lo riconobbe
osservandolo con attenzione,
Si ritrovavano proprio
in una brutta situazione.
- Quello è il maniero
di Trafalgar ladrone,
Vive lì con i suoi e
con un misterioso bestione!
In più ha interessi
strani,
Colleziona perfino
resti umani.
Quella biglia in fondo
era bella,
Non mi stupirei se si
tenesse anche quella!
A discorso terminato,
Trovò il principe
spaventato.
Si era fatto tutto
piccolino,
Nascosto e abbracciato
al suo cavallino.
A lui si scoprì
improvvisamente affezionato.
Era deciso: lui per
primo avrebbe rischiato.
L’alga partì in
avanscoperta da sola,
Lo faceva per
Chopperin, non per la Cola.
Superò il ponte
levatoio con rapidità,
Sparendo infine nella
completa oscurità.
Intanto, all’interno
dell’angusto maniero,
Trafalgar pirata
cavalcava il suo orso destriero
Quando ad un tratto un
vetro si ruppe
Cadendo in pezzi sulle
sue truppe.
- Chi va là!? - gridò
già eccitato
Ma scoprì che solo un
pallino era stato.
Era liscio, lucido,
blu e dorato:
Sì, meritava d’esser
collezionato.
- Forza, Caschetto,
Nell’armadietto!
Il servo obbedì nel
tempo di un battito di mani,
Riponendo la biglia
nel mobile fra i due divani.
Trafalgar, tornato in
groppa a Bepo Stallone,
Non si accorse di
Zorimo dentro al bastione.
L’alga si mise in
attesa dietro ad un busto,
Aspettando per
attaccare il momento giusto.
Non aveva però fatto i
conti con Pinguino
Che proprio dietro di
lui fece capolino.
- Padrone, guardi
cos’ho trovato!
Esclamò il servo dopo
averlo catturato.
- Ci stava spiando.
Spiegò mentre l’altro
lo stava studiando.
Il capo del castello
sorrise meschino:
aveva trovato un altro
bottino!
- Forza, Pinguino,
Sul comodino!
Guardò quell’alga con
interesse,
Non sapeva che quel
tipo esistesse.
Intanto Zorimo pensò
desolato:
- Mi dispiace, sono
stato catturato.
Notina di Jijì:
Dunque, i nomi coniati
per l’occasione forse lasciano un po’ a desiderare:
Chopperin non so da dove mi
sia venuto (probabilmente perché Chopperù mi faceva
schifo); Rufybur è preso - ovviamente - da Excalibur; Sanjigon
da Pendragon,
Frankistein da Frankenstein, Usoppy, anche qui, boh; Zorimo da marimo
(ma va’!?
XD), Robunzel da Rapunzel e Naminamò dalla Maga Magò.
Trafalgar Law invece è
rimasto invariato, mentre ho dovuto “italianizzare”
Casquette e Penguin a causa
delle rime. A questo proposito, scusatemi se alcune stonano un
po’, vi prego!
Ah, Kidd apparirà
meglio nel secondo atto, con un ruolo ben più importante…
Grazie per aver
letto!! °v°
|