Il primo incontro
Cyndaquil lo sa che Jay non si arrabbierebbe mai, perché
lui è l’allenatore più buono e fantastico del mondo. Quindi sa bene che non
verrà sgridato, nonostante abbia perso il primo incontro con un altro
allenatore – allenatore di Pokémon erba, come se non bastasse –tutto per colpa
della sua debolezza, e che probabilmente Jay penserà di essere il solo
responsabile.
Sono questi i momenti in cui vorrebbe poter parlare come gli umani, perché
camminargli accanto non basta per far capire al suo allenatore quanto sia
dispiaciuto, e quanto sia intenzionato a mettercela tutta per migliorare.
Guarda Jay camminare a testa bassa, e gli si struscia leggermente contro la
gamba.
“Dai, è tutto a posto, non andrà così tutte le volte”
vorrebbe dire, ma dal suo musetto esce solo un debole verso che Jay non può
capire, così quest’ultimo si limita a guardarlo con un sorriso triste, per poi
tornare a fissare la strada.
Non dice niente per il resto del viaggio.
La sera Jay è ancora di cattivo umore.
Sua madre lo aveva chiamato qualche ora prima per sapere
come procedeva la sua nuova avventura, e lui non se l’era sentita di dirle che il
suo primo incontro era stato un fallimento. Dopo aver riattaccato aveva tenuto
in mano il suo Pokégear per qualche secondo, muovendo il cursore sul nome del
professor Elm.
Cyndaquil per un attimo aveva avuto paura che volesse
riportarlo indietro, che Jay avrebbe detto che si era sbagliato, che quello
starter non valeva nulla e lui non lo voleva più.
Ma dopo poco il Pokégear era tornato nella tasca del
ragazzo, e Cyndaquil non aveva potuto sapere che cosa avrebbe detto al
professore. Sapeva che avrebbe dovuto riporre più fiducia nel suo allenatore, ma
si sentiva ugualmente giù di morale.
Aveva camminato dietro di lui tutto il tempo, pensando
che se Jay non se lo fosse trovato accanto, se non lo avesse visto durante
tutto il cammino, forse si sarebbe scordato della sconfitta e lo avrebbe
perdonato.
Eppure, Jay è ancora di cattivo umore.
Cyndaquil sa che non potrà stargli lontano in eterno,
così si avvicina a lui con il musetto basso.
La stanza della pensione è piccola, e non deve spostarsi
di molto per raggiungere il letto del suo padroncino.
Quando è abbastanza vicino, si strofina sulla mano del
suo allenatore, mormorando uno “scusami” che sa che non verrà percepito.
E contro ogni sua previsione, Jay gli sorride.
«Scusami se sono stato di cattivo umore oggi. Non ce l’ho
con te, sai? È solo che non mi aspettavo sarebbe stato così difficile… Ma da
domani ci alleneremo di più, non è vero?»
Cyndaquil saltella, contento.
Pensa che sì, da domani si alleneranno il doppio, o anche
il triplo, quello che è necessario perché Jay possa realizzare il suo sogno. E
vorrebbe ringraziarlo per averlo perdonato della sconfitta, e per essere l’allenatore
meraviglioso che è.
Ma adesso non desidera più poter parlare come gli esseri
umani, perché anche senza la parola sa che Jay lo capirà lo stesso.
Note dell’autrice:
Scritta per la seconda settimana del COW-T di
Fiumidiparole (qui), con
il prompt “perdono”.
Il Pokémon protagonista è un Cyndaquil perché è quello
che ho scelto come starter, e Jay è semplicemente il diminutivo del nome che ho
dato al mio personaggio… cioè Jared xD è ambientata in Pokémon GoldHeart per il
solo fatto che questo e SoulSilver sono gli unici (da quanto ho capito) in cui
puoi portare un pokémon fuori dalla sfera poket.
La storia ovviamente è tutta dal punto di vista del
Pokémon, sicuramente i pensieri di Jared sarebbero totalmente diversi ^-^
Spero che vi sia piaciuta! ♥