KISS
THE BOY
1. Come Vorrei
"Mercedes,
come fa mio padre a non capire?" Kurt sospirò e
nuotò
verso un soprammobile che aveva nella sua caverna. Era una scatola che
suonava una musica lieve mentre una statuetta raffigurante un'umana
danzava al suo interno.
Mercedes nuotò dietro il suo migliore amico,
incerta su che
cosa dire. "Non capisce," ripeté Kurt. "Questo mondo
è
bellissimo." guardò la statuetta che danzava. Poi
Kurt guardò tutto attorno alla stanza la sua enorme
collezione di gingilli e arnesi umani.
"Come può un mondo che fa cose tanto meravigliose essere
cattivo?" nuotò verso un altro scaffale. Kurt
cantò la
melodia suonata dal carillon.
"Guardate un po' quello che ho,
è una raccolta preziosa, lo so.
Vi sembrerà che io sia uno che ha tutto ormai."
Kurt sorrise mentre faceva correre le mani sulla superficie liscia di
tutte le tazze che aveva collezionato. Finn gli aveva detto che
venivano proprio usate per metterci l'acqua. Erano completamente
inutili in fondo al mare, naturalmente.
"Che
tesori, che ricchezze, chi mai al mondo ne ha quanto me?
Ti guardi intorno e dirai: 'Oh, che meraviglie'" Kurt rise
tra sé mentre nuotava velocemente verso lo scaffale di
fronte, prese una scatola piena di aggeggi acuminati.
"Ho le cose più strane
e curiose, non ho nulla da desiderar."
nuotò da Mercedes e aprì la scatola. Quelli erano
tra i preferiti di Kurt, che sorrise. "Vuoi un come-si-chiama? Io ne ho
venti."
Il sorriso di Kurt si spense. Avrebbe voluto poter usare davvero i suoi
tesori. Se ne stavano semplicemente lì, nella sua caverna,
ad
essere osservati. Avrebbe potuto usarli solamente sulla terra.
"Ma lassù cosa mai ci
sarà?"
Kurt mise lentamente giù la scatola. Guardò in
su, verso
il buco sulla cima della sua caverna. Il sole brillava dalla superficie
attraverso le miglia d'acqua. "Imparerei tutto, già
lo so. Vorrei provar anche a ballare." Kurt
piroettò nell'acqua, con le bolle che gli galleggiavano
attorno.
"E a camminare su quei - come si
chiamano?" Kurt si fermò. "Ah - piedi!"
Kurt proò ad immaginare di avere quei piedi al posto delle
sue
pinne. Si coricò nell'acqua e nuotò all'indietro,
scontrandosi con Mercedes.
"Con le mie pinne non si
può far, vorrei le gambe per danzare*"
Danzare. Oh, il solo pensiero faceva battere forte il cuore di Kurt.
Poter essere quella statuetta nella scatola musicale...
"Ed andare a spasso per la - come
si dice?" Kurt si fermò ancora. Le
parole umane erano sempre complicate da ricordare. "Strada."
"Vedrei anch'io la gente che al
sole sempre sta
Come vorrei essere lì, senza un perché, in
libertà."
Kurt si chiese come sarebbe stato camminare e correre. Gli avrebbe
fatto venire il fiatone, come nuotare veloce? Avrebbe sentito il
brivido dell'adrenalina nelle vene?
"Come vorrei poter uscir fuori
dall'acqua, che pagherei per stare un po' sdraiato al sole."
Kurt affondò sul pavimento sabbioso della caverna. Era umido
e
freddo. Mercedes si sistemò accanto a lui, sotterrando come
lui
le pinne nella sabbia.
"Scommetto che sulla terra i figli
non li sgridano mai." sbottò Kurt,
pensando a quanto suo padre si fosse arrabbiato con lui. "Nella vita fanno in fretta ad
imparar." Kurt si tirò su dal
pavimento sabbioso, dirigendosi velocemente verso il suo scaffale di
libri.
Ne prese uno e sfogliò le pagine fradice. Kurt cercava
sempre di
leggere quei libri, ma era così diverso dalla lingua del
popolo
del mare. "Ti sanno incantare e conoscono
ogni riposta a ciò che chiedi."
Kurt mise giù il libro e nuotò accanto a uno dei
suoi
tanti quadri. Era uno dei preferiti di Kurt perché c'era
dipinta
la luce arancione di un fuoco. Si sporse a toccare la fiamma che non
era davvero una fiamma. "Cos'è un fuoco e sai
perché - come si dice? Brucia?"
"Ma un giorno anch'io se mai
potrò esplorerò la riva lassù."
Kurt guardò di nuovo attraverso il buco. Nuotò
verso la
cime della sua caverna. Avrebbe voluto potersene andare da quel
minuscolo luogo e correre in superficie.
"Fuori dal mar, come vorrei
vivere là."
Ma non poteva. Affondò di nuovo lentamente fino a terra,
quasi
senza muovere la sua pinna. Per vivere davvero in superficie, avrebbe
avuto bisogno di gambe e piedi. Come avrebbe mai potuto succedere? Kurt
era nato tritone, e lo sarebbe sempre stato.
La musica del carillon si affievolì fino a spegnarsi. Kurt
normalmente avrebbe girato la manovella dorata così da farlo
ricominciare a suonare, ma rimase semplicemente giù sul
pavimento sabbioso, tracciando figure sulla sabbia con il dito.
Mercedes si rannicchiò accanto a lui.
"Mi dispiace, Kurt," sussurrò. Mercedes era la sua migliore
amica. Conosceva i sogni di Kurt meglio di chiunque altro.
"Anche a me," disse piano Kurt.
***
Kurt si lasciò sopraffare dalla curiosità e
nuotò
in superficie. Le brillanti luci intermittenti che danzavano sulla
superficie dell'acqua erano semplicemente troppo invitanti. Quando la
sua testa ruppe la superficie dell'acqua e Kurt prese un respiro
d'aria, si sentì a casa.
Poi notò una nave e sorrise. Kurt non avrebbe mai rinunciato
alla possibilità di vedere una nave, con degli umani a
bordo,
prima che fosse affondata.
Perciò Kurt aveva nuotato fino all'enorme nave, chiedendosi
il
perché di tutta quella musica e quelle risate. Si
arrampicò sul lato della nave più velocemente
possibile,
con solo le braccia a sostenerlo e si sistemò a guardare da
un
piccolo foro quadrato.
All'inizio, Kurt fece semplicemente correre lo sguardo tra la folla di
umani. Erano così aggraziati mentre danzavano sul ponte
della
nave. Kurt semplicemente adorava le cose che avevano ai piedi. Era
certo che Finn li avesse chiamati Vattelapesca una volta.
Poi Kurt si ritrovò improvvisamente faccia a faccia con la
faccia più pelosa che avesse mai visto. Non riusciva nemmeno
a
vedere gli occhi di quella cosa. Prima che Kurt potesse muoversi, una
lingua umida e bavosa gli stava leccando la faccia. Per un momento,
Kurt stava per protestare per una cosa del genere, ma quell'animale era
così affettuoso che Kurt gli permise di sbavare.
"Max! Qui, bello!" disse la voce di un umano. La creatura, Max,
lasciò Kurt senza nemmeno pensarci e corse ai piedi di un
umano.
Gli occhi di Kurt si posarono dritti su questo umano.
Kurt aveva saputo fin da bambino di non trovare per niente attraenti le
sirene. Si ritrovava sempre a guardare altri tritoni.
All'inizio Kurt era certo che ci fosse qualcosa di sbagliato, ma quando
l'aveva detto a suo padre, lui era stato comprensivo.
Una delle sole cose a proposito delle quali fosse stato comprensivo.
Kurt decise di scacciare il ricordo della mancata esibizione col Glee e
della rabbia di suo padre, e di concentrarsi sull'umano.
Pur avendo sempre trovato i tritoni attraenti, Kurt non aveva mai
realizzato che la cosa potesse valere anche per gli umani.
Questo umano era di gran lunga la persona più attraente che
avesse mai visto. I suoi capelli scuri e ricci erano semplicemente
fantastici. Alcune ciocche cadevano sul suo viso, sul quale
campeggiavano meravigliosi occhi nocciola e un gran sorriso.
Kurt si tuffò a lato, nascondendosi dietro la nave. L'uomo
aveva
guardato dalla sua parte. Il cuore di Kurt batté
furiosamente
nel suo petto. Non era sicuro se questo fosse dovuto al fatto che fosse
quasi stato scoperto o al pensiero degli occhi di quell'uomo che
incontravano i suoi. Kurt avrebbe voluto che fosse possibile.
Kurt sentì da un uomo sulla nave che il nome dell'uomo era
Blaine. Era un principe. Il cuore di Kurt betté
violentemente.
Anche lui era un principe. Poteva significare che sarebbero stati
"degni" l'uno dell'altro.
Dopodiché, tutto accadde molto velocemente.
La tempesta che si stava preparando da lontano si abbatté
improvvisamente su di loro. Rese l'acqua scura e selvaggia. Kurt fu
costretto a saltare giù dalla nave, proprio mentre a bordo
scoppiava un incendio.
Kurt si era appena chiesto che cosa fosse il fuoco.
Niente di buono.
Kurt guardò impotente dall'acqua mentre le persone saltavano
sulle scialuppe. Per qualche strana ragione di
iperprotettività
guardò Blaine salvare il suo cane dalle fiamme e poi saltare
fuori bordo proprio mentre la nave esplodeva.
Kurt seppe che non ce l'aveva fatta. Si tuffò disperatamente
sott'acqua e nuotò tanto velocemente quanto la sua pinna gli
permettesse. Kurt vide l'uomo incosciente, il corpo inerme che
fluttuava nell'acqua.
Kurt lo prese per un braccio e lo trascinò su. Quando
entrambe
le loro teste furono fuori dall'acqua, Kurt non poté fare
altro
che galleggiare mentre le crudeli onde li sospingevano verso una sorta
di spiaggia.
***
Il sole aveva iniziato a sollevarsi dall'orizzonte quando Kurt
trascinò Blaine su una riva sabbiosa. Anche lui si
trascinò vicino all'uomo, mentre la sua pinna si contorceva
nervosamente accanto alle gambe dell'uomo.
Finn era atterrato accanto ai due. Era comparso un momento prima che la
tempesta li colpisse.
"E' morto?" chiese Kurt nervosamente.
Finn tirò su la palpebra di Blaine. Uno dei suoi occhi
nocciola
restituì lo sguardo. Poi volò verso il suo piede,
avvicinandoselo all'orecchio. "Non sento battere il cuore," disse Finn
tristemente, lasciando andare il piede.
"Aspetta," disse Kurt, girandosi a guardare il viso di Blaine. "Sta
respirando!" rise. Kurt guardò il torace di Blaine alzarsi e
abbassarsi. Alzò lentamente una ciocca di capelli dal suo
viso e
la spostò dietro al suo orecchio. "Guarda com'è
bello,"
sussurrò Kurt, più che altro a se stesso.
Quest'uomo viveva la vita che Kurt desiderava così tanto.
Guardò per un secondo le sue gambe, poi di nuovo il suo
viso.
Mise cautamente un mano sulla guancia di Blaine, che stava diventando
lievemente ruvida per la barba non fatta.
"Come vorrei stare qui con te,"
disse Kurt dolcemente. "Cosa darei per restarti accanto."
Kurt immaginò di avere piedi con dita da affondare nella
sabbia
lievemente umida. Avrebbe potuto rimanere qui, accanto a questo
principe Blaine, e stare con lui. Due principi. Kurt si chiese se a
Blaine sarebbe piaciuto. Kurt accarezzò la guancia di
Blaine,
poi tracciò il contorno delle sue labbra lievemente
screpolate.
"Vorrei che tu potessi sorridermi."
Kurt ricordò il sorriso sul suo volto sulla nave, mentre
giocava
con la creatura chiamata Max. Sarebbe stato bello avere un
sorriso
del genere tutto per sé.
Anche se Kurt non poteva vedere, Mercedes e Rachel erano appena state
spinte a riva dalla corrente. La bocca di Rachel si spalancò
alla vista della scena che le si presentò davanti agli
occhi.
Finn gliela richiuse, facendo l'occhiolino al granchietto.
"Mi porterai dove vorrai,"
il calore iniziò ad affluire sulla schiena nuda di Kurt. Il
sole stava facendo capolino dalle nubi temporalesche.
"E del tuo mondo parte
farò. Sempre con te, proprio così..."
La luce del sole non raggiunse solo la schiena di Kurt, ma
brillò anche sul viso di Blaine. Con grande sorpresa di
Kurt,
lui si mosse, alzando la mano per toccare quella di Kurt, che era
ancora sulla sua guancia.
Il cuore di Kurt batteva a un milione di miglia al minuto. Quegli occhi
lo stavano guardando proprio come lui aveva immaginato che avrebbero
fatto. "Solo con te."
finì Kurt, la sua voce sì affievolì
finò a spegnersi.
Poi la testa di Kurt si voltò. Il forte suono prodotto dalla
creatura chiamata Max si sentiva in lontananza. Kurt non voleva essere
scoperto. Anche se tutto nel suo cuore gli diceva di rimanere dov'era,
il suo istinto ebbe la meglio e lui si tuffò nell'acqua
mentre
Blaine cercava di rimettersi in piedi.
***
Mentre Blaine stava riprendendo conoscenza, era consapevole di due
cose:
Primo, tutto faceva male. Sentiva dolore dappertutto.
Secondo, c'era una voce. Una voce che cantava. Era una voce maschile
molto alta, Blaine ne era certo. Blaine aveva un ottimo orecchio
musicale. Sapeva distinguere una voce femminile da una maschile.
Questa era maschile e assolutamente meravigliosa.
Blaine combattè il sonno che minacciava di fargli chiudere
gli
occhi. Voleva vedere la persona alla quale apparteneva la voce. La
musica lo trascinò via e un calore colpì il suo
viso.
Il sole lo accecò per un momento. Tutto ciò che
riusciva
davvero a vedere era il viso di un ragazzo giovane davanti a lui. La
sua pelle brillava per l'acqua e il sole, i capelli castano chiaro
erano umidi e attaccati alla sua testa. E i penetranti occhi
verde-azzurro gli restituivano lo sguardo.
E la voce. La voce era persino più bella ora che era
completamente cosciente.
Poi sentì il suo cane, Max, e il viso guardò
nella sua
direzione, spaventato. L'uomo fu improvvisamente fuori dalla visuale di
Blaine. Lui voleva alzarsi a sedere, ma sentiva dolore dappertutto, e
poi Max fu sopra di lui, che abbaiava e leccava il suo viso.
Blaine riuscì finalmente ad alzarsi e si guardò
attorno
furiosamente, cercando un segno dell'altro ragazzo, ma lui era
scomparso.
Mentre veniva riaccompagnato al castello, Blaine giurò che
avrebbe trovato la voce, e la persona alla quale apparteneva.
Fu solo più tardi, quella notte, che Blaine si rese conto
del
fatto che la melodia della canzone gli suonasse stranamente familiare.
La cosa lo infastidì fino alle prime ore del mattino. Alla
fine,
realizzò che era la melodia del carillon che aveva sua madre
prima di morire.
La melodia l'aveva sempre confortato quand'era bambino. Gli era
dispiaciuto quando il carillon era stato perso, come sua madre e suo
padre, quando la loro nave era affondata, sette anni prima.
La melodia lo pervase per la prima volta dopo tanti anni. Il ricordo di
sua madre che canticchiava con il sottofondo del carillon mentre lo
metteva a letto e il ricordo di quello stesso giorno, l'uomo bellissimo
che cantava la stessa musica, lo cullarono fino a quando non si fu
addormentato.
*Lo
so. Nella versione italiana dice "saltare" in quel punto. Ma ho dovuto
cambiare quella parolina per far filare il discorso ;)
NOTE
della TRADUTTRICE
Ma salve!
Ecco l'inizio
di una nuova, geniale fanfic di Phantom... una long stavolta!:D
Spero che
questa prima parte vi sia piaciuta... tradurrò e
posterò la prossima il più presto possibile... e se
avrò tempo posterò
anche una one-shot!
Se
vi va, fate sapere che cosa ne pensate e io come al solito
girerò tutto alla nostra meravigliosa autrice...
Hugs&Butterfly
Kisses
DreamGirl<3
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