StoriaDaCercareIlTitolo
In The Name Of The Queen.
Era già passati molti mesi da quando stavano insieme.
Mesi che condividevano baci e carezze.
Mesi che condividevano la stessa casa.
Mesi che condividevano lo stesso letto.
Mesi che condividevano la stessa passione.
Mesi che condividevano semplicemente.
E ancora,Alfred non ci riusciva. Non riusciva a dire quelle parole.
Aveva come un blocco psicologico. E non se lo sapeva spiegare.
Eppure,lui non aveva paura di dire le cose,tutto il contrario: non
aveva paura di dirgli che la sua cucina faceva schifo,che le sue
sopraciglie erano orribili o che era troppo scorbutico. E faccendo
ciò,non usava un minimo di tatto -sempre se sapesse cosa volesse
dire tale parola-.
E non era lui quello che non sapeva esternare i suoi sentimenti.
Era Arthur,quello che sempre borbottava,che sempre protestava,che
sempre si vendicava.
Però,nell'intimità,quando Arthur era sopra di lui,e lo
guardava negli occhi,mentre il controllo andava via via
sempre più scemando....
Lui riusciva a pronunciare quelle parole. O almeno,Alfred supponeva che sia quello che dice fra un borbottio e gemiti vari.
Era quello che pensava l'americano,mentre tamburellava le dita sul
tavolo,mentre guardava di sottecchi il suo compagno che stava
comodamente seduto sul divano,a ricamare.
Che...Doveva fare? Gli sembrava quasi di mentirgli! E lui,non era uno
che diceva bugie -anche perchè,gli eroi non mentono mai- ..E
poi,i sentimenti per lui,non erano menzogne.
In quel momento,gli venne in mente una cosa che gli aveva detto il suo amico Kiku.
-Tu,forse hai paura di esprimere un sentimento così vero e
così importante. Perchè,il 'ti amo' è una cosa
importante no? E' come una promessa...Che vi legga indissolubilmente
per sempre-.
Ripensadoci sopra,forse quel giapponese non aveva tutti i torti.
Si alzò di scatto,verso la poltrona,convinto del volergli dire finalmente ciò che prova.
Dopotutto,lui era un eroe:non poteva fare altrimenti,no?
"HI ARTHIE! AH AH AH!" esclamò nervosamente,mettendosi in una posa eroica (?),incominciando a sudare freddo.
L'altro,smise di fare quello che stava faccendo e lo fissò,con un
sopraciglio inarcato e dell'irritazione visibile in volto.
"...Uno. Sai che mi irrita sentirmi chiamare con quel diminutivo
quindi,per la millesima volta,smettila di chiamarmi con quel nomignolo.
Secondo. Spero che tu abbia un valido motivo,per bloccarmi nel
praticare il mio hobby. Spero che non sia come l'altra volta,che mi
chiedevi di andare a comprarti gli hamburger alle 2 di notte..."
Ad Alfred gli si formò un broncio:ma il suo ragazzo doveva essere sempre così....Irritabile?
E poi ... 'Praticare il mio hobby'? Ma come parlava?? Era proprio un vecchio,certe volte...
Si trattenne -con enorme fatica- a fare qualche genere di commento e si mise a sorridere nervosamente.
"......Emh. Si...E' una cosa importante! Una cosa che devi sentire
assolutamente!! E' una questione di vita o di morte!!!!" esclamò
infine,forse con troppa enfasi,faccendo insospettire ancora di
più l'inglese.
"....Alfred F. Jones. Che cavolo hai combinato?" borbottò Arthur,con
una voce che sembrava provenire sempre più dall'oltretomba "Non
mi avrai mica rotto il vaso di ceramica comprato il mese scorso,spero!
Dannato,te l'ho detto che quell'affare non è in garanzia! E..."
"No! N-Non centra il vaso! Non centra quel vaso che,accidentalmente,ho
rotto mentre giocavo a baseball per casa, anche se tu me l'avevi
severamente vietato...Proprio no! AH AH AH!!" esclamò,sempre più
nervoso e più agitato.
Oh no! Perchè adesso Arthur era sempre più rosso di rabbia? Certo che era proprio un lunatico!
Coraggio Al! Di quello che provi,prima che sia troppo tardi..
"IO! " urlò,interrompendo una sfuriota dell'altro in tempo "Provo dei
sentimenti davvero forti per te. Non lo so perchè io,fra tutte
le persone più belle e simpatiche che conosco,abbia scelto te
come mio compagno. Ma anche io non capisco i tuoi gusti,sai?
Cioè,mi rendo conto che sono fissato con il cibo americano e
che,sai,a volte tendo a essere un 'tantino' esuberante. Ma....I miei
sentimenti per te sono veri. E superano qualsiasi tipo di sentimento di
amicizia,di affetto e di simpatia......Anche se poi,io certe cose con
te non le avrei mai fatte,se non fossimo più di
amici,eh...Cioè,penso che ci siamo spiegati,ecco. E,quindi,io..."
Si bloccò,la gola che si fece improvvisamente secca,le guancie che si colorarono di rosso.
Arthur,che in tutto il discorso dell'altro era stato zitto,rilassò visibilmente i lineamenti del volto e sospirò.
Lo fissò attentamente negli occhi,mentre incrocciava la gambe.
"...........E quindi,qualè il punto del discorso?" mormorò,alzando nuovamente il sopraciglio.
Alfred strabuzzò gli occhi e scrollò le spalle,sentendo che tutti i suoi sforzi non erano serviti a nulla.
"...MA! ARTHUR! Sei davvero uno scemo,
inglese-mangia-scones-bruciacchiati-a-tradimento!" esclamò,sbottando di colpo "Io...Sto cercando di dirti che
ti amo!"
"...E tu sai solo dirmi cose di cui ero già a conoscenza?" mormorò
dopo una piccola pausa l'inglese,alzando un poco di più il
sopraciglio.
L'americano,in quel preciso momento,entrò in black out. Rimase
in uno stato di trans,come se volesse assimilare appieno quella
frase,che per lui risultava difficile comprendere.
"..................No,aspetta. COME SAREBBE CHE NE ERI GIA' A CONOSCENZA?!"
esclamò di colpo,guardandolo con uno sguardo molto
sorpreso e shockato.
"...Alfred." borbottò Arthur,sospirando per l'ennesima volta "Ovvio che
lo so. Tu per me,sei come un libro aperto. E di certo,non sono uno
scemo come te. Lo capisco quando mi abbracci.
Quando mi
baci.
Quando mi chiedi conforto.
Quando ti lamenti dei miei
gusti un po' troppo da 'vecchio' secondo i tuoi canoni.
Quando mi chiedi di provare quelle
porcherie che mangi al Mc Donalds.
Quando mi chiedi compagnia per vedere
un film horror
Quando siamo attaccati e mi chiedi qualcosa di
più da darti....."
Il ragazzo con gli occhiali lo guardò,stupefatto.
Certo che quel vecchiaccio,ne sapeva una più del diavolo!
L'inglese si alzò e si avvicinò verso di lui.
"....Adesso,sei più tranquillo?" mormorò Arthur,con un piccolo sorriso spuntato da chissà dove.
"....Mh. Si...." borbottò l'altro con un piccolo broncio,un poco deluso del fatto che i sforzi fatti erano stati vani.
Il più grande sorrise ancora di più e,prendendo i
lati della camicia dell'altro,lo fece avvicinare per baciarlo.
Un piccolo e tenero bacio...Che in breve tempo divenne qualcosa di profondo. MOLTO più profondo.
"A-Arthur,ma cosa....?" esclamò l'altro,staccandosi di botto,rosso in faccia.
"Shit. Ora,mi hai interroto nel praticare una cosa che mi piace,con quel tuo discorso. Mi hai fatto passare
la voglia. E me l'hai fatta venire per un'altra cosa. Quindi,stai zitto
e baciami!"
Lo baciò di nuovo e,per evitare che l'altro potesse in qualche modo allontanarsi ,lo spinse nel divano.
Il vedere l'imbarazzo e la confusione sempre più crescente
dell'americano,fecero ghignare Arthur e involontariamente si
leccò le labbra.
"M-Ma..!" esclamò Alfred,agitandosi un poco "..A-Aspetta! I-Io non...!"
"Tu non?" sussurrò Arthur,mettendosi a cavalcioni sopra di lui
"Decido io,adesso. In nome della regina,ti ordino di amarmi!"
Lìamericano lo fissò attentamente,finchè non ridacchiò per quella sua cavolata.
E il bello,è che parlava pure seriamente!
Infatti,visto la risata dell'altro,l'inglese si rabbuì e lo fissò molto male.
Finito di ridacchiare,Alfred lo fissò e,sorridendo,lo prese per la cravatta e lo avvicinò per dargli un bacio.
"..D'accordo" gli sussurrò,a fior di labbra "Fai quello
che devi. Anche in nome della regina,se è necessario.
Arthur sembrò in qualche modo rassicurato e allargò il
ghigno nelle sue labbra,cose che fece rabbrividire l'americano.
Sbuffando,mise le braccia intorno al collo del compagno e chiuse gli occhi.
Quella che sarebbe successa dopo,sarebbe stata una cosa speciale,come tutti i momenti passati assieme.
Se poi l'altro era uno scettico inglese e lui un bambinone americano..Beh,erano semplici dettagli.
L'importante era amarsi,no?
E adesso,in nome della regina...Che l'amore si esprima!
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