Lost in sorrow
Per Arthur il tradimento di Morgana era stato un colpo
durissimo. Scoprire che suo padre aveva sempre taciuto il fatto che lei fosse
sua figlia lo era stato altrettanto.
Se non poteva fidarsi nemmeno della sua famiglia… allora
di chi poteva farlo?
Nei giorni successivi alla vittoria aveva fatto di tutto
per non far vedere all’esterno la sua sofferenza. Doveva mostrarsi forte,
fingere che tutto andasse bene… e in fondo pensava che forse, se avesse finto
abbastanza a lungo, se ne sarebbe convinto anche lui stesso.
Era convinto che nessuno si sarebbe mai accorto di ciò
che realmente provava.
Gwen continuava ad essere dolce con lui come sempre, e
non gli aveva mai chiesto nulla. La verità era che neppure lui sapeva più
perché si recava da lei ogni momento che poteva: all’inizio annegare tra le sue
labbra sembrava fargli scordare tutto il resto per un po’, sembrava tranquillizzarlo.
Ma con il passare dei giorni si era reso conto che non provava nulla in quei
momenti… non davvero. Poteva stringerla e dirle di amarla, poteva ridere con
lei, poteva fingere di struggersi nell’attesa di rivederla ancora… ma la verità
era che semplicemente non provava nulla in nessun caso.
Quando era con suo padre, entrambi fingevano che non
fosse successo nulla.
Una sola volta, a cena, Uther aveva provato ad introdurre
il discorso – una cosa del tipo sai, ci sono volte in cui siamo costretti a
compiere azioni che normalmente non faremmo mai, o qualcosa del genere – ma
Arthur si era alzato da tavola e se ne era andato. Per la prima volta da quando
Morgana aveva mostrato i suoi veri scopi lui aveva provato qualcosa, qualcosa
che non fosse disperazione o rassegnazione. Aveva provato rabbia – rabbia verso
quell’uomo che aveva sempre ritenuto un simbolo e un modello, e invece aveva tradito
in una volta sua moglie e il suo migliore amico, che per anni aveva mentito ad
entrambi i suoi figli e forse anche a se stesso. Che gli aveva parlato di
principi come la lealtà e la sincerità senza mai fare una piega. Possibile che
non si sentisse in colpa per ciò che aveva fatto? Come aveva potuto tenere
tutto nascosto per così tanti anni?
Se suo padre fosse stato sincero fin dall’inizio forse
Morgause non sarebbe riuscita a corrompere sua sorella. E Arthur era convinto
del fatto che fosse stata plagiata dall’altra donna, perché non riusciva
neppure a concepire l’idea che Morgana avrebbe mai potuto architettare tutto
ciò da sola, che avrebbe potuto cambiare così tanto se qualcuno non l’avesse
spinta a farlo.
E se solo lui se ne fosse accorto prima… forse avrebbe
potuto riportarla sulla retta via prima che fosse troppo tardi. Se solo se ne
fosse accorto, invece di essere così dannatamente concentrato solo su se stesso…
Dopo essersi alzato da tavola ed aver borbottato un paio
di scuse per allontanarsi, era entrato come una furia nella sua stanza,
chiudendo la porta con malagrazia, ed aveva sbattuto un pugno contro il muro.
Poi aveva pianto, per la prima volta.
Le lacrime gli scorrevano calde lungo le guance, il corpo
sussultava in preda ai singhiozzi. Il dolore che aveva dentro di sé sembrava
laceragli l’anima e il corpo. Si accucciò a terra, senza neppure preoccuparsi
di darsi un contegno.
Come era potuto succedere tutto questo? Lui, Morgana e
loro padre erano felici, nonostante tutto, e la verità era che se Morgana gli
avesse chiesto di cederle il trono… lui probabilmente lo avrebbe fatto. Se solo
glielo avesse chiesto, da sorella a fratello. Dopotutto vinceva sempre lei.
Invece li aveva traditi, aveva scelto Morgause, il male,
la magia.
E questa volta non le avrebbe permesso di vincere.
Perché ora che non poteva credere più in nessuno, il
regno di Camelot era tutto ciò che gli era rimasto. E lo avrebbe difeso, a
qualunque costo.
Note dell’autrice
Uh, è la prima fanfic su Merlin che scrivo. Chissà perché
continuo ad avere dei complessi tremendi nei confronti di questo fandom, forse
perché non conoscendo bene il canone arturiano non mi sento in grado di
scriverci su senza tirar fuori vaccate. Lo so, sono strana xD
Fatemi sapere come vi è parsa, un bacione a tutti! J