Zakar fece un mezzo sorriso e si avvicinò ancora di un
passo, Usagi non sembrava per nulla intimorita.
- Da quanto lo sai?
- Da quando ho smesso di bere la tua stupida tisana... –
spiegò la strega – una settimana,- socchiuse gli occhi e inclinò appena il capo
- giorno più, giorno meno.
- Avevi capito che non era una tisana ma una pozione
dell’ubbidienza? – domandò l’altro visibilmente colpito.
- A dir il vero no, - specificò Usagi camminando un po’
di lato accanto alla statua del padre, ma senza togliere gli occhi di dosso al
mago – é strano come un gesto dettato dall’impulsività e dalla ribellione possa
rivelarsi molto utile. Ho gettato la pozione un pomeriggio solo perché ero
arrabbiata, indispettita da un tuo comportamento, non potevo immaginare che la
mattina successiva mi sarei svegliata con la netta sensazione di esser stata
ingannata. Ho ragionato parecchio prima
di collegare quella strana sensazione alla tua... tisana, ho smesso di
berla e tutto diventava via via più chiaro nella mia mente.
Zakar scosse gravemente il capo con un lieve sorriso
compiaciuto:
- E’ stupefacente come un gesto stupido possa rivelarsi
la soluzione al problema più complicato. I miei complimenti Usagi, i pochi mesi
hai acquistato una conoscenza magica che solo in pochi posso vantare, e sei
destinata a diventare ancora più potente.
La strega non sentì nemmeno quei complimenti, i suoi
occhi erano posati sul mago ma i suoi pensieri erano altrove.
- Il vero Adreiu é morto vero? – chiese con un filo di
voce: ora entrare nella sua mente era molto più semplice, o, forse, era Zakar
che glielo permetteva.
- Sì,- confermò l’altro non curante – parecchi anni fa.
E’ stato l’ultimo stregone bianco che ho ucciso.
- Perché hai preso il suo posto?
Il mago assunse un’aria quasi delusa.
- Mia cara... credevo che avessi capito. Guardati bene
attorno, gli stregoni bianchi sono estinti, un ammasso di vecchi decrepiti
senza un minino di voglia di vivere. Bere la loro energia, la loro linfa vitale
era superfluo, non avrei allungato la mia esistenza di molto, ma vivi...- fece
un sorriso e allargò le braccia come se volesse indicare tutto il monastero -
questa abbazia é stato il luogo ideale per coltivare i miei studi, per
apprendere sempre di più da voi... le splendide creature del creato. Sono stati
anni molto redditizi, fino a quando tu, con il tuo arrivo, non hai sconvolto
tutto.
- Ho portato la speranza. – mormorò l’altra con un
sorriso ricordando le parole di Mamoru.
- Già,- soffiò il mago irritato – ho capito subito che
eri un problema, fin da quel giorno nel vicolo. Credevo che dovevo solo
uccidere la sgualdrinella di mio figlio… invece ti sei rivelata molto più
importate di quello che eri… ammetto è stato un colpo quando ho visto i segni
sulla tua fronte. Allora ho capito che se non potevo ucciderti potevo usarti
per far tornare Mamoru all’ovile.
- Ma lui non ha accettato… vero Zakar?
- Mamoru ha il cuore schifosamente puro… in pochi mesi
hai snaturato il mio erede. Un comportamento del genere non può non esser
punito.
- E sei venuto qui per uccidermi? – rise Usagi – Qui, nel
mio mondo… nella mia casa…- scosse il capo continuando a sorridere - Zakar…
sappiamo entrambi che sono più forte di te.
- Io non credo. – rispose l’altro beffardo – Sei solo una
ragazzina che gioca con la magia.
Usagi si morse un labbro, non desiderava combattere… no,
non voleva arrivare alla lotta con lui.
Forse era possibile redimerlo.
- Sai è scocciate parlare con un finto monaco… perché non
assumi le tue vere sembianze Zakar?
Il mago ghignò e fece un piccolo inchino come segno di
rispetto verso la donna che gli stava di fronte, lentamente le sue fattezze
cambiarono: i vestiti si tramutarono in una lunga veste nera con i ricami in
argento, i capelli si accorciavano diventado neri con evidenti ciuffi bianchi,
i lineamenti divennero più duri, la barba sparì lasciando il posto alle
profonde rughe che segnavano il viso stanco del mago, gli occhi divennero neri
e profondi.
Usagi era a bocca aperta.
Zakar sogghignò soddisfatto.
- Dimmi strega bianca… riconosci il mio volto?
***
Seiya apparve sulla scogliera tra uno scintillio di luci
d’orate, si guardò subito attorno alla ricerca, quasi disperata, del fratello.
Il paesaggio era spoglio e non fu molto difficile
rintracciare il suo corpo disteso a terra tra i pochi cespugli secchi che
c’erano.
- Mio dio…- mormorò correndo verso di lui.
Mamoru era a terra, immobile, gli occhi fissi, rigido e
sembrava che non respirasse, ma Seiya sapeva che era vivo, Zakar l’aveva solo
immobilizzato.
Allungò le mani sul suo corpo e si concentrò, una luce
dorata apparve sotto i palmi e irradiò il corpo del mago.
Il viso di Mamoru riprese colore, i polmoni ripresero a
respirare e gli occhi si aprirono incrociando lo sguardo di Seiya.
- Seiya?- chiese con un filo di voce – Dove sono?
- Sulla scogliera... non ricordi? Hai avuto uno scontro
con Zakar.
Mamoru chiuse un attimo gli occhi riordinando le idee.
- Usagi...
- Non sappiamo nulla di lei. – si affrettò a rispondere
l’altro: sapeva che non c’era tempo da perdere inutilmente.
- Zakar... quel maledetto... vuole la mia Usako.
Tentò di alzarsi la Seiya lo bloccò.
- Aspetta sei ancora debole, l’incantesimo che ti ha
lanciato era molto forte.
- Quando sono rimasto in questo stato?
- Non lo so... spero solo qualche ora.
Con uno sforzo Mamoru riuscì ad alzarsi, Seiya lo
sosteneva sentendo il tremore che attraversava il corpo dell’altro.
- Mamoru dobbiamo portarti da Ami, ti rimetterà in sesto
in pochi attimi.
- No, - rispose l’altro cercando di camminare da solo –
ho solo bisogno di muovermi.. e poi devo trovare il modo di andare da Usagi. Ha
bisogno di me.
- In questo caso...
Seiya prese la busta che aveva in tasca e la porse a
Mamoru.
- E’ arrivata qualche ora fa... viene dall’abbazia.
Senza dire una parola Mamoru afferrò la busta e la
strappò prendendo subito il foglio piegato in quattro che c’era al suo interno.
- E’ di Elson..- fece senza staccare gli occhi dalla
piccola calligrafia – dice che Usagi é nei guai... e che il Monaco Superiore sta
tramando qualcosa di grosso... c’é scritto che dobbiamo raggiungerla
immediatamente.
- Tu sai cosa vuol dire questo?
- Abbiamo il permesso di entrare nell’abbazia Seiya. –
sorrise Mamoru vedendo finalmente una soluzione al problema.
- Io verrò con te. – disse risoluto il mago – Sei debole
e potresti aver bisogno d’aiuto, Magri non posso combattere contro Zakar o
Adreiu ma posso fermare i maghi che si metteranno sulla nostra strada.
Mamoru allargò di più il sorriso.
- Perché lo fai?
- Perché sei mio fratello.
- Grazie Seiya.
***
Usagi aprì la bocca per palare ma la richiuse poco dopo
del tutto confusa... quell’uomo che aveva davanti agli occhi.. era... era...
- Impressionante vero?- domandò Zakar compiaciuto dallo
stupore della strega – Quando bevevo la vostra energia ero così giovane che non
riuscivano a distinguere me da Mamoru.
In effetti il mago che Usagi aveva davanti agli occhi era
straordinariamente somigliante a Mamoru, solo più vecchio.
Improvvisamente tutto fu molto più chiaro nella mente
della giovane.
- Sei tu.. io.. io... non ho visto Mamoru... io ho visto
te.
Il mago annuì.
- E’ stato facile farti credere che fosse stato Mamoru ad
aver ucciso i tuoi genitori, la tua mente era ancora debole, affaticata e io
avevo il libero accesso a tutti i tuoi pensieri tramite l’ipnosi, risvegliare
quell’immagine é stato semplice, ed ero sicuro che avresti confuso me per mio
figlio. Dopo che l’hai attaccato ero certo che mi avresti seguito qui... dove
Mamoru non avrebbe mai potuto raggiungerti. Il mio piano era perfetto.. tutto
stava andando nel migliore dei modi.
- E cos’é cambiato Zakar?- domandò Usagi sempre
tranquilla, quasi come se fosse una semplice chiacchierata tra amici davanti ad
una tazza di the e pasticcini.
- Il canto di un vecchio monaco...- spiegò Zakar - Il
frutto di una notte d’amore,
un discendente che il futuro potrà cambiare.
Usagi sgranò gli occhi portandosi una mano al ventre
rigonfio.
- Mi hai tenuto la tua gravidanza nascosta per oltre sei
mesi... i miei complimenti. –ghignò malefico Zakar – Inizialmente avevo creduto
che parlasse di Mamoru e del suo tradimento ma poi... Elson mi ha aperto gli
occhi. Lui é a conoscenza della tua situazione vero?
La strega annuì debolmente.
- Lo immaginavo, quando ho capito che anche lui mi
nascondeva qualcosa ho pensato che, forse, quella stupida filastrocca non era
rivolta a mio figlio.. ma al tuo. Così ho cambiato i miei piani.
Usagi impallidì di colpo, Zakar, attento ad ogni misero
cambiamento, sorrise malefico e si avvicinò di un altro passo.
- Ho fatto l’ultimo tentativo con Mamoru, ero disposto a
tutto pur di riaverlo, senza di lui il mio regno di terrore e male non può
andare avanti. Ma Mamoru é troppo testardo, non ha cambiato idea... neppure
sotto minaccia.
- Ora... ora cos’é cambiato?- mormorò Usagi intuendo già
la risposta.
- Ormai Mamoru non mi serve più, inutile far cambiare
idea ad un uomo... ma tuo figlio... quella piccola creatura che cresce dentro
di te potrà essermi molto utile. Lo crescerò io, sotto la mia guida diventerà
il mio erede, un nipote che racchiude in sé i poteri delle streghe bianche e i
poteri oscuri del padre. Credimi Usagi, tuo figlio sarà potentissimo.
- Io non lo permetterò. – fece la strega risoluta – Non
avrai mai mio figlio!
- E chi mi fermerà... tu? – Zakar scoppiò a ridere –
Quando nascerà farò in modo che, questa volta, non ci siano madri tra i piedi.
Tu e Mamoru morirete e mio nipote crescerà sotto la mia guida, il tuo sangue mi
darà la forza necessaria per vederlo crescere e per istruirlo al meglio.
- Per questo mi hai tenuto in vita... per questo che mi
hai istruito... tu volevi solo aumentare la mia forza, in modo che poi, quando
avresti bevuto il mio sangue, tu saresti ringiovanito.
Il mago fece un applauso offensivo.
- Molto bene... vedo che inizi a capire tutto.
- Solo una cosa non capisco. – ammise la strega – Perché
non mi hai mai cercato? Avevo solo dieci anni, ero debole, e sapevi che mio
padre mi aveva salvato. Perché non mi hai cercato e non mi hai ucciso allora?
- Perché non ero certo che tu fossi ancora viva, tua
nonna aveva bloccato i tuoi poteri e aveva incantato la casa. Ho provato a
cercarti ma non ti ho mai trovato, così ho dedotto che Robert fosse troppo
debole quel giorno e che il suo incantesimo aveva creato danni. Non credevo che
fossi sopravvissuta Usagi. Quando ti ho visto in quel vicolo tutto mi fu più
chiaro... ma dovevo continuare a recitare la parte del Monaco Superiore, ho
fatto di tutto per separare te e Mamoru e, alla fine, ce l’ho fatta.
- No, invece. – ribatté la strega – Io e Mamoru ci amiamo
e nostro figlio é la prova tangibile della nostra unione.
- Usagi se sei intelligente come credo lascerai che tuo
figlio viva una lunga vita con me. – disse Zakar tendendole una mano – Lascia
che sia io a crescere tuo figlio, non soffrirà mai, non morirà... vivrà una
vita lunga e sarà rispettato da tutti.
- Una vita di morte? Una vita tinta di sangue? Ti ho già
detto che il rispetto non si ottiene con la forza ma si guadagna! – urlò Usagi –Non ti lascerò mai mio figlio
Zakar! MAI!
- Allora lo prenderò con la forza!- gridò il mago
improvvisamente minaccioso colpendo Usagi con incantesimo – Non ho intenzione
di farti male piccola strega bianca... non fino a quando mio nipote verrà al
mondo. Farò in modo che tu possa solo startene a guardare, non potrai muoverti,
non potrai neppure parlare... al resto penserò io.
Scagliò un altro incantesimo, Usagi si voltò per
proteggere la piccola creatura che aveva in grembo, quel suo segreto così a
lungo celato a tutti; quando la colpì sulla schiena strinse i denti talmente
forte da ferirsi il labbro inferiore.
Il suo sguardo velato dalle lacrime cadde sulla statua di
marmo del padre... quel padre che l’aveva protetta, che l’aveva amata fino alla
tomba.
- Cosa devo fare?- mormorò mentre le lacrime scendevano
senza sosta sul suo viso pallido – Come posso salvare mio figlio?
Un mormorio di voci invase la sua testa, era come se ci
fossero delle creature invisibili che le sussurravano all’orecchio, ma erano
così tante e parlavano con così poca voce che non capiva nulla... sentiva solo
il brusio e Zakar che si avvicinava.
All’improvviso una voce si fece più forte delle altre...
la voce di un vecchio che lei riconobbe subito.. quella canzone... la profezia
che narrava di suo figlio.
Un cammino
scritto delle anime immortali,
Che scenderanno
sulla terra per la loro vendetta finale.
Il frutto di
una notte d’amore,
un discendente
che il futuro potrà cambiare.
Allora capì che una soluzione c’era... che c’era sempre
stata... che lei era l’unica che poteva farlo.
Allungò una mano tremante e strinse quella fredda e dura
del padre.
- Guidatemi voi padre... aiutatemi...
Zakar raggiunse Usagi con poche falcate, l’afferrò per
una spalla e la fece voltare ma non era pronto per quello che vide: la strega
aveva lo sguardo vuoto ma anche molto minaccioso.
- Cosa credi di fare stupida donna?- urlò mentre, nella
sua mano, si formava una sfera verde – Vuoi batterti contro di me?
La strega aprì la bocca per parlare, la sua voce era
rauca, sembrava provenire da un posto lontano, quasi un altro mondo.
- Zakar! Hai ucciso le streghe della mia razza solo per
il tuo potere, solo per raggiungere i tuoi sporchi scopi. I morti reclamano
vendetta mago... le anime che hai condannato al limbo ora saranno accontentate.
Lentamente la strega iniziò a parlare in un’antica lingua
perduta, alzando la voce man mano che il potere iniziava a scorrerle per il
tutto il corpo, il simbolo sulla fronte iniziò a brillare, costringendo il mago
ad allontanarsi di qualche passo.
Mentre Usagi pronunciava il suo incantesimo il cielo
diventava sempre più nero e minaccioso, Elson si affacciò ad uno dei tanti
balconi... era certo che Usagi fosse nella sua stanza.
- Maledizione. – mormorò stringendo la ringhiera di
ferro, con lo sguardo passò in rassegna tutto il parco – Il cimitero.
Zakar continuava a chiedersi cosa Usagi stesse facendo.
Ormai la strega urlava la sua formula, e, mentre
continuava a pronunciala come se fosse una canzone, delle strane fiamme blu
apparvero accanto a lei. Si muovevano lente, guidate dall’incantesimo della
strega. Una dopo l’altra le fiamme aumentavano di intensità, Zakar ebbe la
netta sensazione che Usagi avesse aperto le porte dell’inferno per far entrare
tutto quel fuoco.
- Cosa credi di fare con qualche fiammetta?- urlò il mago
nascondendo il suo timore – Credi di fermarmi con il fuoco?
- Tu credi solo nelle apparenze mago. – echeggiò una voce
maschile.
Zakar si guardò attorno confuso, era certo che nessuno lo
avesse seguito.
- Chi sei? Esci immediatamente allo scoperto!
- Stupido mago..- sibilò la voce malefica - non mi vedi
neppure ora che sono davanti ai tuoi occhi.
Zakar tornò a fissare Usagi e impallidì improvvisamente,
le fiamme blu avevano lasciato il posto a degli spettri, ogni fiamma rappresentava
una vita che lui aveva stroncato. Erano decine... tutte che lo fissavano cupe
in volto, urlando vendetta, accanto alla strega c’era Robert con Selene e
Sarah.
- Tu sei colui che ha condannato tutti noi. – fece Robert
– Abbiamo atteso a lungo questo giorno.
Usagi smise di recitare la formula, guardò Zakar e
ghignò.
- Ora.
Con un urlo Robert si scagliò sul mago che tentò di
difendersi ma inutilmente: anche se colpito degli incantesimi il fantasma non
recava alcun danno.
Velocemente e con rabbia, il fantasma del vecchio Monaco
Superiore trapassò il corpo del mago. Zakar sbarrò gli occhi nel momento il cui
la sua anima fu strappata con forza dal corpo, inutile provare a resistere o a
fermarlo...
Accadde tutto in pochi attimi veloci.
Il suo corpo senza vita si accasciò a terra.
Dalle anime delle streghe bianche si levò un sospiro di
sollievo: finalmente potevano riposare in pace. Una dopo l’altra sparirono
lasciando Usagi sola con la sua famiglia.
- Sei stata fantastica!- esultò Sarah con un sorriso.
- Grazia piccola mia. – fece più dolcemente Selene.
- Noi saremo sempre con te. – echeggiò Robert allungando
una mano per accarezzarle il volto – Sarai una grande strega... addio figlia
mia...
Sparirono anche loro, lo sguardo di Usagi tornò normale
mentre si guardava attorno... aveva formulato un incantesimo... sapeva quello
che stava facendo, ma ora non ricordava nulla. Il suo sguardo si fermò sul
corpo esanime di Zakar ai suoi piedi.
- Non ci credo...- mormorò incredula – ha funzionato.
Un dolore lacerante al ventre la fece gemere mentre le
gambe tremarono rischiando di farla cadere a terra.
- Cosa... cosa...
Un altro dolore le strappò quasi un urlo.
In quel istante Elson entrò di corsa nella cripta, si
guardò attorno quasi pensasse che fosse piano di maghi, notò immediatamente
Zakar riverso a terra e Usagi che si aggrappava alla tomba del padre pallida e
tremante.
- Usagi!- urlò correndo verso di lei e scavalcando il
corpo del mago – Usagi cosa ti succede?
- Non... non.. – un altro dolore e, questa volta, non
riuscì a ricacciare indietro un lieve urlo.
Elson abbassò lo sguardo per vedere se fosse ferita
quando vide una macchia di sangue che si allargava sulla gonna della ragazza.
- O cielo...- mormorò – il bambino...
***
Mamoru e Seiya correvano per i corridoi dell’abbazia,
erano arrivati da poco, avevano mostrato la lettera ad un monaco e gli avevano
fatti entrare. Subito furono accolti da un vecchio stregone che gli aveva detto
che c’erano state delle complicazioni, che Adreiu era in realtà Zakar, che
aveva ingannato tutti loro per anni e della battaglia che Usagi aveva
combattuto da sola.
Mentre correvano alla ricerca della camera giusta Mamoru
si malediva per averla lasciata andare, per non aver lottato, per non aver
capito prima quello che stava succedendo... ora suo padre era morto e lui era
libero.
Ma se il prezzo da pagare era la morte di Usagi...
Si bloccarono davanti ad una porta dove stavano in attesa
altri vecchi maghi ansiosi. Aprì subito la bocca per chiedere se fosse proprio
quella la stanza di Usagi quando il pianto di un neonato gli fece morire le
parole in gola. Subito si voltò verso Seiya che scosse piano il capo per fargli
capire che era incredulo quando lui.
Ci volle poco per vedere la porta aprirsi, Elson uscì
visibilmente soddisfatto, le maniche della tunica arrotolate fino ai gomiti,
sembrava affaticato ma molto felice.
Guardò i presenti e non si stupì di vedere anche Mamoru.
- Tua figlia. – disse con un sorriso.
Mamoru era certo di aver capito male.
- Come.. mia... mia figlia?
- Non é riuscita a dirtelo perché Zakar intercettava le
sue lettere. E’ stato un parto molto difficile e la bambina é nata prematura ma
la vostra magia ha fatto in modo che fosse sana. E’ perfetta... e stanno bene
entrambe.
- Mia figlia?- ripeté ancora il mago incredulo.
Lo stregone sorrise comprensivo e gli posò una mano sulla
spalla.
- Va da lei,- gli disse – ti sta aspettando.
Mamoru annuì distratto mentre la sua mente continuava a
ripetere in maniera ossessiva la parola figlia... Usagi aspettava un bambino...
lui era padre...
Entrò nella stanza pallido, le gambe molli, tremava e il
cuore batteva come un tamburo nel suo petto.
Usagi era sdraiata a letto, visibilmente provata, aveva
due profonde occhiaie, i capelli racconti dietro il cuscino, l’espressione
esausta eppure sorrideva felice continuando a guardare quel piccolo fagottino
rosa che teneva stretto tra le braccia.
- Usako...- mormorò con voce strozzata.
La strega si voltò sorpresa, per un attimo non credette
ai suoi occhi, era certa che fosse un’allucinazione post-parto.
- Usako. – disse di nuovo il mago avvicinandosi al suo
letto – Sono io.
- Mamo.. Mamo-Chan. – sussurrò la ragazza scoppiando a
piangere – Sei tu... sei proprio tu...
Il mago si mise a sedere sul bordo del letto e si allungò
per darle un bacio.
- Sono qui amore mio... é tutto finito... ora andrà tutto
bene.
La bambina gorgogliò indispettita da quella mancanza
improvvisa di attenzioni, Mamoru sorrise e la prese tra le braccia.
Il calore e l’amore che sentiva nel cuore era
indescrivibile.
Era una bambina bellissima, anche se nata prematura era
perfettamente sana, segno che un grande potere risedeva in lei.
- Nostra figlia..- mormorò accarezzandole una piccola
guancia – la nostra bellissima bambina.
Usagi abbracciò entrambi felice di aver attorno la sua
famiglia.
- Ti amo Mamo- Chan.
- Ti amo Usako.
- Perdonami se non ti ho detto nulla... ma Zakar...
- Non importa più...- la interruppe il mago – non é più
importante. Tutto é finito, ora contiamo solo noi.
Usagi annuì poi tornò a guardare il frutto del loro
immenso amore.
- Come la chiamiamo?- chiese Mamoru iniziando a cullarla.
- Speranza. – rispose la strega con un sorriso.
Mamoru annuì compiaciuto e tornò a guardare sua figlia.
Sì, quella bambina era la loro Speranza.
FINE
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