Peluche

di Nora
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Peluche

Peluche

 

 

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Noah Puckermann continuava a correre sul tapis roulant mentre piccole gocce di sudore gli scendevano lentamente dal collo alla schiena.

Si asciugò la fronte con un asciugamano, passandolo anche sulla cresta alla moicana, poi tornò al suo fumetto.

“Dobbiamo parlare, Puckermann.”

Per poco non cadde, rischiando di sbattere la testa e di privare il mondo di una persona così simpatica e sexy.

Cercò di non imprecare pesantemente (non voleva di certo sentirla urlare di portarle rispetto!) e si girò verso di lei, fingendo di essere interessato.

“Avanti, parla. E fai presto, devo andare a cambiare una lampadina a casa di una quarantenne super hot.”

Rachel scosse la testa, cercando di non pensare a quanto quel ragazzo riuscisse a farla innervosire.

“Perché ti sei fermato, l’altra sera?”

“Te l’ho detto, Finn non ha bisogno di altre corna e poi, l’ultima volta, non è andata poi troppo bene.”

Rachel passò un dito sulla panca per vedere quanta sporcizia ci fosse e, quando vide che non doveva esserci una quantità tale di germi da uccidere un cavallo, si sedette.

“Ti interessa davvero essere suo amico?”

“Beh, sì. E l’unico che non se la fa sotto mentre gli parlo, oltre a Sam e Mike. E le loro ragazze non mi interessano molto. Non più, comunque.”

Rachel si guardò intorno, pensando a quanto quel posto sarebbe potuto migliorare con qualche tenda rosa e un profumo alla vaniglia per coprire l’odore di sudore.

“Non ci sono altri motivi?”

“Sei una ragazza. Questo non basta? Fosse per me potrei cogliere il tuo fiorellino anche nella doccia, in questo momento. Ma non ci sono peluche, non mi sembra un posto adatto per te.”

La ragazza si alzò, irritata, e si avvicinò a Puck.

Voleva offenderlo in qualche modo ma non le veniva nulla da dire così alzò il mento, si girò di scatto (schiaffeggiando il ragazzo con i capelli) e fece una delle sue tanto famose uscite sceniche.

Diede le spalle alla porta per alcuni minuti, poi si voltò e scorse Puck, a torso nudo, che si avviava verso la doccia canticchiando.

In quel momento un pensiero sconvolgente, spaventoso e talmente catastrofico che avrebbe potuto indurla a tentare il suicidio come in uno di quei musical che amava tanto, si affacciò nella sua mente:
Non servono peluche. Mi piacerebbe entrare in quella doccia. Col lui.

 

 

 

***

 

Salve a tutti.
Qui è Nora che parla, mentre prega Il Grande Puckzilla di risparmiarla dalle miriadi di urla e fischi che proverranno da voi, poveri malcapitati lettori, costretti a leggere uno scempio come questo.

Glee sembra un programma semplice e divertente ma i suoi personaggi sono i più difficili da rappresentare!
E Puck, poi…parla e mi fa ridere/emozionare/diventare-super-pucciosa.
Vabbè, spero di non aver fatto un totale casino.

Un bacio.

;Nora





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