[Traduzione] Catalyst

di manubibi
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Tutto questo gli mancava. Il calore ed il peso di tutta la gente attorno a lui e dentro di lui e attorno a lui.
Quando giravano Sherlock, nei primi tempi, era diventato uno sfogo.
Era stata un'idea di Robert, ovviamente. Era una giornata lenta - con tanto di pioggia e vento, ovviamente - e avevano bevuto. Per l'esattezza, Jude e Susan l'avevano fatto, Robert aveva rifiutato di toccare alcol e non lo si poteva davvero biasimare (anche se Jude aveva pensato che fosse pericoloso essere anche solo un po' brillo accanto ad un uomo con certe idee su cosa fosse il "divertimento"). Non ci era voluto molto da parte di Robert per convincerlo a bere un pò. Aveva passato il giorno cercando di ignorare cose che sapeva era meglio evitare. Tipo guardare Robert sorridere in quel modo, le sue mani, la sua voce profonda ma leggera e la sua grazia fisica. Quindi sì, aveva bisogno di un drink. Sulle prime, Susan aveva obiettato che il giorno dopo avrebbero avuto riprese lunghe ed estenuanti, e poi non voleva che Robert si sentisse messo da parte, tentandosi così di bere a sua volta. Lui la rassicurò più volte che non era minimamente interessato nel bere e lei gli concesse un solo drink, che poi ovviamente divennero molti.

Dopo circa un'ora di chiacchiere inutili, risate e scherzi, le cose sembravano andare meglio. Adesso, almeno, Jude poteva dare la colpa all'alcol per i suoi balbettii, il rossore sulle guance e i suoi comportamenti generalmente strani, invece che alla sua co-star, o alla moglie della sua co-star. Per quanto fosse geloso di lei, non riusciva a trovare un motivo legittimo per farsela dispiacere. Era come una versione più carina e intelligente di Hillary Swank, e di sicuro era una delle produttrici più capaci con le quali si fosse mai trovato a lavorare. Le disse questo, perfettamente cosciente dello spazio che lei prendeva fra lui e Robert, e di quanto poco gli stesse interessando al momento. Susan si illuminò di un sorriso enorme e Robert le circondò le spalle con un braccio.
- Visto? - le disse. - Te l'avevo detto che gli piaci!
Jude si rilassò contro lo schienale della sedia, confuso e un pò imbarazzato.
- Perché...? Ho dato l'impressione che non fosse così?
- No, certo che no - lo rassicurò Susan, giocando con le dita fra quelle del marito mentre aggiungeva: - Per lo meno non l'ottanta per cento del tempo.
Jude si sporse per guardare entrambi con aria seria.
- Mi dispiace. E' che entro nel personaggio e mi diventa difficile uscirne durante il giorno... E Watson, beh, è un pò... Irritabile.
- Puoi dirlo forte - disse Robert tranquillamente. Jude gli lanciò un'occhiata acida.
- Capisco perfettamente - disse Susan. - Non è difficile... Adottare alcuni tratti dei personaggi. Questo qui, per esempio... - continuò, indicando il marito, che la stava guardando come fosse la cosa più affascinante e interessante del mondo e che poi ritrasse la testa con un'espressione di scherzoso orrore.
- Io? Non lo faccio mai!
Susan rise e si lasciò andare contro di lui, mentre Jude si agitava un pò a disagio sulla sedia.
- Sì che lo fai. Il tuo livello di igiene è calato drammaticamente. Devo costringerti a lavarti!

Non passò molto tempo prima che, un pò di bevute e un pò di azzardi dopo, fossero tutti e tre uno addosso all'altro. Adesso, guardando addietro, Jude non ricorda chi avesse cominciato (anche se scommetterebbe qualunque cifra che sia stato Robert). Ricorda solo le toccatine calde, pelle contro pelle, corpi e labbra e mani.
Tutto il resto era fermo e irrilevante.


Ed eccolì di nuovo assieme, pensa, che camminano a fatica nella stanza l'albergo, lui dietro a Susan e Robert. Dopo gli Oscar, mentre tutti gli altri sono ancora agli after party, toccando e ridendo e vivendo. Più di qualsiasi cosa, si sente fortunato di poter stare accanto a queste persone meravigliose, bellissime e talentuose. Fortunato di essere incluso, almeno una volta ogni tanto.
Come sempre, Robert è il catalizzatore. Mentre Susan entra in bagno, si avvicina a Jude con l'aria di un predatore, facendo rabbrividire l'altro uomo.
- Ci metterà un po', le sue docce durano così tanto che potrebbe allagare un paese intero.
Il suo tono non ha niente a che fare con le cose che sta dicendo. Raggiunge con le dita il papillon di Jude, gli occhi fissi sulle sue labbra, e Jude deglutisce a vuoto, con la voce rauca.
- Lo so.
La farfalla cade a terra, e Jude sbatte le ciglia rapidamente, come fa spesso, mentre le dita di Robert si avventurano sul suo collo.
- Hai intenzione di toccarmi? - lo pungola, cominciando a sbottonargli la camicia. - O devo fare tutto come al solito?
E' da tre settimane che non viene toccato in questo modo, ed è insicuro, ed è come fare tutto per la prima volta di nuovo. Ma riesce a darsi una mossa, slacciando goffamente la cravatta di Robert mentre si sente aprire la camicia. Robert ridacchia mentre Jude fa scivolare via il tessuto.
- Niente maglietta?
- Sopravvalutata - mormora Jude.
In poco tempo si stanno baciando come fosse essenziale, come se fosse più importante di respirare, i loro fianchi che ogni tanto si scontrano. Robert ha entrambe le mani attorno al viso di Jude, ed è fin troppo facile per l'inglese spingerlo contro il muro, aggrappandosi ai passanti dei suoi pantaloni. Robert ringhia e spinge contro il suo petto, mandandolo invece sul letto, dove Jude perde completamente l'orientamento, completamente sotto il potere delle mani e delle labbra di Robert che vagano per il suo corpo.

Ci mette dei minuti prima di realizzare che Susan si è unita a loro. La prima cosa che nota è che non sono solo le sue mani a vagare per il corpo di Robert. Una mano gli accarezza il fianco, una mano delicata e femminile, non ruvida come quelle di Robert - e così capisce. In qualche modo, fra di loro, condividere non è un problema.
La mattina dopo è sempre imbarazzante per lui. Si sveglia sdraiato di schiena e, sulle prime, si rifiuta di muoversi. E' sempre il primo a svegliarsi. Il suo orologio biologico è sempre avanti di tre ore, quindi la sveglia che occhieggia dall'altra parte della stanza gli comunica che a New York è ora di pranzo. Esitante, gira la testa, sapendo per esperienza cosa vedrà. C'è Robert, e c'è Susan stretta nel suo abbraccio, e il viso di lui è premuto contro la testa della moglie. Robert sta russando leggermente e lei sorride nel sonno (lo fa sempre). Sembrano... Perfetti così. Felici. Non c'è spazio per lui. Così rotola giù dal letto, raccogliendo i suoi vestiti e ritirandosi in bagno per vestirsi. Spende quanto più tempo possibile, assicurandosi che la farfalla sia dritta e prendendosi un momento per prepararsi a salutare.
Robert lo sta aspettando, mezzo vestito con i boxer e la camicia di ieri notte, i capelli completamente sconvolti. Dietro di lui Susan è seduta sul letto, già al portatile. Alza lo sguardo per guardarlo e rivolgergli un breve sorriso prima di tornare a qualsiasi cosa stesse facendo.
- Te ne vai? - chiede Robert, come se non fosse ovvio.
- Devo... Ho delle riprese domani, a New York - gli ricorda Jude, prendendo il portafoglio e le chiavi.
- Ah, sì. Non resti neanche per colazione?
- Devo andare.
Lo uccide vedere quanto Robert sia deluso, ma non può restare più a lungo o andrà fuori di testa. Tutto questo - Robert e Susan che si svegliano assieme - è parte della loro vita. E per quanto odi pensarlo, lui non può farne parte. E non dovrebbe.
Robert annuisce, grattandosi la testa.
- Oh, okay. Quindi immagino che ci vedremo, uhm... Le riprese per i Vendicatori cominciano abbastanza presto, quindi sarò a Long Island... Possiamo uscire insieme, un caffè, che so...?
Jude sorride, nonostante quello che si sta agitando dentro di lui.
- Assolutamente. Ci vedimao, allora. Fatti sentire, okay?
- Sì, sì, io... Sì.
- Ciao.
- Ci vediamo.
La porta si chiude e non c'è alcun tocco, solo un paio di secondi in cui si scambiano uno sguardo. Robert si gira verso Susan, che dà qualche colpetto al materasso per invitarlo a sedersi accanto a lei. Dall'altra parte della porta, Jude Law appoggia una mano al legno prima di voltarsi ed andarsene, lasciandosi dietro l'unica persona che davvero voglia e di cui ha bisogno nella sua vita.



[ Lo so ç_ç tristissimo! In queste ultime righe quasi piangevo ç________ç allora, altra fic sugli Oscar xD il fatto è che nel fandom si è scatenata una sub-ship, ovvere l'OT3 di RDJusan. Perché all'after-party di Vanity Fair erano tutti e tre attaccatissimi, ed è palese che Susan shippa RDJude, è una di noi *_________* questa fic comunque è di una meravigliosa utente di tumblr, quindi credito il suo blog come mi ha chiesto.

Falafelmayo

Fateci un giro, e se siete su tumblr seguitela! ;) ]





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