La mattina dopo erano partiti presto uscendo dalla porta est della
città, e anche se il sentiero era difficile da scorgere,
nascosto com’era dalla rigogliosa vegetazione, Nahël
procedeva con passo spedito, certo di dove andare.
Si era svegliato di buon umore –o almeno così
sembrava- ma appena avevano messo piede nella foresta si era incupito.
-Come fai ad orientarti?-, gli domandò Mer’n
cogliendo un fiore variopinto e raggiungendo il compagno.
-E’ la foresta che ti orienta.-, fu la risposta sommessa.
Spiegò a Mer’n come la foresta di Honir era stata
creata per difendere l’isola e obbediva al volere dello
stregone, tuttavia aiutava sempre coloro in difficoltà.
-Ma in questa situazione è trascurata.-,calcò
l’ultima parola con risentimento, -Cerca di aiutarci ma
è sola e non riesce a controllarsi.-
Mer’n alzò gli occhi incontrando le verdi fronde
che li sovrastavano.
Era incredibile pensare che anche gli alberi avessero una coscienza,
che li stessero aiutando… non aveva mai assistito a magie
così potenti da sembrare miracoli.
Proseguirono in silenzio per un po’ finché non
giunsero ad una stele di pietra piuttosto malridotta, ricoperta di
muschio e rampicanti.
-E questa?-, Mer’n accarezzò il manto di muschio
soffice, ma Nahël non si fermò.
-Manca poco, mezz’ora e ci siamo.-
La vegetazione si stava ingentilendo ed il sentiero si faceva
più chiaro, finché davanti a loro apparve il
palazzo dello stregone in tutta la sua magnificenza.
Sembrava costruito di mattoni dorati come le colonne, ornato di nicchie
e statue.
Se per tutto l’ultimo tratto Nahël era sembrato
depresso ed irritato, ora era furioso.
Un bel progresso, considerando il fatto che Mer’n
l’aveva sempre visto annoiato, assonnato o con tanta voglia
di far innervosire la gente.
Entrarono, e con passo sicuro la guidò per gli intricati
corridoi, tutti uguali: senza porte o finestre, decorati ogni tanto da
una statua o un vaso.
Stavano seguendo un percorso preciso? Certo, Mer’n ne era
sicura, e si stava affidando a Nahël.
-Eccoci.-, l’uomo si fermò di scatto e
Mer’n quasi gli sbatté addosso.
Nahël stava fissando un muro dorato ornato da un bassorilievo
a forma di giglio.
Appoggiò la mano sul fiore con garbo prima di esserne
risucchiato e trascinare la donna con sé.
Si ritrovarono in uno strano giardino notturno, cinto da alte mura di
pietra.
Un attimo, notturno?
Mer’n si guardò attorno: tutto l’oro e
lo sfarzo era sparito. Sotto quel cielo completamente nero illuminato
da una luce perlacea alti e rigogliosi gigli circondavano un prato ben
curato, saturando l’aria con il loro profumo, e al centro
dello spiazzo libero una tenda candida saldamente ancorata a terra
sembrava emanare luce. Le uniche forme di vita oltre ai due erano delle
lucciole che volteggiavano con grazia nell’aria.
-La notte eterna di Yenn la Pura.-, quando Nahël
pronunciò quelle parole le lucciole si radunarono in sciami,
concentrandosi a pochi metri da loro, e avvolta da luce bianca apparve
una donna.
-Pretenziosa come la solito.-, la liquidò Nahël con
sufficienza.
-Senti chi parla.-, replicò questa sistemandosi i lunghi
capelli neri, -Il rosso ti sta male, te l’ho sempre detto.-
Mer’n rimase in disparte, assistendo al curioso saluto.
Quella era Yenn la pura, quella dei lunghi monologhi? Perché
sembrava conoscere così bene Nahël?
-L’hai aiutato.-, l’accusò
l’uomo stringendo gli occhi.
-Ti ho mandato la bambina, mi sembra di aver fatto abbastanza.-, si
difese questa controllando che l’abito bianco fosse a posto.
Era Sam’yr la bambina? Mer’n era confusa.
Yenn aveva aiutato Nahël mandandogli Sam’yr e quindi
non stava dalla parte di quel Thiem… aveva bisogno di fare
il punto della situazione.
-Avresti potuto liberare tutte le ragazze. Avresti potuto curare la
giungla. Avresti potuto fermare quel bastardo.-,
l’incalzò Nahël.
-E perché? Mi annoio qui, e tutte queste novità
mi distraggono per un po’.-
Nahël non rispose, voltandosi e facendosi inghiottire dal muro.
-Resta qui.-, ordinò a Mer’n prima di sparire.
Yenn le si avvicinò, sorridendo.
-Vedo che hai bisogno di molte spiegazioni. Vieni, beviamo un the.-, le
propose schioccando le dita, e le due si ritrovarono
all’interno della tenda bianca, sedute tra sete e cuscini con
due tazze d’argento fumanti in mano.
-Nahël non ama parlare di sé.-, iniziò
Yenn annusando il dolce aroma del liquido ambrato.
Nahël camminava con passo spedito per i corridoi del palazzo,
così stravolti rispetto ai suoi ricordi, resi di cattivo
gusto da tutto quell’oro, e i campanellini dei suoi abiti
echeggiavano preannunciando il suo passaggio con un ritmo quasi
isterico.
Yenn… la donna viveva in un’altra dimensione,
rinchiusa nel suo Notturnale. La Pura… che appellativo
presuntuoso.
Nascoste dai drappi che avvolgevano le colonne Nahël scorse le
giovani dell’harem, e proseguì per il porticato
giungendo al grande portone che dava accesso alla stanza del trono.
Vedere come Thiem aveva ridotto il suo palazzo e la giungla
l’aveva reso furioso.
Mer’n fissava stupefatta Yenn, che sorseggiava divertita il
suo the.
Finalmente aveva ricevuto conferma del fatto che Nahël fosse
uno stregone ma… era anche il vero padrone del palazzo?
-Quello stupido si è inimicato il Custode del Sud, e questo
l’ha rinchiuso qui. E quando il Custode si è
indebolito Nahël, quell’idiota, ha cercato di
fuggire.-, Yenn si sistemò meglio sui cuscini.
-E’ rimasto chiuso fuori, braccato dai suoi stessi servi e
privo dei suoi poteri, pensa un po’.-
-E quel Thiem allora?-, Mer’n era ancora confusa.
-Il Custode del Sud è lui.-, rispose Yenn con
semplicità, sorridendo serafica.
-E tu, Pura, da che parte stai?-
Yenn la fissò con i suoi languidi occhi grigi.
-I miei fratellini stanno litigando per cose che non
m’interessano, ma vedo che Nahël ha trovato in te
una degna compagna.-
-No, no.-, puntualizzò Mer’n rigida.
-Sul tuo ventre è tatuato un loto blu.-, notò la
strega allungando il collo per osservare meglio il disegno.
-Mi piaceva.-
-Simboleggia il cuore puro del saggio, la vita ed il risveglio.
E’ carico di significati importanti, chissà se
riuscirai ad esserne degna.-, e con uno schiocco di dita
Mer’n sparì, ritrovandosi nel luogo del suo sogno.
-Thiem!-, gridò Nahël spalancando le pesanti porte
d’oro massiccio, -Esci fuori!-
-Eccomi.-
Il fratello non si fece attendere, apparendo in un battito di ciglia
seduto sullo scranno d’oro, imitando beffardamente la posa
preferita del fratello.
Anche se la sua pelle era scura e i capelli neri, i due si
assomigliavano vagamente e condividevano assieme a Yenn gli occhi grigi.
Se da seduto Thiem aveva l’aspetto di un ragazzino, una volta
alzatosi acquistò le sue vere sembianze, adulte.
-Ti è mancato questo posto?-
Sera! :D grazie thewhitelady
per la recensione :) ho voluto che la storia si spiegasse gradualmente
da sé, quindi la verità super-assoluta si
scoprirà domani con l'ultimo capitolo :) Nahël
è sfigato forte, tra l'altro xD
anche se qui si "svela" molto. L'interrogazione è andata
bene, vero? :D
Mmm, non credo di avere altre note da aggiungere. Dovrei aver
ricontrollato tutto, eliminato ridondanze ed errori di battitura, ma
dato che ho l'influenza... almeno spero di averlo fatto!
Gente che legge le avventure di questa smemorata pulzella tatuata, non
abbiate paura di commentare! Ah ah xD
Nyappy
|