La leggenda della Inazuma Legend

di UlquiorraSegundaEtapa
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Prologo

 

 

 

Sopra alla Terra, il pianeta blu, nello spazio siderale, un oggetto non identificato si stava avvicinando. Un gigantesco disco nero, con una cupola più piccola nella parte superiore, e quattro stanghette ricurve verso il basso in direzioni opposte in quella inferiore.

Al suo interno, in un enorme sala una figura se ne stava a braccia conserte, scrutando, immobile, il picoclo pianeta sottostante, grazie agli enormi vetri dela sua nave.

Molti umani erano scettici riguardo agli U. F. O., ma la domanda"se siamo soli o no, nell'universo? ", quel giorno pareva aver finalmente trovato risposta.

La figura venne per un'attimo illuminata dalla luce del Sole, che fece capolino dietro alla Terra, smascherando una creatura che di umano non aveva niente:a braccia conserte, ferma, nel mezzo di quella sala, se ne stava una sorta di lucertola umanoide. La pelle era verdastra, e dietro di lei/lui frustava una lunga coda rettiloide.

Indossava quella che sembrava essere una divisa da gladiatore, il pezzo sopra grigio e formato da un cerchio che copriva la parte sinistra del torso, collegato dietro alla schiena con una doppia fascia del medesimo colore.

Invece, il pezzo sotto era una sorta di strano perizoma marroncino. Le unghie, anzi gli artigli, delle mani erano poco affilati, e gli occhi erano gialli, come quelli di un demone. I denti, bianchi e ben curati, erano acuminati.

Una porta scorrette alle sue spalle, ed un altro essere entrò nella sala. -Gigas, noi siamo pronti-fece una voce animale. Dietro alla lucertola, v'era infatti una sorta di grosso leone umanoide, con una corazza dorata a protezione del corpo.

La lucertola chiamata Gigas annuì. -Eccellente, Alexander. Non vedo l'ora di conoscere questa famosa Inazuma Japan, che ha vinto il torneo internazionale.

-Si capo, come vuoi tu. Comunque non capisco perchè provi tanto interesse per quegli umani:in fondo, sono solo dei marmocchi. -fece Alexander, un po' seccato.

Gigas fece una risatina, sibilando con la lingua biforcuta. -Tu non comprendi, Alexander:voglio confrontare il loro calcio con il nostro. Così come ho sempre fatto con tutte le altre razze. Ma sopratutto, voglio che ad affrontarci sia la squadra più forte della Terra.

Si girò verso Alexander, che indietreggiò di un passo, visibilmente intimorito. Anche se era il suo capitano, lo temeva come tutti gli altri:ogni sano di mente ci avrebbe pensato due volte prima di far infuriare Gigas.

-E ora, visto che il nuovo torneo intergalattico sta per cominciare, voglio che ci sia anche una squadra terrestre, quest'anno. Credo che tu non abbia problemi, vero Alexander? -fece Gigas, divertito, con voce sibilante.

Alexander scosse la testa con vigore. -Assolutamente no signore. Preparo subito le capsule per lo sbarco-e detto questo, scomparve dalla stanza, infilandosi in un lungo corridoio illuminato a giorno da decine di luci.

Gigas si girò nuovamente, assumendo la medesima posizione di prima. Fissò quell'azzuro che copriva la Terra. Ghignò.

-Preparati, Mark Evans:vediamo fino a che punto sei bravo!





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