Abruzzo, memorie di Pescara

di pandamito
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Spazio Autore: Penso veramente di essermi fumata il cervello. Cioè... e poi boh, capisci di stare male veramente solo quando realizzi una flashfic sulle province della tua regione.



L'Aquila, su questo mio letto, riposa, ti prego, affinché tu possa riprenderti e consolarmi, darmi quel barlume di speranza per poter andare avanti. 
Sono una stupida, si, lo so.
Io non faccio altro che litigare, con te, con tutti voi.
Ed ora sei qui, accanto a me, immobile, quasi senza vita, mentre al tuo interno lotti contro la morte per sopravvivere. Quanto vorrei la tua forza, mi servirebbe molto.
So che piangere non servirà a niente, eppure non ne posso fare a meno, sprofondando nel dolore immenso di vederci cadere a pezzi, noi, la famiglia che abbiamo formato assieme, nel bene e nel male. 
Mi dispiace, perché forse tu potevi confortarmi e dirmi che non era colpa mia se il mio unico amore ora sfuggiva via, lontano da me. Teramo, ora è vicino, ora è lontano. Lui non è come nostro fratello, quel bastardo che non fa altro che criticarmi. Invidia. Ancora invidia. Non possiamo farne a meno. Eppure, anche se lui era l'unico ad essere con me quando avevo bisogno di un aiuto, una mano per superare le critiche, i momenti difficili, Chieti, io continuavo a litigare anche con lui. 
Ed ora mi chiedo, ingenuamente, cosa dovrei fare.
Non mi sembra assolutamente normale.
Semplicemente, dovevo pormi questa domanda molto prima.
Il mare, il fiume, Pescara non è più come un tempo.
Dicono che presto arriverà una nuova guerra. Ma io penso che la vera guerra è iniziata quando l'uomo è stato creato... e da lì non è mai finita.




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