Ansia pre-matrimonio
Ansia
pre-matrimonio
Perfetto.
Il grande giorno è arrivato. Lui è a pochi passi da me, si sta
sistemando la cravatta nera, che spicca luminosa sulla camicia
bianca. E' la prima volta che vedo mio fratello con indosso una
camicia bianca. Ce voluto un po', ma alla fine Bonnie è riuscita a
convincerlo. Non sarebbe stato bello, se fosse andato all'altare
vestito come un morto. Cioè, so che è morto ma... Be', lasciamo
perdere i doppi sensi. Lo vedo armeggiare con il nodo della cravatta
e, dopo aver imprecato, la getta per terra, accanto al tavolino e si versa una generosa
dose di liquore. La sua mano trema a tal punto che alcune gocce di
liquido fuoriescono dal bicchiere e per poco non gli macchiano il
vestito nuovo di zecca. Impreca di nuovo: ingoia il suo alcolico come
se ne avesse un disperato bisogno. Mi trattengo dal ridere. Giuro,
non lo avevo mai visto così agitato.
“Dovresti
rilassarti un po', Damon” gli sussurro, senza guardarlo. Raccolgo
la sua cravatta e la poggio di lato. Gli tolgo di mano il bicchiere e
lo aiuto ad avvolgere in un modo decente il nodo della cravatta. In
una condizione normale, lui mi avrebbe insultato e poi avrebbe fatto
una frecciatina. Ma è troppo nervoso, così si lascia aiutare. Lo
so, ha sconvolto anche me.
“Io
sono rilassatissimo. Sto solo pensando al possibile abbandono che
Bonnie potrebbe infliggermi. Se mi piantasse all'altare? Sai che
figura farei con gli invitati? Ti rendi anche solo conto di come mi
sentirei? Umiliato davanti a un milione di persone.” inizia a
farneticare, mentre dalle tempie gli scivolano due lacrime di sudore.
Sgrano gli occhi, ma tento di nascondere il mio stupore. Continuo a
sistemargli la cravatta.
“Non
esagerare. Non sono un milione, ma solo un centinaio.” lo
contraddico, tentando di farlo rilassare. Lui mi guarda male e, per
un secondo, spero che sia tornato il solito strafottente, ma poi il
panico torna a brillare nei suoi occhi neri.
“E' la stessa identica cosa. Sono sicuro
che il mio uccellino in questo momento sta pensando in che mondo
lasciarmi.” borbotta, guardandosi allo specchio ed ammirando il suo
riflesso. Alzo gli occhi al cielo. Certo, non ha affatto perso il suo
maniacale narcisismo.
“Bonnie non ti
pianterà all'altare.” lo consolo, passando alla mia cravatta.
“No,
ma se lo facesse?” mi dice, fissandomi con uno sguardo implorante.
“Beh,
non lo farà!” strillo, esasperato. “Quindi, perché
preoccuparsi?”
“Ma
se le venisse voglia di farlo?”
Sospiro,
rassegnato. “Sei un po' paranoico, Damon”
“Io
paranoico?” lui è scettico.
“Sì,
direi di si. Dopo tutto questo tempo avresti dovuto che capire che
Bonnie è innamorata di te.” gli dico, sorridendogli. Deglutisce.
Poi
sorride. “Lo so benissimo. E anche io la amo. E molto.”
“Allora
non capisco proprio dove sta il problema.”
Rimane
in silenzio, a fissare il mio riflesso nello specchio. Gli occhi neri
umidi. WOW. Damon. Che piange. Per qualche strano motivo (chissà
quale) non riesco a collegare i due concetti. Il panico si impossessa
di me. Si passa una mano tremolante nei capelli. NO! Ci avevo messo
più di un'ora a sistemarglieli! Adesso avrei dovuto ricominciare
tutto da capo. Per giunta era anche finito il gel. Cerco di
concentrarmi su di lui. Trema. Che gli prende?
“Damon,
non starai avendo dei ripensamenti sul vostro matrimonio? Voglio
farti notare che ti sposerai tra quattro ore.” gli dico,
poggiandogli una mano sulla spalla. In una situazione normale (mi
rendo conto che in Damon di normale non c'era più niente. Non in
quel momento, almeno.) si sarebbe scrollato di dosso la mia mano,
senza farselo ripetere due volte. Invece si abbandona a quel contatto
come un cucciolo in cera di coccolo. Poverino, ma fa quasi pena.
“Non
me lo ricordare...” sussurra, abbassando lo sguardo.
“Si
può sapere che ti prende?” gli dico, scrollandolo.
“La
verità?” mi dice lui, uno po' spaventato.
“Sì,
la verità. Anche se non è da te.”
“Spiritoso.”
un briciolo di sarcasmo gli fa bene. “La verità è che... STO
MORENDO DI PAURA, STEFAN!” urla, voltandosi di scatto e sedendosi
sulla poltrona nera. Lo fisso per un secondo. Poi scoppio a ridere.
Non posso crederci. Davvero, non posso. Damon che ha paura di uno
stupido matrimonio? Davvero, non ci credo. Rido ancora più
intensamente.
Lui
mi fulmina. “Non c'è niente da ridere! La mia è una paura più
che lecita!”
“Certo...
Hai paura che il prete ti mangi!?” gli dico, sarcasticamente. Lui
non sembra apprezzare.
“Sei
proprio un antipatico.” brontola, affondando il viso nelle mani
giunte. Mi siedo sul bracciolo della poltrona e gli do una pacca
affettuosa, tentando di calmarlo. In realtà, Damon sembrava aver
preso seriamente la faccenda del matrimonio. Mi ero stupito quando ho
scoperto che LUI lo aveva chiesto a LEI. Mi ero stupito
ancora di più quando mi ha chiesto di fargli da testimone. Sono
stato felicissimo. Non credevo che avrebbe mai potuto chiedermelo.
Semplicemente per il fatto che Damon ha un orgoglio difficilmente
penetrabile. Sorpiro.
“Dai,
fratello. Non te la prendere. La tua è una comune ansia
pre-matrimonio. Colpisce tutti gli sposi terrorizzati.” gli
sussurro, porgendogli di nuovo il suo bicchiere di alcol. Sembro la
mamma che ridà il biberoon al proprio figlio. Trattengo a stento le
risate.
Lui
lo finisce in solo sorso. “Ah. Ed è grave?”
Risi
di nuovo. “Vedrai che entro questa sera ti sarà passata.”
“Be',
se lo dici tu. Non mi rimane che fidarmi.” si alza in piedi,
probabilmente pregustando la sua luna di miele. Vedo che la sua
perversione non è sparita.
“Ah,
bene. Come ultima risorsa.” brontolo, fintamente offeso.
“Esatto,
quindi non montarti la testa.” dice lui, uscendo frettolosamente
dalla stanza. Sorrido, mentre mi sistemo per bene i capelli allo
specchio.
“Se
fa così adesso, non oso immaginare cosa succederà quando Bonnie gli
dirà che sta per diventare padre.” brontolo, ammiccando al mio
riflesso.
“COSA
HAI DETTO, STEFAN!?” lo sento urlare dal piano di sotto, lo shoc
nella sua voce. Ops. Forse ho parlato a voce un po' troppo alta.
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