“Punto di non ritorno” @ COW-T.
Mmmmmmmmmmh, punti di non ritorno. Quanti punti di non ritorno che
abbiamo! Solo per Yeesha non mi bastano le dita di una mano a
contarli. Ma ce n'è uno solo che sto evitando di scrivere da
anni,
per fifa e per sovrabbondanza di ottime fanfic altrui sul
personaggio... così prendo spunto dal prompt, chiudo gli
occhi e mi
butto! Geronimooo!
Vuoto alle spalle
Il pugnale e il Libro vegliavano sui
suoi sogni. I suoi sogni guardavano al Libro e al pugnale.
I sogni erano emersi dalla nebbia
assieme alle memorie, fin dal giorno dell'uomo triste sulla spiaggia, ma era stato il Libro a scatenarli, come se i suoi
guizzi vorticanti uscissero la notte da sotto la copertina e gli
afferrassero la testa e la scuotessero ed entrassero nelle orecchie,
negli occhi, nella bocca. La nausea non lo lasciava fino al mattino.
Il Libro era la potenzialità di agire;
la selce, l'azione. I sogni vorticanti gli mostravano il sangue dei
suoi aguzzini colare con ogni ferita sul loro mondo, corromperlo e
seccarlo fino al nucleo come loro avevano fatto con la sua Narayan: i
colpi vibrati dalla sua mano affondavano nei loro vizi fino a
scalfire l'insostenibile indifferenza che li riempiva. Fetida.
Anche nelle visioni più vivide, però,
Saavedro osservava la sua vendetta come attraverso uno schermo
sottile: un foglio in controluce. Aveva già commesso una
volta
l'errore di seguire ciecamente quei Libri vorticanti e si era trovato
alle spalle il vuoto di un mondo irraggiungibile. Se l'immagine si
avvicinava fino quasi ad avvolgerlo, lo coglieva un terrore profondo
di non poter tornare indietro, non poter mettere un piede in salvo su
terreno familiare (e di non poter tornare indietro dopo aver
squarciato carne umana, ma era l'unico modo per farli capire, per
svegliarli, per dar pace ai suoi morti e il resto era nebbia, nebbia
nebbia. Era un insegnante. Avrebbero imparato).
Una voce lontana lo chiamò nel sogno,
indistinta come tutte le sue memorie. Saavedro si voltò per
cercarla
e vide il buio: l'unica immagine, davanti a lui, era la pagina
sottile del Libro con la sua promessa vorticante di verdi e di
azzurri. Non aveva una terra sicura su cui appoggiare un piede,
poteva solo correre in avanti, più veloce del vuoto che lo
inseguiva.
Si voltò di scatto nell'equilibrio
precario dell'amaca e fermò lo slancio gettando i piedi a
terra.
Spalancò gli occhi. Le mani cercarono appigli e trovarono
gli unici
punti saldi di quei giorni: l'una si aggrappò all'elsa del
pugnale,
l'altra alla copertina del Libro, che sbatté aperto sul
pavimento.
Vi si avventò con un grido.
Credette di essere morto.
Non era il formicolio che si era
diffuso dalla mano, la nausea che ancora si portava dai sogni, il
cadere nella pagina: ricordava tutto quello, erano sensazioni che
aleggiavano salde oltre la nebbia. Era la pace. L'assenza di vento. I
colori freschi, soffusi e ordinati che lo aggredivano. Il vetro
giallo e turchese filtrava i raggi del sole di quell'Era sconosciuta,
mentre piante rigogliose e coltivate con cura nascondevano
campanellini che trillavano a ogni alito di brezza. L'aria era fresca
e secca, senza traccia di salmastro.
Si strinse al pugnale, mentre il vuoto
di J'nanin si faceva palpabile sulla sua schiena: anche quel mondo
era perso per sempre, com'era stata la sua casa e la speranza per la
sua casa. Poteva solo andare avanti, in una linea retta e disperata
che si sarebbe conclusa sul cadavere di Atrus. Vendetta, e poi vuoto,
era tutto quello che poteva fare per la sua gente.
Non aveva più pagine da sfogliare a
ritroso. Intrecciò col pensiero se stesso, il pugnale, le
vittime,
l'atto dell'uccisione in una tetrade che era anche un cerchio chiuso,
certo e impenetrabile, libero dalla nebbia residua della sua mente.
Fece il primo passo sul pavimento fresco. La caccia era iniziata.
Scusami, Exile, ti avevo mal giudicato.
Resti sempre più bello di Revelation, e più
valido ma meno ciugo di
End of Ages (“perché Watson”, che
è motivazione e discorso
completo '_' ), ma sei molto più bello di quanto ti
ricordassi.
Colpa mia che non sapevo dei libri e ho preso per invenzioni tue una
nuova figlia e la rinascita di una civiltà che davo per
estinta...
invece sei proprio un missing moment piccino piccino fatto bene bene.
Caro Exile <3 Note:
@ pugnale invece del suo beneamato
martello (che è più caratteristico di
Mjölnir per Thor, mi rendo
conto): in Exile gli incontri sono abbastanza inaspettati e usa
quello che ha in mano. Dato che qui sta pianificando un omicidio,
però, mi sembra il caso di dargli un'arma più
adatta O_o
Sicuramente aveva una lama di qualche tipo per sopravvivere!
@ omicidio: guida ufficiale dixit. La
prima volta che linka a Tomahna, il suo intento è
sterminarli tutti.
C...aso vuole che quel giorno Atrus e Catherine stessero facendo la
spesa o che so io, di fatto non erano in casa. Ed è leggendo
i diari
di Atrus che gli viene in mente il piano in cui poi finirà
lo
Straniero. E frugando fra le sue cose trova anche un Libro per
J'nanin e torna indietro. Ma nelle sue intenzioni originarie c'era
una vendetta di sangue e poi basta.
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