Immagini.
Ricordi. Istantanee.
Cos'eravamo
noi, se non un'unione di tanti frammenti di momenti diversi?
E
io volevo fermarli tutti.
Volevo
che ognuno di essi rimanesse stabile, indelebile....incancellabile.
Per
sempre.
Anzi,
volevo che fosse lui
a farlo per noi.
Per
non perdere niente, per avere la percezione che ogni secondo non
finisse mai, che nulla fosse più importante di
ciò che avevamo già
vissuto.
Perché
tutto era perfetto con lui.
I
momenti belli, brutti, importanti, avevano significati diversi, ma
non volevo privarmi di nessuno di essi.
A
volte, avevo paura che il vivere tutti i giorni avrebbe portato alla
monotonia, avrebbe fatto spegnere la scintilla.
Ma
non era successo.
Ancora.
Una
stanza buia, a volte in mezza penombra, nell'aria ancora l'eco degli
ansiti che non se ne sarebbero mai andati.
Le
finestre chiuse, il mondo fuori, lasciato all'esterno, qualsiasi cosa
stesse succedendo, non interferiva mai. Non c'erano barriere, non si
provava niente se non piacere, benessere e sorpresa.
Non
erano ancora così scontati i sentimenti. Nemmeno dopo tutto
quel
tempo.
C'era
l'euforia, la soddisfazione di sentirsi finalmente bene.
E,
a volte, era strano.
Avevamo
paura di abituarcene troppo.
Di
rimanerne assuefatti.
Ma
non era accaduto.
Mai.
Poi
c'erano quei
momenti.
Dopo
aver fatto l'amore, in cui rimaneva sempre qualcosa di non detto tra
di noi, troppo intimo.
Privato.
Nonostante
non ci fossero segreti.
E
mi piaceva osservarlo, studiare le sue espressioni, il suo corpo.
Bastava
una mano, una carezza, saremmo potuti rimanere in silenzio per ore,
anche solo ascoltando i nostri corpi, i gesti avrebbero fatto il
resto.
Ora.
Gli
stavo sfiorando la parte bassa del ventre, lentamente, con i
polpastrelli, spostandomi come se volessi grattarlo in quello spazio
tra l'ombelico e l'inguine che, anche se non era stimolazione
diretta, non lo faceva rimanere indifferente.
Il
suo sguardo rivolto al soffitto, un mero tentativo di volermi
ignorare ma mi bastò l'aumento della stretta della sua mano
sulla
mia spalla per farmi capire.
Continuai
a guardarlo.
Il
volto leggermente spostato più in alto, per vederlo meglio,
la
guancia appoggiata alla sua spalla.
Sentivo
come mi stava stringendo e mi era sempre piaciuta quella stretta.
Quell'essere
quasi spaventato che io potessi andarmene quando non se ne sarebbe
reso conto.
Quell'essere
consapevole che avrebbe sempre dovuto combattere per tenermi con
sé.
Quello
che amavo di lui.
Grattai
più a fondo.
Chiuse
gli occhi.
“Voglio
essere in un tuo film..” sussurrai.
Li
riaprì.
“Un
giorno...” aggiunsi a voce ancora più bassa.
Aggrottò
le sopracciglia.
“Voglio
essere diretto da te, voglio vedere le cose come le vedi
tu....perché
è una visione unica...” continuai
“...per una volta..”
La
stretta aumentò ancora.
“Voglio
che crei qualcosa solo per noi, alla tua maniera, con le tue
sensazioni...e voglio esserne il protagonista”
Mi
fermò la mano, prendendola nella sua, intrecciandola,
spostando il
viso e infossandosi per raggiungermi e baciarmi.
Solo
dopo incontrai il suo sguardo, direttamente, e tremai per quanto
fosse intenso.
“Lo
sei già..” sussurrò.
Il
brivido si espanse maggiormente.
Lo
baciai di nuovo.
Non
c'erano attimi sufficienti, ma ero fortunato lo stesso.
Nessuno
si sarebbe ripetuto, ma nessuno sarebbe stato perso comunque fino a
che, anche noi, non ce ne saremmo andati con loro.
°°°
La canzone è di Van Morrison
- I'll be Your Lover Too,
canzone anche della colonna sonora di Moonlight Mile.
Anche la prossima ---> Daylight,
sarà simile a questa e come sempre ringrazio tutti quelli
che spenderanno qualche secondo per leggere o commentare!
<3
Vi ringrazio tutti!
Kisses
Leia
=3
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