Nuvola
La nuvola
passò oltre, lasciando dietro di sé il cielo
terso e pulito che ogni primavera
che si rispetti dovrebbe, con notevole frequenza, presentare.
Shikamaru pensò
che era triste vederla andare via, ma anche che aveva un senso di pace
e di
giustizia, perché lei poteva volare liberamente e lasciarsi
ammirare da qualcun
altro, mentre lui doveva accettare di non poterla tenere con
sé per sempre. E,
checché ne dicessero gli altri, Shikamaru non annoverava fra
i suoi difetti l’egoismo.
“E poi”
rifletté il chunin, riprendendo ad arrancare per le vie del
villaggio, “a volte
ritornano, se si sa aspettare”.
Gli piaceva
quel suo punto di vista, quella sua totale tolleranza, la
facilità con cui
riusciva ad accettare le conseguenze e le decisioni della vita.
Lo aggradava
l’idea di poter essere lo spettatore privilegiato di quella
nuvola, di avere
fiducia e sperare di rivederla al più presto.
-Se dicessi
a qualcuno che sono innamorato di una nuvola, come pensi la
prenderebbe?-
domandò, ignorando ogni contestazione logica che
quell’assurda frase mosse nel
suo cervello.
Temari lo
fissò attonita, ricordandosi subito dopo di non poter alzare
mani su un chunin
di un villaggio alleato di Suna solo perché aveva la
malvagia abitudine di
borbottare frasi sciocche di prima mattina. O, almeno, di non poterlo
fare finché
si trovava in missione per conto del Kazekage.
-Visto il
tuo caso, non vorrei essere la nuvola- decretò, scocciata e
pungente.
Si sorprese
quando vide il ghigno dipingersi sulle labbra del ragazzo,
più accentuato e
sornione del solito.
-Non sempre
ci è dato scegliere, Temari-
Lei aggrottò
la fronte, sospettosa.
-Chi altri
dovrebbe decidere di chi mi debba innamorare, se non io stessa?- disse,
sentendosi poi una sciocca per quelle parole che le avevano invaso la
bocca
prima ancora di poterle valutare con raziocinio.
-La vita-
rispose Shikamaru, tornando a guardare il cielo, in fiduciosa attesa,
-La vita
decide, come il vento. È lei che ci trasporta-
Temari
sbuffò.
-Mi devi
accompagnare o ti posso lasciare qui col naso per aria?-
sbottò, quasi i
discorsi del ragazzo le avessero recato offesa.
Shikamaru
non disse altro e le andò dietro, dirigendosi con lei sino
alle porte di
Konoha.
Fece poco
caso alle parole che gli disse, un suggerimento, forse, o probabilmente
un’altra
delle sue, non troppo velate, critiche. Ciò che lo
colpì fu un senso di vuoto
innaturale, nell’accorgersi di essere rimasto solo.
Durò pochi istanti, però,
giacché, ad una sola occhiata, poté notare il
batuffolo bianco che era tornato
a macchiare l’azzurro del cielo.
“Visto?” si
disse, soddisfatto, “Anche se vanno, non vuol dire che non
tornino”.
NdA: Sono tornata! Sembra
assurdo, lo so, ma
ancora una Shika/Tema *__*
Posso ufficialmente
definirmi una mosca nera
sino al midollo, oramai è inconfutabile ;)
Non ho molto da dire,
l’università stanca,
solo ricordarvi di lasciare un commentino e sperare che vi sia piaciuta
^__^
A presto!
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