Disclaimer:
Arthur e Merlin non
appartengono a me ma a chi ne detiene i diritti e con loro non mi appartengono
nemmeno Camelot ecc ecc.
Blablabla:
Ho in mente questa raccolta
da novembre. Sono quattro minishot legate tra loro ma da potersi considerare
autoconclusive, una per ogni stagione. Questa è l’Autunno, seguirà
presto l’Inverno, che ho già scritto, e poi la Primavera e l’Estate,
che ho già più o meno in mente.
Doveva essere una AU storica, ma poi mi son detta che,
forse, se scrivo una canon!era ogni quattro AU, posso alleviare i miei sensi di
colpa nell’amare tanto il genere e ho deciso di cambiare il progetto iniziale.
Ne consegue che è molto più semplice di quello che volevo scrivere, perché
pensavo a qualcosa ambientato durante la seconda guerra mondiale (di cui ho
trattato, diciamo, un aspetto nella mia tesi di laurea - per questo mi è venuta
l'idea per questa raccolta) su cui sono decisamente più informata, però alcuni
elementi ho deciso di lasciarli e li ho disseminati per il testo, soprattutto in
Inverno. Non escluderei, in futuro, una vera AU storica, perché mi
piacciono e quindi bon, pace XD spero che non mi odierete troppo se invado il
fandom di AU ç_ç
Smetto di cianciare e vi lascio alla lettura, con un grazie
grande grande a _ichigo_85 per aver letto, avermi dato un parere e per il
sostegno :)
Stagioni di guerra
Autunno
Gli artigli la schiena sudata con le dita e ti mordi un
labbro per non gemere troppo forte, perché quand’è così non riesci a fare
altro. Quando si abbandona a te sul suo letto, in maniera così completa, così
totale, così disinibita da far male non riesci a trattenerti, a non sussurrare
il suo nome ancora e ancora, perché lui è il tuo Principe, è l’altra faccia
della tua medaglia, è la tua profezia… è Arthur.
- Non trattenerti, Merlin, - ti sussurra in un orecchio con
un’altra spinta e solleva la testa per guardarti negli occhi, - Voglio sentirti,
dimenticati del castello, dimenticati delle guardie…
E anche se non te lo avesse chiesto te ne saresti
dimenticato lo stesso, perché ora ha gli occhi affondati nei tuoi e i capelli
biondi sono incollati alla fronte e siete così vicini che è impossibile
ricordarsi di tutto quello che c’è fuori, figurarsi del domani.
Quando raggiungi il culmine è lui stesso a divorare i tuoi
gemiti insieme alle tue labbra e per i secondi successivi non riesci a
respirare, perché è troppo e ti senti già gli occhi pizzicare.
Nel pomeriggio girovagate dentro le mura del castro, tra il
popolo. Gli occhi della gente sono fissi su di lui e tu ne sei orgoglioso,
perché un principe va rispettato, ma il tuo Principe viene anche adorato e
l’adorazione non è solo nei Sire e Maestà che gli rivolge il
fornaio o il contadino, ma nella lealtà e nella paura (non di lui, perché è un
principe giusto) che leggi nei loro volti mentre cammina per le strade. È negli
ultimi frutti della stagione che se ne va che gli regalano anche se sanno che
forse non basteranno per il loro inverno.
Arthur ride e parla dell’anno prossimo. Sa che a loro serve
anche questo e non glielo nega, anche se non promette nulla. Però se lui ci
crede, allora anche loro ci credono un po’ di più. E più che un principe nel suo
giorno di riposo, sembra un giovane qualsiasi che parla delle sue speranze, uno
di quelli che costruisce castelli in aria e che si fa bacchettare le mani dalla
madre col mestolo, perché sta per le strade a cianciare anziché andarsene a
lavorare nei campi.
Tu, però, lo vedi che ha gli occhi come l’autunno, pronti a
spogliarsi di qualsiasi emozione terrena e assumere l’aspetto freddo del ferro e
della difesa, ma non dici nulla e lo segui lealmente.
Tuttavia ami vederlo ridere, coi capelli biondi che
riflettono la luce dell’ultimo sole caldo. Su di lui il cielo è ancora azzurro e
vedi alcune rondini passare di albero in albero, delle sagome nere ed eleganti.
Anche loro se ne stanno andando, perché ormai l’estate è finita, e porteranno
Arthur con sé. E con lui il suo sorriso. Ed il tuo.
Poi, a primavera, torneranno, le rondini, è la legge della
natura. Diversa è quella degli uomini.
Al tramonto ti senti inquieto e deve esserlo pure Arthur,
perché inizia a muoversi per la cittadella, trascinandoti qua e là, come se non
riuscisse a trovare pace. Non dice nulla e tu non sai se sia il caso di
sdrammatizzare e alleggerire l’atmosfera o stargli vicino in silenzio e fargli
sapere così che tu di lui ti fidi e gli affideresti la tua vita anche in questo
momento.
Prima che tu prenda una decisione, ha imboccato la strada
per salire sul mastio. Gli corri dietro su per le scale a chiocciola, ormai
abituato alla sentinella appostata ad ogni finestra scavata nella pietra e,
quando siete in cima, ormai l’unica luce che vedi proviene dalle torce e la
città si prepara per l’ultima notte.
Lui guarda in basso come ha fatto tante altre volte e ti
ricorda il momento in cui lo hai salutato prima di tornare ad Ealdor, senza
sapere cosa ne sarebbe stato di te e di lui e di voi. Solo che adesso è
lui che se ne va e tu non sai bene nemmeno stavolta quello che sarà, però
qualcosa ti dice che non è ancora il momento, perché lui se ne andrà tra le tue
braccia, non può andarsene da solo.
Ti circondi il petto con le braccia quando una sferzata di
vento ti colpisce e ti ricordi del calore che hai provato quella mattina, quando
eravate stretti l’uno all’altro e pronunciavate promesse senza senso a fior di
labbra. Le avevi gonfie, le labbra, per tutte le volte che te le aveva morse e
baciate, ma ora sono di nuovo fredde, secche e screpolate.
- Questo dovrebbe essere il momento in cui mi giuri amore
eterno, oltre la morte, - la sua voce ti arriva ironica alle orecchie e se non
l’avessi conosciuta come la conosci, non avresti notato il leggero tremolio alla
fine della frase.
Sorridi alla morte e stai al gioco.
- Sono sicuro che se solo alzaste un dito trovereste
centinaia di donzelle pronte a farlo, - rispondi col suo stesso tono, indicando
la città in basso, e poi sollevi lo sguardo su di lui.
- Vuoi che te lo ordini, Merlin? – ti chiede
avvicinandosi appena a te e riparandoti dal vento che soffia sul mastio.
- Sapete cosa me ne faccio dei Vostri ordini, - continui
imperterrito. Poi alzi le braccia e gliele porti sulle spalle, gli sfiori il
collo scoperto in una carezza.
- Non morirò, Merlin, - ti sussurra poggiando la fronte
sulla tua e tu senti l’immenso bisogno di crederci. Forse due presentimenti
fanno una profezia, pensi, e lo speri ardentemente.
- La Vostra fiducia in Voi stesso è impressionante, -
rispondi nonostante la piega seria delle sue parole.
Lui ti bacia, sulle labbra, incurante dei cavalieri di
guardia che potrebbero vedervi, e tu ricordi di nuovo com’è quel lieve
formicolio che ti provoca.
- Non morirai, - concludi infine, ignorando l’etichetta e
baciandolo di nuovo, reimparando il suo profumo, il suo sapore, la consistenza
dei suoi capelli sotto le tue dita. Bruci del suo calore per conservarlo e
viverne quando verrà l’inverno. Sai che passerà un tempo impossibile prima di
poter riavere tutto questo. Se lo riavrai.
Fine.
Blablabla finali: Come potete ben vedere, del canon io me ne sbatto molto. L'Arwen non è canon e Bradley non ci crede, quindi non vedo perché dovrei occuparmene proprio io. Vi sembro una crocerossina? Deliri a parte, grazie per aver letto e
grazie anche a chi ha letto, commentato, inserito tra le preferite/ricordate/whatever
Friends With Benefits. Vi amo quando amate i clichè insieme a me
*O*
Conigli
(no, non è un errore di
battitura, è spirito di patata)
per la lettura:
Ho
tradotto da poco la fic
Caro Arthur di snowblood7, una storia che amo tanto e che ho pensato potesse
piacere anche a voi. Enjoy!
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