selene in greco significa luna nvu
Classificatasi nona al contest "L'Olimpo" indetto da vogue sul Forum di Efp
Selene in greco significa Luna
La luce filtrava attraverso le sbarre della finestra disegnando macabri rettangoli sul freddo pavimento di pietra.
La ragazza si allontanò da essa con le mani giunte al petto ed un espressione sognante impressa sul viso.
«Stasera è piena.» sussurrò rivolta al
giovane sdraiato a terra poco distante da lei. «Non la trovi
splendida?»
Lui la osservò attentamente per un istante, mettendosi a sedere e spolverandosi la felpa.
«Si, è davvero incantevole.» soffiò lui piegando le labbra in un sorriso stanco.
«Mi ha sempre affascinata, è così…
perfetta.» continuò lei prendendo posto accanto a lui.
«Così rotonda e luminosa.»
Lui ridacchiò poggiando le spalle alla parete ghiacciata.
«Non è sempre rotonda, Luna. A volte è a
metà, a volte è appena accennata, a volte non vi è
per nulla.»
Lei sorrise accarezzandogli una guancia con un dito «Ti
sbagli, giovane Thomas, lei è sempre lì. Veglia su di noi
anche se il nostro sguardo non può raggiungerla. Quando è
mezza, poi, sembra quasi un sorriso.»
Dean la osservò, perdendosi, per un attimo, nei riflessi
luminosi dei suoi capelli, delle sue mani nivee, dei suoi occhi sereni.
Era straordinaria. Sapeva vedere la bellezza ovunque, anche in uno
scantinato freddo e maleodorante, riusciva a cogliere il buono in ogni
occasione, riusciva a svelare i lati positivi laddove nessuno riusciva
a scorgerli. Luna era fantastica. Sorrise, ammirandola un ultimo
momento, poi voltò lo sguardo posandolo su di una liscia colonna
scura.
«Selene, in greco vuol dire luna, lo sapevi?» iniziò lui, piano.
Lei scosse la testa, gli occhi attenti, i capelli spettinati che le
nascondevano in parte il viso. «È un nome
bellissimo.» sorrise, ancora.
«È la dea della Luna piena. Si dice che nelle notti
in cui questa è piena, lei vaghi in giro per il cielo cercando
il suo giovane amato.» continuò Dean evitando
accuratamente il suo sguardo.
«Stasera lei è qui?» chiese Luna curiosa.
«Così dovrebbe essere.» rispose lui, imbarazzato.
«Parlami ancora di lei, Dean.»
Lui tacque per un attimo, non sapendo in realtà cosa dirle. Sua
madre gli aveva raccontato quella storia tante volte quando era
bambino. Era strano, adesso, raccontarla a qualcun altro. Soprattutto
se quel qualcun altro era Luna Lovegood.
«Era una dea bellissima.» iniziò incerto «Dai
lunghi capelli argentei e dallo sguardo sognante. La sua pelle candida
splendeva di luce.»
Luna lo osservava rapita. Era sempre stata affascinata da
quell’astro luminoso che le faceva compagnia ogni notte. Tante
volte gli aveva dedicato i suoi pensieri, la sua attenzione, il suo
sguardo, e tante volte ne era stata totalmente conquistata.
«Continua, dai.» lo incoraggiò.
Lui prese fiato e proseguì.
«Un giorno si innamorò di un bel giovane di nome
Endimione, un re. Lo vide dormire, una notte e se ne innamorò
perdutamente.» disse con un filo di voce. Si stava agitando e non
ne capiva il motivo. Luna era vicinissima a lui, sentiva il calore del
suo corpo, il tocco del suo braccio, il suo respiro ritmato e regolare.
La cosa lo emozionava, lo emozionava piacevolmente.
«E poi cosa è accaduto, Dean?» chiese lei, tranquilla. Era sempre così tranquilla e rilassata.
«Lei…» titubò un attimo. Luna gli prese la
mano. Dean arrossì impercettibilmente voltandosi altrove.
«Lei non sopportava l’idea di separarsi da lui, così
lo fece sprofondare in un sonno senza fine, in modo da poterlo
osservare per sempre.» concluse sottovoce.
Luna rimase in silenzio. Dean la guardava incantato, non riuscendo a
comprendere, però, a cosa la sua mente stesse lavorando. Si rese
conto, in quell’istante, che avrebbe pagato fior di galeoni per
poterle leggere i pensieri, anche solo per un momento. Lei era sempre
buona con tutti, sempre simpatica e disponibile. Non negava a
nessuno il suo aiuto, il suo sorriso dolce e solare, il suo
sguardo rassicurante. Desiderava poter ricevere un po’ di quelle
attenzioni, anche solo per poco, o forse per sempre. Desiderava essere
anche lui destinatario di tutta la bontà che quella ragazzina
sognante era in grado di sprigionare.
«Che cosa sciocca.» la sua voce interruppe i suoi pensieri.
«Anche io ti guardo dormire, Dean, ma non ho mai desiderato che
tu dormissi per sempre.»
Dean non sapeva che rispondere. La osservava silenzioso, gioendo nel
sapere che il suo sguardo si fosse posato su di lui, anche se non se ne
era mai accorto.
«Poteva addormentarsi con lui.» continuò serena
«Oppure renderlo un Dio. Sarebbe stato meglio, non trovi?»
si voltò ad osservarlo, la testa piegata di lato, il sorriso
sulle labbra rosse e piene, gli occhi che sembravano ridere.
«Si, credo tu abbia ragione.» rispose il ragazzo incerto.
«Almeno sarebbero stati insieme, avrebbero vissuto insieme,
avrebbero sognato insieme.» sembrava davvero rattristita per la
fine di quella storia, di quel mito.
Per un po’ nessuno parlò, ognuno perso nei suoi pensieri. Pensieri riguardanti, comunque, la Luna.
«Chi sogna di giorno conosce molte cose che sfuggono a chi sogna solo di notte.» disse lei all’improvviso.
«Co-cosa vuoi dire?»
«È così semplice, Dean. Lei non aveva mai vissuto
alla luce del Sole. Non sapeva cosa facessero le persona di giorno, non
sapeva che avessero una vita e che fossero… sveglie.»
Dean era sempre più confuso. Ma evitò di commentare aspettando che lei terminasse la sua teoria.
«Lei vedeva solo gente dormire. Probabilmente pensava che gli
esseri umani non potessero fare altro. Così addormentò il
suo amato credendo che fosse naturale così. Non sapeva che di
giorno vi fosse un mondo sconosciuto a chi vive solo di notte.»
Dean era incantato. Lei era incredibile. Non avrebbe saputo darle altro
attributo. Aveva trovato la spiegazione logica e razionale ad un mito
che si tramandava da secoli sempre invariato. Solo lei era stata tanto
straordinaria da poter arrivare ad una conclusione del genere.
«Dean.» disse lei sottovoce.
«Dimmi, Luna.»
«Posso guardarti dormire anche stanotte?»
Lui arrossì, imbarazzato, non sapendo cosa risponderle.
«Ne sarei onorato, Luna.» disse soltanto.
Non pensava esistesse fortuna più grande al mondo. Avere lo
sguardo della Luna su di sé. Davvero un onore impareggiabile.
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