Una fra cento.

di blackpearl_
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Un lampo tuonò nelle profondità del cielo scuro, ammantato di nuvole temporalesche. Una leggera pioggia iniziò a cadere con lentezza, delicatezza, quasi chiedesse il permesso al mondo di poter accarezzare le sue terre, i suoi mari, i suoi abitanti. Nonostante il temporale, la furia del vento, i lampi che illuminavano d’argento il lontano orizzonte, un silenzio ammantava la cittadina di Godric’s Hallows, immersa nel tepore natalizio.
Una sola fra le cento case del paese aveva le luci spente, una sola non emetteva fumo dal comignolo, e solo in quella una ragazza sedeva sul divano con lo sguardo perso, la mano che teneva mollemente un bicchiere colmo per metà di vino rosso, appena più scuro della tonalità dei suoi capelli.
Lily Evans accavallò le gambe con un sospiro stanco e si appoggiò ancor di più al morbido schienale di quella poltrona comprata appena qualche mese or sono in occasione del suo matrimonio.
Accarezzò distrattamente la stoffa con la mano libera, le orecchie piene del ticchettare della pioggia. Non ci sarebbe stata luce nella sua casa. Non quella sera, non fin quando non fosse tornato.
Il buio le penetrò nelle ossa, il freddo le sciolse le braccia, e la sensazione di essere sola, irrimediabilmente sola, la fece sentire sperduta come un piccolo puntino in balia delle onde dell’infinito. La notte la avvolse nel suo abbraccio oscuro, sussurrandole parole dolci e ghiacciate, capovolgendo il senso della sua vita, riempiendo quei vuoti presenti nella sua anima.
Lily cercò di districarsi da sé stessa, ma la presa che la serrava era troppo forte, e la luna rise nel vedere la sua disperazione. Tre volte Lily cercò di liberarsi, e tre volte fu rimandata in quell’abisso da cui sarebbe stato difficile uscire. Infine, proprio quando le parve che ogni speranza fosse fuggita verso le stelle, con un sommesso ‘tlic’, una luce forte e pura l’accecò e l’ombra strisciò via da lei.
Si voltò, il cuore che batteva all’impazzata. Suo marito le era di fronte, con un sorriso luminoso e un piccolo pacco avvolto in carta rossa e verde in mano.

-Stai gocciolando sul mio parquet- osservò la donna.

James Potter rise e d’improvviso quella casa fu esattamente come tutte le altre. Si abbracciarono a lungo, lei incurante dell’acqua che andava ad impregnarle i vestiti, poiché non vi era posto per il freddo quando il calore dei loro corpi uniti li avvolgeva.

-Sono tornato- mormorò James sulla sua spalla.

Le baciò piano la fronte.

-Sono a casa-

E la luce non fu mai più spenta.























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No, non state sognando.
Sono io, proprio io. E, come James, sono tornata. Su EFP. A casa.
(MI HANNO RIDATO IL PC! ALEEEE' OH OOOOOH, ALEEEE' OH OOOOOH)
Okay. Serietà.
...
BUMBAAAAH!


Bacioni
Gin




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