Il Mago dei coloriE' il 31
Luglio, primo compleanno del nostro angelo e, guardandoti progettare per Harry
una festa speciale, ieri veniva da chiedersi chi fosse realmente il
bambino.
L'estate è stata magnifica e sembra non volerci salutare troppo
presto. In questo tardo pomeriggio di fine mese, raggi potenti fendono le tende
del salotto, illuminando il divano dove spesso ci addormentiamo a forza di
chiacchierare, sforzandoci di tenere la guerra e la paura fuori dalla nostra
casa.
Ieri sera eri teso, silenzioso, le pessime notizie portate da Silente
sembravano aver spento la tua gioia di vivere.
Questa mattina sei stato tu a
svegliarmi, e sul tuo volto era tornato il sorriso.
Dopo una mattinata di
riunione con Sirius, Remus e la McGrannitt, hai voluto pranzare presto e alle
tre sei salito nella soffitta della nostra casa, con l'aria di chi sa di poter
trovare la materia prima dei sogni.
"Non so se papà tornerà giù, tra i
comuni mortali, prima del tuo compleanno."
Harry mi fissa con occhioni verdi
a distanza ravvicinata, stropicciando poi il nasino contro la mia guancia.
Mi cullo nel suo profumo di borotalco.
Poi il tempo torna a passare, fra
poco arriveranno i Malandrini per una cena organizzata in quattro e quattr'otto.
"James, credi di potermi dire cosa hai in mente?" urlo alla sommità delle
scale.
"Aspettate e vedrete."
Sospiro, tornando nella cucina e sistemando
Harry nel seggiolone. "Pazienza. Ci vuole molta pazienza, con tuo padre.
Imparerai presto."
"Salite, mia regina e mio principe." La tua voce arriva
giusto quando iniziavo a disperare di averlo ancora, un marito.
Riprendo
Harry in braccio e salgo le scale di legno, seguendo la tua voce.
"E' tutto
pronto."
Finalmente la soffitta ci accoglie, un unico abbaino aperto proprio
sotto la tua testa spettinata.
Resto estasiata, nel vedere i raggi solari
colpire la miriade di cristalli, rombi e prismi di vetro che hai appeso alle
corde tese tra travi di legno.
Harry tende le mani e cerca di acchiappare i
giochi di luce, ridendo e gorgogliando eccitato, gli occhioni a spalancarsi ogni
volta che scoprono un nuovo riflesso, un nuovo colore.
"Mio padre sapeva
rendere speciali anche le più lunghe giornate di pioggia" esordisci
avvicinandoti e offrendoti di tenere Harry in braccio per un po'. Torni serio un
attimo: "Volevo farmi perdonare per questi ultimi giorni."
"Lo spero proprio
perché, James Potter, sei stato intrattabile!"
Non ti fai ingannare dal mio
tono saputello e lo ricambi con un bacio sulle labbra.
"Ci ho pensato tutta
notte, possibile che non ci fosse il modo di far sembrare la clausura meno
grigia? Siamo maghi, o no?"
"Già. E possiam essere maghi anche senza usare
la magia!"
"Sentito, Harry? Il tuo papà è un Mago dei colori" gridi
sollevandolo e portandotelo sopra le spalle.
Mi metto accanto a te,
lasciandomi guidare in questo magico viaggio.
E' vero, sei un Mago per me. La
tua famiglia mi è sempre parsa speciale, per la serenità che era riuscita a
donarti. La stessa serenità che ti aveva reso il viziato moccioso che cavalcava
spensierato un manico di scopa...almeno così pensava la piccola aspirante strega
Lily Evans.
In realtà ho capito presto che i tuoi genitori avevano fatto
molto di più, non solo mettendoti al mondo, ma anche nutrendo di spontaneità il
bellissimo mago adulto che sei diventato.
Il Mago che ha donato a me ed Harry
un meraviglioso pomeriggio di tarda estate.
Un primo compleanno davvero
speciale per il nostro ometto.