La notte è nuovamente qui, il suo sonno adagiato tra le mani, ed io appeso ad ogni suo respiro la osservo, come quella prima volta in cui ascoltai il suono del mio nome sulle sue labbra pronunciato come una preghiera.
Su quella che mi arrivò come una supplica il mio cuore muto trovò un nuovo battito, una nuova promessa.
Sono ancora qui, oggi come allora ad osservarla dormire.
Anche adesso che il suo viso è segnato dalla sofferenza, il suo esile corpo deformato dal delirio del mio amore mostruoso.
Sono qui che continuo a ripetere come una cantilena “stai con me”.
Come quando dicevo che avrei potuto lasciarla andare e dentro di me gridavo “stai con me”.
Avevo giurato di non farle più del male, di proteggerla e invece ...
Davvero potrei ucciderla per salvarla?
Quante volte ho pensato che dovesse andare via da me.
Prima di lei respiravo senza poterlo fare, in notti infinite, le stesse che poi l'anno vista sveglia e innamorata del suo veleno.
I giorni scorrono inesorabili su di lei, la guardo scivolare lentamente lontano da me.
E continuo a domandarmi se davvero sarei capace di ucciderla per tenerla con me.
In quello che dicevo, nelle promesse fatte volevo essere giusto.
Ma può qualcuno come me essere giusto?
Con lei ho smesso di rimpiangere la mia morte e le tante vite che sono stato costretto a vivere.
Nel mio cuore infuria la tempesta, il suo frastuono assordante.
E non posso perdonarle di avere amato ogni mio peccato. Di avere amato una menzogna. Di essersi spinta fino a questo.
Perché il suo destino doveva essere d'incontrare uno come me?
Le promesse che le ho fatto non sono state abbastanza per tenerla al sicuro.
Le mie speranze non possono trovare risposte.
Tutti i miei segreti ormai inutili.
Avrei dovuto trovare la forza di lasciare andare questo nostro amore.
Davvero potrei ucciderla per salvarla?
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