Note
dell’autore: Ed eccoci
qui, questo è l’ultimo capitolo di questa Fan Fiction (non mi sembra vero), mi
è passato per testa di dargli un seguito, ma non so ancora, dovrei trovare una
buona storia.
Comunque
buona lettura a tutti.
Capitolo XV
La festa di Natale
Si rigirò nelle coperte e stese la mano verso l’altro
lato del letto, sperando che almeno per quella mattina avrebbe trovato
qualcuno, ma non fu così, si girò a fissare il cuscino vuoto vicino a lei. Era
stata dimessa dell’ospedale da un paio di giorni, suo padre aveva insistito
perché lei rimanesse a casa per almeno due settimane, e il Dottore era stato
d’accordo ovviamente. Lei sperava almeno di avere il tempo per parlare e
chiarirsi, ma lui la evitava, tornava dal lavoro quando lei già dormiva, e la
mattina prima che lei si svegliasse, ecco che scompariva di nuovo, quella
situazione stava diventando frustrante. Prese il suo cuscino e lo strinse al
corpo respirando a fondo il leggero profumo di cui era impregnato. Quanto
avrebbe voluto averlo lì, parlare con lui, fare l’amore con lui, di nuovo.
Riccaciò indietro
le lacrime e si alzò, si fece una doccia veloce e scese a fare colazione, sua
madre era indaffarata a fare qualcosa, mentre Tony giocava tranquillo sul
tappeto vicino a lei.
“Ciao tesoro, come ti senti?” chiese la madre quando la
vide arrivare.
“Ti prego mamma, ti ho detto che sto bene, non c’è
bisogno che lo chiedi ogni volta che mi vedi.” Disse un po’ scorbutica, sua
madre la guardò.
“Ohi signorina datti una calmata, sono ancora tua madre
dopotutto.” La minacciò con severità, Rose sorrise.
“Che cosa fai?” chiese cambiando discorso e avvicinandosi
a lei.
“Sto organizzando la festa di Natale al Torchwood.” Disse
orgogliosa la donna, Rose si versò un po’ di caffè e si mise seduta accanto
alla madre. Lo sguardo fisso davanti a lei, pensando alla sua situazione con il
Dottore.
“Ehi piccola, che ti succede?” chiese dolcemente la donna
spostandole una ciocca di capelli. Rose alzò le spalle ma non rispose
continuando a sorseggiare il suo caffè.
“Tu e il Dottore avete litigato?” chiese ancora con
calma.
“No …” rispose, ma sentì dentro di sé una gran voglia di
parlare con qualcuno, di sfogarsi in qualche modo.
“E' solo che …” tentò di parlare, ma non sapeva neanche
cosa dire, sospirò cacciando indietro le lacrime.
“M’ignora, fa di tutto per non stare con me ed io non so
più come comportarmi, come parlare con lui.” Si sfogò piangendo, la madre le
strofinò dolcemente la schiena per darle un qualche tipo di conforto.
“Io lo amo, lo amo da impazzire, ma lui … non so più che
fare.” Disse piangendo, sfogando tutto, le sue paure e il suo dolore. Jackie le
circondò le spalle e la abbracciò, baciandole la testa e tentando di
consolarla.
Seduto alla scrivania nel suo ufficio, fissava lo
schermo, non aveva molto lavoro anche se agli altri diceva il contrario. Si
sentiva uno stupido codardo a dover scappare da Rose, ma sapere la verità sui
suoi dubbi lo terrorizzava, non sapeva come avrebbe affrontato il sapere che
quelle immagini, quella sua paura erano vere. Si passò una mano sul viso
buttandosi sullo schienale della poltrona e voltandosi verso la finestra prese
il salto che Chris gli aveva mandato, la tentazione di usarlo in quel momento
era forte.
Improvvisamente sentì la porta del suo studio aprirsi, si
voltò e si trovò Jackie con un’espressione non molto amichevole, ecco ora la
voglia di utilizzare il salto era molta.
“Che diavolo hai nella tua testa?” chiese la donna, il
Dottore la guardò non capendo a cosa si riferisse.
“Che cosa ho in mente?” ripeté lui, confuso.
“Sì, con Rose, che intenzioni hai?” chiese la donna
incrociando le braccia al petto.
“Oh..” disse realizzando di cosa parlava. Aveva già visto
quello sguardo in Jackie e ogni volta per lui non era un buon segnale.
“Credevo che adesso che sei umano o cose del genere,
avresti smesso di fare l’idiota, ma no. Oggi ho dovuto consolare nuovamente
Rose.” Disse tutto di un fiato, e il Dottore sentì qualcosa spezzarsi nel suo
cuore, quando capì che Rose aveva pianto per lui, che stava male per tutta la
situazione che si era creata.
“Io …” tentò di dire.
“Vedi di sistemare le cose con lei, o dovrai vedertela
con me, intesi?” disse con decisione la donna, per poi andare via. Il Dottore
rimase a guardare la donna andarsene, mentre ripensava a quello che aveva appena
detto. Aveva sempre temuto in un certo senso Jackie, ma la cosa che gli dava
fastidio era il pensiero di Rose che soffriva a causa sua.
Si era rintanata nello studio a leggere, ma alla fine era
rimasta a guardare la pioggia fuori dalla finestra e a pensare alla sua
situazione con il Dottore.
Sua madre era andata fuori per organizzare la festa di
Natale, Tony era crollato poco prima, dopo aver giocato con lei per un bel po’
di tempo.
Suonarono alla porta e lei andò ad aprire, davanti si
trovò Chris.
“Ehi ciao.” La salutò con calma con un sorriso che non
finiva più.
“Ciao a te, come mai da queste parti?” lo salutò
facendolo accomodare, il ragazzo le consegnò alcune cartelle.
“Per te.” Disse, Rose s’illuminò, finalmente aveva
qualcosa su cui lavorare.
“Oh perfetto, cercavo proprio qualcosa da fare.” Disse
andando verso lo studio seguita dal ragazzo.
“Sei sola a casa?” chiese.
“Sì, mamma è andata a sbrigare delle cose per la festa, e
Tony sta dormendo.” Spiegò con calma, mentre si mettavano comodi sulle poltrone
davanti al caminetto acceso.
“Allora di cosa si tratta?” chiese indicando le cartelle
che aveva in mano.
“Devi scegliere un nuovo assistente.” Rispose lui senza
smettere di sorriderle.
“Ianto è stato assegnato al Torchwood 3 di Cardiff,
proprio come volevi tu.” Continuò mentre Rose visionava alcune schede.
“Non capisco come mai hai insistito tanto.” Si chiese
lui, Rose lo guardò e sorrise pensando all’altro Torchwood di Cardiff, a quello
che aveva visto mentre aveva viaggiato negli universi paralleli.
“E’ una lunga storia.” Disse semplicemente, sapendo che
Chris non avrebbe capito.
“Senti volevo parlarti un attimo.” Disse seriamente lui.
Attirando la sua attenzione.
“Dimmi.” Disse mentendo via le schede.
“Ho chiesto che il Dottore sia mandato via.” Disse con
sicurezza e tranquillità, Rose lo guardò un attimo senza capire realmente.
“Tu … cosa?” chiese con calma.
“So cosa pensi, ma credimi è per il tuo bene.” Si difese
con calma.
“Sei impazzito o cosa?” chiese invece lei, sconvolta da
quel fatto.
“Rose, ascolta, so che adesso sei arrabbiata, ma …” cercò
di spiegare ma lei lo fermò.
“Perché diavolo lo hai fatto?” chiese lei sconvolta senza
farlo finire di parlare.
“Ti ha quasi uccisa, Rose.” Disse lui guardandola negli
occhi. Rose si alzò e scosse la testa allontanandosi, non riusciva a credere a
una cosa del genere, sapeva che Chris aveva sempre provato qualcosa nei suoi
confronti, ma non avrebbe mai pensato che sarebbe stato capace di tanto.
“Sembra quasi che tu e la tua famiglia dimentichiate
questo particolare.” Continuò lui, senza nascondere il suo fastidio.
“Non è stata una sua decisione, è stata mia.” Gi rispose
voltandosi di scatto verso di lui.
“Se ti ama quanto dice, avrebbe dovuto impedirlo.”
Continuò, a quello Rose scattò ancora di più di rabbia.
“Fuori di qui.” Disse stringendo i pugni.
“Rose …” cercò di parlare ma lei non voleva lasciarlo
continuare.
“Non hai alcun diritto di poter dire una cosa del
genere.” Ringhiò lei con una rabbia che aveva provato poche volte in vita sua.
“Ho visto abbastanza per saperlo. Se ti ama quanto
sostiene dovrebbe lasciarti vivere la tua vita, senza complicarla.” Le disse
con più calma avvicinandosi.
“Tu non sai nulla di noi, e della nostra vita.” Continuò
invece lei.
“Invece so abbastanza, hai lasciato tua madre da sola,
per viaggiare con lui, e una volta qui, nonostante lui ti avesse abbandonato e
spezzato il cuore, hai fatto di tutto per tornare da lui.” Le rispose lui
facendosi avanti, mantenendo una certa calma nella voce.
“Va via.” Disse lei con freddezza.
“Rose …” la chiamò cercando la sua mano, ma lei si
allontanò.
“Lui non mi ha abbandonato, e ora ti prego di andare
via.” Gli disse guardandolo negli occhi, per poi uscire dalla stanza senza
neanche considerarlo più. Non aveva alcun diritto di dire una cosa del genere,
non poteva permettersi di parlare della loro storia, lei e il Dottore fino a
quel momento non erano stati liberi di scegliere, sempre qualcun altro aveva
scelto per loro.
Rientrò a casa al solito orario, era tutto spento e
sapeva che avrebbe potuto evitare Rose, e soprattutto Jackie. Voleva parlare
con Rose, ma il timore era ancora forte, e sinceramente non aveva tanta voglia
di litigare con lei.
Sentì qualcuno mormorare, e vide che in cucina la luce
era accesa, si avvicinò e trovò Rose che si era appena preparata una tazza di
tè caldo.
“Oh ciao.” Disse lei sorpresa non appena alzò lo sguardo
verso di lui, notò che aveva un dito arrossato.
“Tutto bene?” chiese preoccupato, la ragazza lo guardò un
attimo e abbassò lo sguardo verso il suo dito.
“Oh si, nulla di preoccupante, mi sono bruciata un po’.”
Disse sorridendo timidamente, si avvicinò a lei e le prese la mano con
delicatezza.
“Dovresti mettergli qualcosa.” Disse con calma osservando
il piccolo segno.
“E’ una stupidaggine credimi, un po’ di acqua fredda e
passa tutto.” Disse lei abbassando lo sguardo e arrossendo, era imbarazzata.
“Vuoi del tè?” chiese lei cambiando discorso e liberando
la sua mano dalla sua presa.
“Perché no.” Rispose con un sorriso, poteva mettere le
sue paure da parte per un po’ e cercare di comunicare con lei. Si misero seduti
con calma una di fronte all’altro sul tavolo, non si guardavano negli occhi,
continuavano a sorseggiare i loro tè. Gli sembrò di rivivere la loro prima
notte in quella casa.
“Come mai non dormi?” chiese lui, osservandola.
“Non riuscivo a dormire.” Rispose semplicemente, lui
sapeva il motivo, spesso durante la notte la sentiva agitarsi nel sonno e
mormorare spaventata, e lui per calmarla le sussurrava nell’orecchio
assicurandole che era in salvo e al sicuro, proteggendola anche dai suoi
incubi.
“Ho una cosa da
farti vedere.” Disse lei improvvisamente prendendo un fascicolo che teneva
accanto a sè.
“Non dovresti lavorare.” Disse lui sorridendo e prendendo
il fascicolo, lei gli fece una linguaccia.
“Vero, ma dovevo scegliere il mio nuovo assistente.”
Disse con calma. Aprì il fascicolo e fu sorpreso nel vedere che la domandina
per un colloquio di lavoro era stata firmata da Donna Noble, guardò Rose
sorpreso vedendo che sorrideva.
“Appena ho visto la sua domanda di assunzione, ho pensato
che sarebbe stata un’assistente fantastica.” Continuò lei sorridente, ma il suo
entusiasmo iniziale si spense improvvisamente.
“Non sarebbe la stessa Donna.” Disse cupamente,
ripensando al periodo in cui avevano viaggiato insieme.
“Vero, ma non credo che sia una coincidenza questa.”
Insistette lei sorridendo.
“Rose …” cercò di spiegarle, ma lei gli prese le mani,
per la prima volta da quando tutto era successo.
“Ho viaggiato in diversi mondi paralleli, e in molti voi
due eravate destinati ad incontrarvi in un modo o nell’altro.” Disse con calma
sorridendo.
“Per lo stesso motivo hai insistito che Ianto lavorasse
per Torchwood tre?” chiese lui.
“Può anche essere che sia un mondo sbagliato questo qui,
ma a poco a poco in modo differente, sembra che le cose combacino in un modo o
nell’altro.” Disse sempre con calma, il Dottore la guardò intensamente, questa
era tipico della sua Rose, e lui non poteva evitarlo l’amava anche per quello.
Rimasero a farsi compagnia per il resto della notte e
dopo, per la prima volta da settimane, si addormentarono insieme abbracciati.
Si guardava attorno un po’ intontito, Jackie aveva
organizzato una festa con i fiocchi, era splendida, e le persone la gradivano,
ma lui si sentiva fuori luogo. Rose aveva insistito per essere accompagnata da
lui e non sapeva dirle di no, si era presentato a lui vestita con un abito
nero, a gonna corta, un abito che lasciava poco spazio alla fantasia e che a
lei stava divinamente. La osservava mentre parlava e scherzava con gli altri,
ma vedeva che in fondo si sforzava di essere gentile, anche lei odiava stare a
quelle feste. La vide voltarsi verso di lui e sorridergli, ricambiò il sorriso,
sapendo fin troppo bene che non avrebbe potuto evitare di parlare con lei.
“Ti stai annoiando vero?” gli chiese porgendogli un
bicchiere di vino, mentre si avvicinava.
“No, è una bella festa.” Le rispose tranquillamente,
sorseggiò un po’ dal bicchiere.
“Bugiardo. Vorresti essere da un'altra parte.” Lo accusò
sorridendo, il Dottore non riuscì a non ridere con lei.
“Alla festa natalizia non posso proprio rinunciare, la
mamma ci tiene troppo.” Gli spiegò guardando sua madre, notando nel suo sguardo
un senso di nostalgia, Rose avrebbe rinunciato a tanto, pur di tornare a
viaggiare con lui sul Tardis, forse a questo non aveva mai pensato il suo
alterego.
“Non è un problema, davvero.” La tranquillizzò invece
lui. Rose gli sorrise nuovamente. Forse quello era un buon momento per
chiarirsi, non avrebbe dovuto aspettare ancora, doveva parlarle. Stava per
farlo, ma a loro si avvicinò Pete con altre persone, ansiosi di parlare con
lei. Dopo averli salutati, maledicendo mentalmente il tempismo di Pete, decise
di allontanarsi.
Diede un’occhiata attorno a sé, nella speranza di
vederlo, voleva parlare un po’ con lui, con tranquillità, senza che nessuno
potesse interrompere la loro discussione, ma ero scomparso, dileguato in mezzo
a tutta quella folla.
Si avvicinò a Ianto che parlava con Chris. Lei non aveva
più voluto rivolgergli la parola, si era sentita tradita da quello che
considerava un buon amico.
“Ianto.” Chiamò la ragazza avvicinandosi, interrompendo
la discussione dei due.
“Scusa, ma hai visto il Dottore per caso?” chiese con
calma sorridendo.
“Ehm non mi sembra.” Rispose un po’ a disagio, Rose si
morse il labro inferiore guardandosi ancora attorno.
“Dove diavolo può essere andato?” si chiese a voce alta,
guardando ancora attorno.
“Credo che sia salito sul tetto.” Rispose invece Chris,
la ragazza annuì senza guardarlo in viso.
“Grazie.” Disse semplicemente allontanandosi, ma lui la
fermò.
“Rose, aspetta, vorrei parlarti.” Disse afferrandola per
un braccio.
“Non abbiamo niente da dirci, mi dispiace.” Continuò lei
con freddezza, voleva solo parlare con il Dottore, non voleva altro.
“Ti prego.” La supplicò lui.
“Devo trovare il Dottore.” Insistette lei, ma lui si
avvicinò senza lasciarle il braccio.
“Ti prego Rose, cerca di capire, io lo fatto per te … per
vederti felice.” le disse con calma in un sussurrò.
“Per essere felice io ho bisogno di lui.” Rispose semplicemente,
si liberò della sua presa e andò via.
Uscì di corsa dalla sala, sperando di evitare altre noie.
Andò sul tetto senza preoccuparsi del freddo che c’era, e del suo vestito non
molto adatto alle temperature. Lo trovò proprio lì, con il naso all’insù, le
mani in tasca, il papillon ormai disfatto, senza un adeguato soprabito, non
curante del freddo che c’era quella notte.
“Trovato qualcosa d’interessante?” gli chiese cauta.
“Niente di particolare, il cielo è coperto da nuvole.”
Rispose senza guardarla, non poteva certo dargli torto per questo, lo aveva
spinto a una decisione tremenda, ma più di tutto la preoccupava che quel
maledetto alieno gli aveva mostrato i suoi dubbi e le sue incertezze sul loro
rapporto.
“In questi giorni
non abbiamo avuto modo di parlare.” Aggiunse lei con calma, voltandosi verso di
lui.
“Già, credo che dovremmo.” Continuò sospirando, in quei
giorni avevano ricominciato a comunicare, scherzava con lei, ma non la guardava
mai negli occhi ed evitava di rimanere per troppo tempo da solo con lei.
“Mi dispiace per quello che ti ho fatto fare.” Si scusò
con calma, ma lui continuava a non guardarla.
“E mi dispiace per quello che hai visto.” Continuò
sapendo che questo lo aveva ferito più di ogni altra cosa.
“Pensi che andrò via?” le chiese direttamente, voltandosi
per la prima volta verso di lei e guardandola fisso negli occhi. Non voleva
rivelargli la verità, non voleva ferirlo ulteriormente, ma sapeva che non
sarebbe stato giusto non dirgli niente.
“Si.” Rispose sinceramente, il Dottore abbassò lo sguardo
come se si aspettasse quella risposta. Quanto si odiava per quello, quanto
voleva solo dimenticarsi tutto e ricominciare da zero, soffocando quella sua
paura.
“Sono sicuro che possa ripeterti che rimarrò qui, ma
questo non basterebbe.” Disse con convinzione. Voleva dirgli che non sarebbe
stato sempre così, che lei si sarebbe fidata, ma sarebbe stato come mentirgli.
Si avvicinò a lei, mentre prendeva qualcosa dalla tasca
interna della giacca.
“Tieni!” disse mostrandole un oggetto che lei aveva già
visto.
“Questo … questo è il salto intergalattico.” Chiese
conferma.
“Perfettamente funzionante.” Rispose lui.
“Mi è arrivato in una busta anonima il giorno in cui tu sei stata male.” Iniziò a
spiegarle, Rose aggrottò la fronte non capendo.
“Non sai chi l’ha mandato?” chiese ancora, ma lui scosse
la testa.
“So solo che con questo potrei andare via, in qualsiasi
posto.” Disse con calma fissandola.
“Chris aveva ragione.” Continuò, Rose deglutì lentamente,
e fece un passo indietro, aspettandosi il peggio.
“Ho viaggiato per la maggior parte della mia vita.”disse
e alzò gli occhi al cielo.
“Ho visto posti meravigliosi che sanno lasciarti senza
fiato. Posti che la tua mente non riuscirebbe a immaginare.” Spiegò con la voce
carica di emozioni, Rose abbassò lo sguardo, respingendo le lacrime che
premevano per uscire.
Improvvisamente il Dottore strinse il salto
intergalattico e lo lanciò nel vuoto, Rose lo guardò confusa.
“Quei posti di cui ti parlo, i posti che ho visto, in cui
siamo stati, non sono così meravigliosi se tu non sei accanto a me.” Le disse
con dolcezza, Rose si lasciò sfuggire una piccola lacrima.
“Rose” la chiamò con dolcezza mentre le asciugava la
lacrima, la guardò fissa negli occhi e sorrise dolcemente.
“Svegliarmi ogni mattina, con te accanto, crescere una
famiglia insieme, ma soprattutto invecchiare con te.” Le disse prendendole la
mano.
“Per tutto il tempo in cui abbiamo viaggiato insieme, non
ho desiderato altro che questo.” Continuò, Rose abbassò la testa e chiuse gli
occhi respirando lentamente, tentando, inutilmente di rimanere calma.
“Non sarà sempre facile, ci saranno dei giorni in cui
vorrai andare via, in cui il desiderio di correre tra le stelle sarà più forte
di ogni altra cosa.” Disse lei ormai sopraffatta dalle sue paure e dalle
lacrime.
“Ci sarà il momento in cui tutto questo non ti basterà
più, in cui io non ti basterò più.” Continuò non riuscendo più a fermare quei
pensieri e quelle lacrime. Il Dottore si piegò e le sussurrò una cosa
nell’orecchio, Rose rabbrividì e spalancò gli occhi, aveva un suono
particolare, un suono che aveva sentito solo una volta e continuava a
riecheggiare nella sua mentre, il suono di quella parola le riempì il cuore e
la mente. Lo guardò cercando di rimettere in ordine i suoi pensieri, rendendosi
finalmente conto che quello era il più grande segreto del Dottore.
“C’è un solo motivo per cui direi il mio vero nome a
qualcuno.” Le disse guardandola negli occhi. Lei non riusciva a dire niente, lo
guardava solamente, il viso bagnato dalle lacrime e il labbro che ancora le
tremava, nella sua mente confusione, ma il suo cuore, il suo cuore aveva
cancellato ogni dubbio, ogni incertezza della loro relazione, solo al sentire
quella parola.
“Tra noi non è mai stato facile, e adesso non ho alcuna
intenzione di arrendermi con te.” Le disse sorridendo quasi in tono di sfida.
Dal cielo iniziarono a scendere dei leggeri fiocchi di
neve, i due si guardarono attorno, la città di Londra, illuminata dalle luci di
Natale, veniva ricoperta pian piano di quella leggera coltre bianca.
Rose sentì un braccio del Dottore cingerle la vita, si
ritrovò a pochi centimetri dal suo viso, nei suoi occhi vide tanto amore e
tanta passione.
“Rose Tyler, Ti amo!” Le disse in un sussurro facendola
tremare. Prima che potesse rispondergli o dire qualcos’altro il Dottore la
baciò con passione. Si sentì stretta a lui quasi disperatamente. Rispose a quel
bacio e con la stessa passione si aggrappò al suo corpo, proprio come quella
volta sulla spiaggia, quando lui le aveva detto di amarla per la prima volta,
ma adesso quelle parole assumevano un altro significato, tutto era diverso,
adesso era più sicura di quello che sarebbe stato, adesso sarebbe stata in
grado di affrontare le sue paure, con lui accanto. Finalmente avrebbero avuto
il loro “per sempre” insieme, come era giusto che fosse.
Fine
Note Finali e
ringraziamenti: Volevo che
la scena finale fosse ambientata a Natale, per riprendere un po’ il finale di
Christmas Invasion (tra le mie scene preferite tra Ten e Rose), perché quello è
il momento in cui Rose accetta completamente il nuovo Dottore, e ho pensato che
sarebbe stato un buon inizio anche per la sua nuova vita con questo Dottore
umano.
Voglio
ringraziare tutti voi che avete avuto la pazienza di seguire questa storia, non
avrei mai pensato che sarebbe piaciuta così tanto, e spero tanto che il finale
non deluda le vostre aspettative. Ringrazio tantissimo fenili che mi ha fatto da beta per questi ultimi due capitoli,
e ringrazio ancora tanto le vostre recensioni che mi hanno fatto andare avanti.
Detto
questo, vi saluto, a presto, anche perché c’è ancora la terza stagione che devo
concludere.
Un bacio a
tutti voi
KillerQueen86