∙NdA:
1)
Pensavo che il fatto ogni tanto Silente chiami Severus
“ragazzo mio” fosse un’invenzione dei
Fanwriters, rileggendo alcuni dialoghi mi sono accorta che
effettivamente a
volte questa cosa sdolcinata ci scappa. Che carini *_* .
2)
Qua e là, in corsivo, ci sono i pensieri di Severus.
3) Informazioni”
ripetè Piton. “Ti fidi di lui…e non di
me.
Sempre dal capitolo “La Storia del Principe”.
4)
Sostengo, come molte autrici di cui ho letto, che se Albus sembra il
padre di qualcuno non è dello
sfigato di
Harry. Suvvia il rapporto padre-figlio dell’intera saga si
basa su Silente e Severus (che quindi sono anche amici)! Da questa
malsana convinzione l’idea sull’utilizzo di questa
citazione^^. E dal fatto che sembra regnare la convinzione che Albus
abbia chiesto a Severus solo di ammazzarlo. Il vecchietto sadico ha
sempre fatto affidamento sul povero professore, lui era la mente e
Severus il braccio.
Il mio amico non mi dava mai
spiegazioni
By Jillien
Flash
n°1
Primo
Anno, Pedinamento.
[Silente
girò una pagina e aggiunse, sempre senza guardarlo:
“Tieni
d’occhio Raptor, d’accordo?”
Harry
Potter e i Doni della Morte Cap XXXIII]
“Se
hai dei dubbi su di lui, Albus, sono certo che potrai accertarti di
persona delle sue intenzioni, anche senza il mio contributo”.
Severus
Piton sedeva in una delle grandi poltrone davanti alla scrivania di
Albus Silente, un bicchiere di Whiskey in mano e
un’espressione annoiata sulla faccia. Non solo era stato
strappato dal freddo dei suoi sotterranei, ma il motivo della sua
convocazione era talmente futile da indurlo a pensare che il Preside lo
avesse confuso con una balia.
“Sai
bene che non potrei avvicinarmi senza insospettirlo”.
“Quell’idiota
balbuziente non si insospettirebbe nemmeno se lo legassi alla sedia e
lo costringessi ad ingoiare una fiala di Veritaserum”
strascicò prendendo un altro sorso della bevanda ghiacciata
nel bicchiere “certo così potresti causargli danni
irreparabili al cervello, ma non credo che qualcuno se ne
accorgerebbe”.
Albus
unì le punte delle dita davanti al volto, un guizzo degli
occhi azzurri sembrava suggerire che fosse intimamente divertito dalle
parole dell’uomo davanti a lui.
“Severus,
per favore; del resto ti sto chiedendo di fare qualcosa che, ne sono
certo, non ti causerà troppi dispiaceri. Seguilo
e osservalo, controlla se si comporta in modo strano –
più del solito - e vienimelo subito a riferire. Se
necessario puoi anche metterlo alle strette, come dicono i giovani
d’ adesso”.
Severus
ingoiò tutto il liquido che era rimasto nel bicchiere e fece
forza sulle braccia per alzarsi. Davvero, quelle poltrone erano enormi
e rendevano estremamente difficoltoso il riuscire ad alzarsi facendo
leva solo sulle gambe.
“D’accordo
Albus, anche se preferirei sapere il motivo per cui devo sprecare il
mio prezioso tempo dietro quell’incapace”.
Un
mezzo sorriso e uno scintillio di quegli occhi così caldi
gli assicurarono che il suo lavoro sarebbe stato del tutto privo di una
spiegazione, del resto non era la prima volta che il Preside richiedeva
il suo aiuto senza dire cosa mai si celasse in quel cervello
macchinoso. Posò il bicchiere ancora freddo sulla scrivania
e uscì per dirigersi verso i suoi amati sotterranei, deciso
a miscelare qualche pozione e a non pensare ai motivi che avevano
spinto il Preside a richiedere i suoi servigi. Anche in
virtù del fatto che non glieli avrebbe mai detti, ovviamente.
Il
mio amico non mi dava mai delle spiegazioni.
Mon ami ne m'a jamais donné aucune
explication.