« Ognuno è solito definire barbarico ciò
che non rientra nei propri usi e costumi. »
Charles-Louis de Secondat
Inconcepibile.
Il Congresso delle Nazioni era da poco finito. Camminando di buon
passo, Arthur Kirland attraversò il corridoio stretto e
silenzioso in un paio di minuti e fu fuori. Visto da lontano, ai piedi
della tenuta, Francis Bonnefoy disegnava una specie spirale invisibile
sulle guance paonazze del Nord Italia. Lo stava salutando. Anche se, a
giudicare dalla quantità di volte in cui le labbra avevano
schioccato sulla fronte del povero italiano, sembrava che
metà della sua bocca fosse rimasta appesa alla faccia di
Feliciano con l’ausilio di un filo invisibile. Buon Dio,
quell’uomo aveva più malizia in un solo
sopracciglio che la maggior parte della gente in tutto il corpo.
Dannato barbaro, pensò il biondo con una punta di fastidio.
Dannato barbaro buono a nulla, si corresse quasi subito.
- A’ la prochaine. – si congedò il
francese.
Feliciano, ormai di spalle, sventolò in aria una mano a
mo’ di saluto.
Arthur si chiuse la porta alle spalle. Poi prese il paltò,
il cappello e la vecchia valigetta e si avviò verso
l’uscita. Non appena fu ai cancelli, Francis si
voltò con una velocità sorprendente e sorrise in
maniera quasi innaturale. Con un po’ di fantasia, forse, le
labbra avrebbero potuto tranquillamente coprire l’intera
circonferenza della sua testa.
- Oh, Arthùr! Te ne stai andando? -
E, per un solo attimo, Arthur Kirkland osò sperare.
- Non sai che è buona educazione salutare, prima di
congedarsi? -
Ma persino Dio avrebbe ben poche possibilità con i costumi
di un maledetto barbaro.
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Chiunque sia stato il pazzo che finora ha sostenuto
che leggere faccia bene all’animo cortesemente si impicchi.
Corda e eventuali ve li passo io.
Per distrarmi dalle troppe idee che ultimamente mi sono venute in
mente, tutte rigorosamente non-scolastiche, qualche giorno fa ho
pensato di darmi a delle buone letture.
Montesquieu, ho detto,
che male potrà mai farmi?
, ho ingenuamente pensato.
Oh, beata innocenza.
Sapete che ha scritto un’opera intitolata “I miei
pensieri”, vero?
E sapete anche che, nella suddetta, tratta di varie popolazioni, fra
cui francesi, inglesi e italiani? Non lo sapete? Be’,
sapevatelo, neanche io lo sapevo.
Ma ora mi son acculturata, decisamente con poco, mi son riempita di
spirito vitale e… e… * scoppia in lacrime
ho avuto una nuova idea. ç_ç
Questa che avete appena a letto, a grandi linee.
Più altre tante, tante, tante storie.
Perché al peggio non
c’è mai limite.
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