Pigmalione

di Smeralda Elesar
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Dum stupet et dubie gaudet fallique veretur,

Rursus amans rursusque mano sua vota retractant.

 

Mentre si stupisce e gioisce esitante e teme di ingannarsi,

l’amante tocca più e più volte con le mani l’oggetto del suo desiderio.

 

(Ovidio – Metamorphosis X)

 

Una volta arrivati a casa di Camus i due rimasero a guardarsi impacciati.

Ognuno aveva mille cose da dire, ma aveva anche una paura folle di come avrebbe reagito l’altro.

Alla fine fu Milo a rompere il silenzio.

 

:-Signor Lavoie, visto che lavoreremo insieme almeno per un po’ di tempo… posso chiamarla Camus?-:

 

:-Certo che puoi, Milo-:

 

Ebbero entrambi un sussulto di felicità, Milo perché poteva finalmente pronunciare quel nome tanto

desiderato e Camus perché sentire Milo che lo chiamava per nome lo avvicinava ad uno dei suoi sogni.

Decise di rischiare un po’.

 

:-Milo, noi… non ci siamo già visti per caso? Perché io ho l’impressione di… conoscerti molto bene, ecco-:

 

Milo lo guardò un attimo sorpreso.

 

:-Sì, anche io ho questa impressione. Io ti ho già conosciuto-:

 

Stranamente in quel momento Camus ricordò qualcosa a proposito di “conoscere” com’era inteso nella Bibbia.

 

“Non essere blasfemo!”

 

Si rimproverò mentalmente.

Però quello sembrava tanto un segno, e lui decise di buttarsi, come dire o la va o la spacca.

 

:-No, dico sul serio, Milo, noi ci siamo incontrati. Vieni, devi vedere una cosa-:

 

Milo lo seguì in camera da letto e si affacciò alla finestra che Camus gli indicava.

 

:-Ma… ma quello sono io!-:

 

Esclamò sconvolto.

Camus si impose di guardarlo negli occhi.

 

:-Sì, sei tu. Ed è così che ti sogno ogni notte da quasi un mese ormai-:

 

:-Ma allora sei proprio tu!-:

 

Gridò Milo.

Era felice come non mai, quando tornava ad Atene doveva ricordarsi di dare un bacio a Saga per averlo spedito

a trovare il suo amore in mezzo ad una distesa di ghiacci.

 

:-Vieni! C’è una cosa che anche tu devi vedere!-:

 

Sfilò dallo zaino la carpetta con i disegni e la diede a Camus.

 

:-Avanti, aprila!-:

 

Camus eseguì e rimase ancora più sconvolto del suo ospite: nella carpetta c’erano tutti i disegni che lo ritraevano,

ordinati dal più vecchio al più recente, e lui poté seguire tutte le tappe che avevano portato Milo a scoprirlo poco

a poco, fino ad arrossire nel trovarsi davanti le immagini di se stesso nudo.

 

:-Aspetta, questa voglia all’interno della gamba… nessuno sa che ce l’ho! Allora tu mi hai visto!-:

 

Esclamò Camus imbarazzatissimo.

 

:-Hem… ecco… non ti ho solo visto…-:

 

 

 

 

Corpus erat: saliunt temptatae pollice venae.

[…] oraque tandem

Ore suo non falsa premit.

 

Era vero corpo! Le vene pulsano sotto la pressione del pollice

e con le sue labbra preme una bocca non falsa

(Ovidio – Metamorphosis X)

 

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Bene, finalmente dopo mesi e mesi ho portato a termine questo trittico!  Sursum corda!

Che non vuol dire “prendete la corda” è_é magari per impiccare Mako che ha lasciato in sospeso la storia

per troppo tempo XD

 

 

 

 

 





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