Running with the Wind

di Lucii
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Correvo. Correvo a perdifiato, senza sapere con esattezza dove stessi andando.
Non avevo una meta precisa; Mi bastava correre.
Evadere da quella vita, divenuta ormai monotona e priva di senso. Ricominciare tutto da capo.
Abbandonare le vecchie abitudini, la vecchia casa dei nonni, i vecchi amici, la vecchia scuola.
La vecchia vita.
Ero pronta, decisa a lasciarmi tutto alle spalle, senza alcun rimpianto. Senza rimorsi.
Stavo attraversando una sconfinata radura, illuminata dai raggi del sole che facevano capolino fra le vaporose nubi bianche. Non c'erano ostacoli sul mio cammino; solo un paio di giovani e fragili arbusti. Vi era anche qualche chiazza di margherite azzurre qua e là.
Azzurre?  Da quando in qua le margherite erano del colore del cielo?
Non m'importava; continuavo a correre spensierata.
Sentivo l'aria fresca travolgermi il volto e disordinarmi i riccioli ramati. Sentivo solo il rumore del mio respiro affannato. Ed il canto degli uccellini, in sottofondo.
Oh, adoravo quella soave melodia fatta di cinguettii acuti e vivaci. Era assai piacevole udirla.
I miei passi erano silenziosi ed aggraziati, scattanti. Non inciampavo nemmeno, nel lungo abito color panna, che svolazzava nel vento e si intrecciava alle mie gambe.
                                                     
All'improvviso, sentii qualcosa bloccarmi, cingendomi le spalle: due mani.
Quella poggiata sulla destra, aveva una presa ferma, ma delicata; era molto curata e femminile, con un tenue smalto color perla.
Quella sulla sinistra, invece, aveva una presa più forte e decisa, virile.
-Mamma, Papà!- Esclamai sorpresa -Ma che..
-Tesoro, fermati. Dove stai andando?
-Lontano da qui.
Guardai giù: l'enorme prato si era trasformato in un ripido dirupo roccioso, che terminava direttamente nelle acque gelide dell'oceano; l'idea di buttarmi dentro era spaventosa , ma mi affascinava incredibilmente.
-Resta qui, non tuffarti. Pensa ai tuoi amici..- Supplicò mia madre; mio padre aggiunse:
-E pensa ai nonni!
-I miei ‘amici’ staranno benone. I nonni li chiamerò tutti i giorni.
Con uno strattone, riuscii a liberarmi dalla presa dei miei genitori.
-Non c'è più niente che mi tenga legata a questo posto, Niente!   Voi mi avete abbandonata!
Gli urlai, prima di buttarmi nel profondo abisso; ero ansiosa di sentire i miei capelli, la mia pelle, il mio abito completamente bagnati dalle acque dell'oceano. Non ascoltai la loro risposta. Sempre che me ne avessero data una.
 
L'impatto con l'acqua mi fece sobbalzare.
 




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