Stratagemmi

di cassiana
(/viewuser.php?uid=29360)

Disclaimer: questo testo è proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Stratagemmi



III. Con ordine, affronta il disordine; con calma, l’irruenza. Questo significa avere il controllo del cuore


       
    Napoleone non aveva grandi vizi. Piccole manie, certo, come quella che lo costringeva a masticare vecchi calzini. Paure più o meno stupide come quella per i tuoni, era quasi inevitabile. Ma brutti vizi, quello no. Tranne la sua resistenza quando si trattava di fare il bagno. Mentre a Garibaldi bastava passare il becco sulle piume più volte al giorno per far risplendere il piumaggio e mentre Wellington trascorreva ore ed ore a leccarsi il pelo per essere sempre impeccabile, Napoleone soffriva per un mantello ruvido e che si sporcava con facilità. Così il Professore aveva particolare cura nel cercare di tenerlo sempre pulito spazzolandolo a lungo. Quel rituale, adorato da Wellington, era sopportato da Napoleone con un ostile rassegnazione. Detestava quando il pettine tirava i nodi che si formavano nel sottopelo, o quando il Professore doveva strappargli via tutte le schifezze che raccoglieva nelle sue passeggiate al parco. Peggio ancora quando l’uomo passava con una pinzetta e schiacciava le zecche che si annidavano nel pelo scuro. Ma la vera tragedia era fare il bagno. Napoleone cominciava ad uggiolare sin da quando scorgeva il Professore con un vecchio paio di pantaloni e una brutta maglietta, segno inequivocabile che non aveva importanza rovinarsi i vestiti. Wellington ad ogni buon conto si arrampicava sulla libreria ed osservava le operazioni dall’alto. Garibaldi gracchiava volando in circolo e sembrava voler deridere Napoleone. Il cane da parte sua puntava ostinato le lunghe zampe mentre il Professore lo tirava per il collare. Era quello il momento in cui doveva far sfoggio di tutto il suo potere di maschio alfa. Appoggiava le mani ai fianchi e con tono fermo richiamava il cane. Napoleone non poteva far altro che prostrarsi a terra e sottomettersi. A quel punto il Professore gli ordinava di andare verso il bagno e Napoleone mogio, con la testa bassa e la coda fra le gambe non poteva far altro che ubbidire. Wellington nel frattempo si voltava per non dover vedere l’umiliazione del compare e si metteva a sonnecchiare. Garibaldi invece seguiva la coppia in bagno dove si consumava l’ultimo e ancor più umiliante atto della sottomissione di Napoleone.






Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=678577