1
ATTENZIONE: Questa storia
sarà aggiornata 2 volte alla settimana, il Lunedì e il Venerdì.
Regalo: sistemato.
Biglietto: sistemato.
Scatola: sistemata.
Vestito: sistemato.
Cervello: in via di sistemazione.
Ansia: fuori controllo.
Un respiro profondo, due respiri profondi, cento respiri
profondi.
Nei film di solito sembrava tutto più divertente.
Come un gioco.
Sentii la porta di casa aprirsi e smisi di respirare
nascosto dentro allo sgabuzzino delle coperte.
I passi di Jude si avvicinarono e allontanarono verso la
cucina.
“Tom?”. Respirai lentamente per non soffocare, in quello
sgabuzzino c’era aria a sufficienza e soprattutto lo spiraglio sotto la porta
mi permetteva di avere un circolo d’aria minimo. “Tom, amore dove sei?”. Chiusi
gli occhi per non risponderle.
Doveva essere una sorpresa.
“E questo?”. La voce di Jude, mi sembrò divertita.
Forse aveva trovato tutto.
Ridacchiò spostando una sedia.
Stava leggendo il biglietto.
“Tom, ovunque tu sia sei uno stupido! Non mi vesto da cat woman!
Pensavo di aver soddisfatto tutte le tue fantasie!”. Continuò a ridere e
ridacchiai sottovoce anche io.
Non aveva finito di leggerlo.
“Lo so che oggi è il 15 febbraio, li vedo anche io i
calendari”. Continuava a commentare il biglietto che le avevo lasciato
aiutandomi a capire a che punto era arrivata.
“Ma perché devo vestirmi da cat woman? Potresti uscire? O
sei tornato da tuo fratello?”. Cominciò a camminare per casa e improvvisamente
un brivido freddo mi scosse.
Se mi avesse trovato, la sorpresa non sarebbe più stata
tale.
“Va bene, ma poi per favore vieni fuori che ti devo parlare.
Ho voglia di vederti”. Jude era la donna che tutti avrebbero voluto.
Soprattutto quando, per farmi cedere, usava quella voce che
mi faceva eccitare senza vederla.
“Vado a vestirmi, o spogliarmi visto il piccolo costume, in
bagno. Mi piacerebbe trovarti qui quando esco”. Ancora quella voce.
Sentii la porta del bagno chiudersi e aprii velocemente la
porticina dello sgabuzzino per uscire.
Mi precipitai fuori dalla porta del bagno facendomi lo
sgambetto da solo e cadendo quasi addosso alla porta.
Di certo Jude mi aveva sentito.
“Bene, almeno sono sicura che sei qui fuori, un ladro non fa
tutto quel rumore”. Ridacchiò da dentro il bagno e sentii il rumore di una zip
che si alzava.
Uno stivale probabilmente.
Presi un respiro profondo e chiusi gli occhi prendendo la
scatolina in mano e aprendola davanti a me.
Forse era un’idea stupida.
“Guarda che esco, sarà meglio che tu abbia una spiegazione
decente perché le tette faticano a rimenare dentro questa…”. Aprì la porta con
un sorriso che si spense non appena i suoi occhi si posarono sulla scatolina.
“…cosa”. Fissò l’anello tra le mie mani immobile, in piedi davanti a me,
vestita da cat woman.
“Jude McAdams”. Schiarii la mia voce tremando leggermente.
“Vorresti sposarmi?”. La fissai negli occhi e continuò a rimanere immobile.
Mi aspettavo qualche altra reazione.
Un si urlato e subito un bacio.
Un sorriso enorme.
Magari uno svenimento.
Continuava a rimanere immobile.
“Jude?”. Cominciò a balenarmi nella mente che forse avevo
rovinato tutto, forse Jude non voleva sposarmi o peggio magari aveva preventivato
di vestirsi da cat woman per del sesso d’addio.
Sentii qualcosa di umido sulla mia mano e tornai a guardare
i suoi occhi.
Stava piangendo.
“Lo sapevo, non dovevo farlo”. Mi alzai chiudendo la
scatoletta frustrato e mi girai per cominciare ad ammucchiare le mie cose.
“Tom…”. Sembrò un sussurro.
Mi girai di colpo e tornai a fissare Jude che stava ridendo
nervosamente.
“Mi dispiace, io non ho più ragionato”. Scossi la testa
avvicinandomi a lei.
“Fammi vedere”. Segnò con il mento la scatolina e gliela
posai tra le mani. “E’ bello”. Si asciugò una lacrima con la mano e tornò a
guardarmi. “E’ bello come te”. Mi sorrise accarezzandomi una guancia.
Perché non mi diceva che era finita?
Mi stava illudendo.
“Avanti, dimmi che è finita”. Alzai le spalle sconfitto.
Mi sembrava che fosse tutto perfetto tra noi.
Dopo il ‘ti amo’
ci eravamo avvicinati ancora di più, avevamo imparato ad amarci e a conoscerci;
quando le cose erano cambiate?
“E’ bello come questa strana proposta di matrimonio”.
Sorrise di nuovo segnando il vestito che faticava a coprire la sua quinta piena.
“Ma?”. C’era un ma in arrivo, ne ero sicuro.
“Ma non riesco a capire perché oggi. Ieri era san Valentino
e non abbiamo festeggiato, almeno non con fiori e cioccolatini”. Abbassò lo
sguardo imbarazzata per poi tornare a fissarmi.
“Perché una volta, una ragazza di cui sono innamorato mi ha
detto che odiava le feste e che avrebbe detto di no ad una proposta fatta il
giorno di san Valentino”. Alzai le spalle sfinito, come se avessi nuotato per
ore.
“Quella ragazza aveva la febbre. Quella ragazza ti avrebbe
detto di si ieri, anche se glielo avessi chiesto in un ristorante di lusso”. Un
timido sorriso si posò sulle sue labbra e tornò a guardarmi negli occhi.
“Perché oggi è no?”. Non ero nemmeno arrabbiato, ero vuoto,
senza sentimenti.
“Vedi? Gli uomini non ascoltano mai le donne quando
parliamo”. Alzò gli occhi al cielo gesticolando.
“Che cosa vorresti dire?”. La fissai posando la schiena
sullo stipite di una porta.
“Che io non ti ho ancora risposto”. Alzò le spalle ovvia
toccando con la punta dell’indice l’anello.
“L’hai fatto. Non mi hai risposto quando te l’ho chiesto”.
Alzai le spalle ovvio e Jude cominciò a ridere.
“Sai perché ti amo? Perché sei la mia castagna! Sei l’unico
che capisce una cosa al posto dell’altra e sei l’unico che non ha capito che se
prima mi sono messa a piangere era perché mi hai colto di sorpresa facendo la
richiesta di matrimonio più strana che ci sia mai stata. Mi hai fatto vestire
da cat woman e mi hai chiesto di sposarti fuori dal bagno, secondo te è una
cosa che succede sempre?”. Divertita si avvicinò di un passo.
“No, volevo fare una cosa speciale, speciale come te”. Come voi, aggiunsi mentalmente.
“Thomas Sidney Jerome Sturridge, è si fuori da questo bagno
e sarà si in ogni luogo”. Sorrise baciandomi le labbra e risposi per qualche
secondo, giusto il tempo che le sue parole impiegarono per arrivare al mio
cervello.
“Vuol dire che mi sposi?”. Mi staccai dalle sue labbra con
un sorriso idiota stampato in faccia.
Annuì ridendo e tornai a baciare le sue labbra
abbracciandola.
“Dobbiamo festeggiare, dov’è lo champagne?”. Lo ridacchiò
trascinandomi in cucina e le presi un polso fermandola.
“Non l’ho preso. Ho in mente un altro modo per festeggiare”.
Feci scorrere la mia mano lungo il suo fianco fino ad arrivare a Mandy.
“Sei un ninfomane, lo sai?”. Lo mugolò avvicinandosi a me e
baciandomi il collo.
“Io? Probabile! Ma devi esserlo anche tu perché, insomma…”.
Alzai le spalle prima di prenderla in braccio per andare verso il letto.
“Ad una condizione!”. Jude lo urlò ridendo quando le morsi
un fianco dopo averla lanciata sul letto.
“Cosa? Quale?”. La guardai confuso non capendo a cosa si
riferisse.
“Ti sposo ad una condizione! Anzi, due”. Si avvicinò a me
camminando sulle ginocchia e lentamente le sue mani corsero a togliermi la
maglietta.
“Tutto quello che vuoi”. Strusciai il viso sulla sua mano e
la vidi ridacchiare.
“Peach sarà la mia damigella d’onore ma Robert non sarà il
tuo testimone”. Le sue labbra cominciarono a baciarmi il collo e la mascella.
“Va benissimo”. Le sentii tendersi in un sorriso quando
arrivò al lobo dell’orecchio. “NO! Aspetta! Che cosa hai detto?”. La allontanai
per tornare lucido e la vidi fissarmi divertita.
“Hai già dato la tua parola, Tom Sturridge!”. Mi fissò
portando le mani dietro al suo collo, come se avesse cercato di sganciarsi il
costume.
Diamine, no!
Se avesse liberato Sandy e Mandy le avrei detto di si a
tutto!
“Aspetta! No! Non posso!”. La atterrai sul letto lanciandomi
sopra di lei e le posai le labbra sul collo.
“Non vuoi più sposarmi?”. Fece forza per cambiare le
posizioni e portarsi sopra di me.
“Si che voglio, ma non posso scegliere qualcun altro come
testimone”. Alzai le spalle accarezzandole la coscia coperta dalla tutina di
pelle nera.
“Ma lui e Peach si odiano!”. Lo mugolò baciandomi le labbra
dolcemente.
“Non si odiano, è tutto come ti ho già detto, del sano sesso
selvaggio”. Annuii baciandole le labbra e facendo scorrere la mia mano fino al
suo sedere.
“D’accordo”. Inarcò leggermente la schiena mugolando di
nuovo. “Ma se mi rovinano il matrimonio con i loro battibecchi io ti lascio”.
Sorrise sganciandomi i jeans e scossi la testa alzando gli occhi al cielo.
“Non ci pensiamo ora, ok?”. Ribaltai le posizioni baciandole
le labbra e annuì ridacchiando.
Quattro mesi dopo…
“E io non capisco perché lui! Lui!”. Peach segnò Robert
agitando la borsa verde.
“Perché è il mio migliore amico!”. La fissai assottigliando
lo sguardo e Rob ridacchiò.
“Io rimango, sono il testimone dello sposo! Potresti
andartene tu”. Rob guardò Peach con aria di superiorità peggiorando la
situazione.
“Sono la damigella d’onore della sposa, guarda un po’”. Il
sarcasmo si stava espandendo a macchia d’olio.
“Sentite, potreste andare d’accordo per un giorno?
Chiudetevi in uno sgabuzzino per venti minuti, calmate i vostri bollenti
spiriti con una bella botta e poi uscite con un sorriso. È il mio matrimonio e
se Jude scopre che state litigando mi lascia qui, al ristorante”. Li fissai
frustrato ed entrambi mi guardarono con la bocca spalancata.
“Capisco ora perché sei tanto amico di Robert. Siete volgari
e assolutamente immaturi!”. Peach sparì furiosa e cominciò a chiamare Jude dal
corridoio della villa.
“Idiota! Non succederà mai, ok? Peach l’acida è peggio di un
cane con le zecche, è da evitare come la peste”. Robert alzò le spalle e
strinsi il pugno trattenendomi per non colpirlo.
“Siete immaturi e stupidi! Vi attirate come due calamite! Se
solo non foste ciechi capireste che siete la coppia perfetta! Mettete da parte
l’orgoglio! E grazie per aver rovinato il mio matrimonio!”. Aprii le braccia
incamminandomi verso la sala con gli ospiti e notai subito che il posto di Jude
era vuoto.
“E’ andata di là”. Un ragazzo mi segnò l’altra ala della
villa e dopo averlo ringraziato cominciai a correre per raggiungerla.
“Jude?”. La trovai seduta con Peach a parlare e tirai un
sospiro di sollievo quando mi resi conto che non stava piangendo.
“Un attimo solo amore, arrivo subito”. Sorrise tornando a
parlare a Peach che annuì seria.
Che cosa stava succedendo?
Si alzarono entrambe assieme e dopo un abbraccio Jude mi
raggiunse regalandomi un bacio a fior di labbra.
“Che cosa ti ha detto? Di che cosa avete parlato?”. In fin
dei conti, come più volte avevo ribadito, la curiosità era anche Sturridge.
“Niente, solo un consiglio”. Jude alzò le spalle liquidando
la faccenda e seguimmo Peach nella sala da pranzo.
“Ehi, Peach Imogen Brand!”. Robert chiamò Peach con il nome
intero e tutta la sala si girò verso di lui che le si avvicinava a grandi
passi. “Credi che io sia come uno stupido, no? Credi che sia peggio di un cane
con le pulci, che sia odioso, che sia un bambino?”. La fronteggiò quasi
furioso.
Non avevo mai visto Robert in quello stato.
“Assolutamente”. Peach rimase immobile davanti a lui,
incurante di tutti gli sguardi puntati addosso a loro.
“Bene, allora guarda che cosa sa fare questo idiota”. Portò
una mano dietro la nuca di Peach e dopo averla attirata a sé la baciò.
Si sentì una risatina lungo tutta la sala e Jude di fianco a
me cominciò a ridere.
“Che cosa gli prende? Ma è scemo?”. Lo bisbigliai a Jude
spaventato dal comportamento idiota di Rob.
Avevo detto chiudersi dentro al bagno, non baciarla a forza
davanti a tutta la sala piena di invitati del nostro matrimonio.
“Allora?”. Quando Rob finì di baciare Peach le sorrise,
quasi da strafottente.
“Idiota”. Lo schiaffo di Peach risuonò su tutta la sala che
si ammutolì di colpo. “Non si bacia mai una donna di forza”. Un sorriso spuntò
sul suo volto e seriamente pensai di essere impazzito.
“Ma stanno diventando tutti pazzi?”. Fissai Jude per qualche
secondo e la vidi sorridere prima di posare una mano sul mio stomaco.
“Aspetta un secondo”. Lo sussurrò sorridendo ed entrambi
tornammo a fissare Rob e Peach davanti a noi.
Rob prese il polso di Peach e la attirò di nuovo a sé prima
di cominciare a baciarla di nuovo.
Impazzito.
Ecco che cosa era diventato a furia di girare film sui
vampiri!
Mi aspettai una ginocchiata di Peach all’amico di Rob, ma
non arrivò.
Le mani di Peach strinsero la camicia di Rob e salirono
lentamente alla sua nuca, poi si alzò in punta di piedi per riuscire a baciarlo
meglio.
“Sono tutti impazziti”. Sussurrai guardandoli e Jude di
fianco a me cominciò a ridacchiare.
“No, semplicemente avevi ragione”. Alzò le spalle
accarezzandomi i capelli e annuii.
“Certo, ho sempre ragione io”. Sorrisi e Jude alzò un
sopracciglio per farmi capire che avevo esagerato. “Quasi sempre”. Le baciai le
labbra sorridendo e Jude rispose al bacio.
“Sai, pensavo che siamo sposati.”. Accarezzò il profilo del
mio viso con la punta del naso e annuii.
“E allora? Io sono felice di avere te come moglie”. Strinsi
di più la sua vita avvicinandola a me.
“E se tra qualche anno, quando le mie tette che ti piacciono
tanto, toccheranno per terra perché sarò vecchia?”. Mi fissò preoccupata e
ridacchiai.
“Le tireremo su con un’impalcatura”. Sandy e Mandy sarebbero
sempre state benissimo.
Anche da vecchie.
In fin dei conti mi ero sposato come monogamo ma avevo un
harem per me: Sandy, Mandy e Jude, nessuno era più fortunato del sottoscritto!
Salve ragazze eccomi con
l’ultimo capitolo!
Be’ non potevo finirla di
certo in modo serio! :P
Prima di tutto: ‘Let me do my road trip’ è la os rossa del capitolo precedente!
Se volete farci un salto e
lanciare qualche pomodoro con le recensioni, per me non ci sono problemi! :P
Ringrazio ancora una volta Cris87_loves_Rob per avermi prestato
Peach! Se non l’avete ancora fatto, fate un salto da lei! :)
Poi poi poi, ringrazio
preferiti, seguiti, da ricordare, chi ha letto e chi ha commentato!
Un enorme grazie a tutte!
Se volete aggiungermi in fb
cercate ‘Roberta RobTwili’, sono io! :P
Di solito faccio
un’estrazione settimanale per un assegno di 500 € tra gli amici (si, magari!)
quindi se volete essere scelti potete richiedere l’amicizia, è gratis e ci saranno
in palio spoiler, foto e altro delle mie storie future!
Un bacione ancora e scusate
per la scemenza di questa storia! :)
A presto!
|