Sogni e Speranze

di winry8827
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Storia partecipante al contest “La memoria delle cose” indetto da NonnaPapera.

Autrice forum Efp: Gabby_8827
Nome autrice Efp: winry8827
Titolo raccolta: Sogni e Speranze
Titolo capitolo: L’infelicità velata
Personaggio: Quadro
Genere: Introspettivo
Rating: Verde
Avvertimenti: Raccolta di Flash/One-Shot
Lunghezza: 311 parole (solo il testo escluse note)
Pompt: Frase “Il lavoro del pittore non finisce col suo quadro: finisce negli occhi di chi guarda”

 
 
 





Sogni e Speranze
 
      

L’infelicità velata
       


Tutti mi guardano, fissano e scrutano, alcuni mi giudicano, chi in positivo chi in negativo, ma succede non si può piacere a tutti.
Non lo sopporto, non è giusto, io non sono fatto per essere guardato tutti i giorni.

Perché mi osservavo?Perché mi guardano?

Che stupide e inutili domande mi pongo, sono un Quadro e il lavoro di un pittore non finisce col suo Quadro: finisce negli occhi di chi guarda e molti lo fanno.

Cosa potrebbe fare la gente con un Quadro se non osservarlo? Ballarci?

Se ne andassero al cinema!

Non sopporto l’attenzione altrui, non mi piace essere continuamente scrutato.

Non vorrei essere criticato, ma nemmeno elogiato, vorrei –magari- essere compreso.
Non ho una guida che m’illustri, una targhetta o cartellino che mi spieghi.
E la gente come fa a capirmi?
Semplice, non lo fa. Nessuno mi comprende.

La mano che mi ha dipinto non è famosa, ma ciò non vuol dire che le persone che mi guardano non debbano cercare un senso in me.

Se mi osservassero attentamente, capirebbero ciò che rappresento,  vedrebbero nella ragazza con il cappellino giallo –ecco io sono lei, lei è me- il rossore sulle gote per la vergogna, lo sguardo imbarazzato e un velo di tristezza sul volto.
Lei ha appena conosciuto il suo promesso sposo.
È infelice.
Vorrebbe vivere la sua vita senza dover obbedire ai genitori, sempre e comunque.
Vorrebbe essere considerata una donna e non un oggetto da offrire al miglior offerente.

La sua infelicità è la mia, la mia timidezza è la sua.
Siamo la stessa persona, abbiamo gli stessi desideri, sogni e speranze.

Vorrei tanto non esser guardato tutto il giorno, magari qualcuno mi comprasse…
Vivrei così in una casa e sarei visto solo da chi la abita.
Pochi occhi ma comprensivi.

Vorrei solo che chi mi osservasse vedesse ciò che rappresento: l’infelicità velata di una giovane donna. 





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