Le strade di Buenos Aires erano come sempre piene di
macchine e passanti. Flor passeggiava per le strade
guardandosi attorno, tra le mani stringeva un giornale di annunci. Stava
disperatamente cercando un lavoro e vagava senza meta. Si imbatté in una grande
cancellata, alzò gli occhi e vide sventolare una bandiera gialla e bianca con
un simbolo. Premette il pulsante del citofono e quando un uomo grande dalla
pelle color ebano andò ad aprirgli la fece passare senza problemi. Stranamente la
giovane non disse nulla, si guardava intorno guardando ogni singolo oggetto con
grande stupore. Tutto era meraviglioso. Ogni cosa doveva costare un occhio
della testa. Varcò un portone e subito la luce la invase. Una scala di marmo
bianco fu di fronte ai suoi occhi:
“Ninì! Fortunatamente sei arrivata, l’ambasciatore ti cerca!”
una donna robusta dai capelli rossi le parlò e lei cercò di dire qualcosa
“Non dire nulla e spicciati!” rimbeccò la donna
Flor non riusciva a capire perché le
parlasse come se la conoscesse. E la donna aggiunse: “Ninì sei stralunata come
sempre!”e disparve dietro una porta bianca.
Si girò intorno e guardò il grande lampadario che le
penzolava sulla testa e una voce stridula la chiamò:
“Ninì! Si può sapere dove sei finita? Non capisco proprio perché
Tomas abbia deciso di tenerti qui all’ambasciata ma se fosse per me ti avrei
già cacciato, sei una buona a nulla, non sei capace di fare niente”
“Celina, non azzardarti a parlare
a Ninì in quel modo!” come al solito i due fratelli uniti nella cattiveria si
dividevano su Ninì. Ma Flor non ebbe il coraggio di
parlare, e vedendo che i due stavano litigando per una certa Ninì si allontanò
e corse nel giardino. Una piccola casetta, cosa c’era di più sicuro di una
casetta deserta? Vi entrò come se fosse un fulmine, e la sua sorpresa fu
immensa. Non poteva credere ai suoi occhi.
Non era possibile.
Un’altra lei?
Un’altra Flor.
La guardò dritta negli occhi. Aveva i suoi stessi immensi
occhi verdi. Il suo stesso colore dei capelli. Lunghi uguali, e il sorriso,
perfettamente uguale.
Si mossero insieme, e pareva quasi che fossero di fronte ad
uno specchio. Una era il riflesso dell’altra, solo che una indossava una gonna
verde corta con un po’ di volant e una casacca rosa e converse ai piedi, mentre
l’altra indossava una divisa da autista e teneva una parrucca in mano. All’unisono
gridarono:
“E TU CHI SEI?”
Solo in quel momento si accorsero di avere la stessa voce.
ANGOLO DELL’AUTRICE
Eccomi qui! Sapete perché ho deciso di scrivere questa cross
qualche cosa?,( non so come si scrive lo ammetto),mi mancavate troppo! Tutti!
Mi mancano coloro che leggono. Quelli che recensiscono,
quelli che dicono di farlo e poi per mancanza di tempo non lo fanno. Coloro che
mi aggiungono nei preferiti, o nelle scelte o più semplicemente nelle storie da
ricordare. Ma più di tutto mi mancava il vostro immenso affetto. Spero che vi
piaccia questo inizio, fatemi sapere cosa ne pensate!
Prometto comunque di aggiornare presto gli altri capitoli,
anche se non posso promettere di essere puntuale per via degli impegni! Un bacio
a tutti
Rospina