Dedico questa storia ad Hellister ed Anopticon
Devozione mortale
Anopticon era ormai il suo schiavo , Hellister ne traeva un sottile piacere.
Lei era la sua “malvagia padrona”, e lui strisciava voluttuosamente ai suoi piedi, legato.
Egli non avrebbe mai osato contraddirla.
Se gli avesse chiesto di togliersi la vita per farle piacere , lui non avrebbe esitato un istante ad obbedirle, solo per vedere negli occhi di lei il godimento , la piena soddisfazione.
Ormai da tempo, lei dettava le regole di quel gioco verbale perverso e allucinato , e ad entrambi sembrava andar bene cosi’.
Quel gioco era iniziato un po’ per caso ,mesi addietro , da uno scambio di recensioni alle storie che ciascuno dei due aveva pubblicato su un sito web.
Di certo i due non potevano però immaginare che la loro stessa perversione stesse alimentando la perversione di qualcuno che spiava il loro scambio di recensioni, da lontano.
In un luogo isolato dal mondo, Blue si accingeva a scrivere un’altra delle sue macabre storie.
Sin da quando aveva iniziato a scrivere, Blue si era resa conto che quelle che metteva nero su bianco non erano semplici storie, ma vere e proprie manipolazioni della realta’.
Da tempo leggeva le storie di Hellister ed Anopticon, e aveva sviluppato per loro una passione ardente e morbosa. Come se non bastasse era invidiosa marcia della loro intesa , e meditava di minarne la solidità.
Si decise ad un gesto estremo.
Voleva che entrambi si accorgessero di lei, della sua profonda ammirazione per le loro creazioni letterarie.
Si gettò a capofitto in quella che sarebbe stata la miglior prova di scrittura suggeritale dalla propria follia.
Il giorno seguente i giornali riportarono la notizia dell’esplosione di un casale abbandonato nella bassa bergamasca ( il luogo in cui Hellister aveva torturato Anopticon nel racconto di quest’ultimo, intitolato Il fascino discreto della tortura).
Persone rinvenute tra le macerie: un uomo già morto prima dell’esplosione , in un arnese di tortura chiamato culla di Giuda; una donna il cui unico vestiario era stato un paio di stivali che arrivavano fin sopra al ginocchio, dei quali ora non rimaneva che qualche brandello sparso qua e là; un’altra donna che, inosservata , aveva seguito gli altri due fino al casale, e aveva aspettato che tutto fosse silenzio per innescare dall’esterno, vicino all’entrata del casale, una bomba a mano. Sarebbe bruciata insieme agli altri, non senza che prima le si fosse disegnato sul volto un ghigno soddisfatto e sadico.
La terza persona era Blue, e lo scenario appena descritto era lo stesso che lei aveva voluto per il proprio racconto dedicato ad Hellister ed Anopticon.
Era bruciata con un ghigno perché aveva realizzato la propria massima aspirazione : vedere il frutto letterario della follia dei suoi eroi tramutarsi in una realtà che lei stessa avrebbe stravolto, entrandovi da perfetta intrusa, per unirsi a loro nell’eternità della morte.
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