Battito d’amore.
-Harry, sei ancora sveglio?-.
In realtà non era una domanda. Attraverso la sottile
luce della luna che penetrava dalle grandi finestre riusciva a vedere i suoi
innaturali scatti repentini: gettava via la coperta, poi si copriva fino al naso,
poi si girava…
-Non esattamente-.
Quel letto, a Grimmuld Place, era sempre stato scomodo.
- Come mai ancora sveglia!?!-
Harry voleva cercare di sembrare sarcastico, ma ci
riuscì male. Era una domanda così stupida…
Il loro rapporto era iniziato di colpo, così come era finito.
Così come lui aveva deciso di non tornare mai
più ad Hogwarts fino a quando non avrebbe avuto
in pugno quelle maledette Horcrux.
Poi però si erano ritrovati comunque…
era inutile starsene dai Dursley, la protezione di sua zia era oramai inutile e
l’Ordine della Fenice l’aveva accolto calorosamente, dopo la morte
di Silente, e di certo non poteva rifiutarsi di partecipare alle riunioni.
Per un po’ aveva messo da parte il conto in sospeso
con Ginny, ma vederla passare per i corridoi gli metteva un’irrefrenabile
voglia di abbracciarla e di baciarla, come una volta.
Non aveva il coraggio di ristabilire il loro rapporto: era
troppo pericoloso. E far morire un’altra delle
persone a cui teneva non era nei suoi programmi.
-Non saprei… Ma potrei farti
la stessa domanda…-
Il suo tono non aveva niente di allegro,
e nemmeno di spiritoso…
-Non me la fare, non ti risponderei comunque…-
Ginny sospirò. Il silenzio ripiombò tra di loro. Harry non voleva, ma doveva trattarla male per
proteggere la sua incolumità. Voldemort avrebbe saputo che le era cara,
se lui l’avesse anche sfiorata. Le sue
sensazioni e i suoi desideri oramai si rispecchiavano
nella mente dell’Oscuro.
-Ginny…- sussurrò Harry, come per indurla a
parlare, come se quel nome fosse la sua ossessione… perché la sua vita doveva essere definita da Lui?
-Harry, dormono tutti, posso dirti una cosa?-
Non voleva sentire quello che sapeva che Ginny gli avrebbe
detto. Ma allo stesso tempo il desiderio di ritrovarla
si fece strada nella sua mente.
All’inizio non rispose.
-Harry?...-
-Si..-
-Ti amo da morire. Ti ho sempre amato.-
-Non basta, non dirlo più ti prego.-
La sua era un’implorazione. Sentire
quelle parole lo rendeva ancor più pazzo di lei, ma era proprio questo
che non doveva accadere. E poi era vero… non
bastava… per Voldemort l’amore era un nemico mortale, quello che
gli aveva strappato dalle mani la vita dell’Harry neonato.
-Invece basta. L’amore
è più forte di Voldemort…-
Aveva imparato a pronunciare quel
nome… l’aveva fatto per lui.
Uno stormo di gufi passò sbattendo le ali contro le
impolverate finestre…il rumore interruppe il sapore della notte…
quel silenzio che dava tempo…
- Stà zitta. Non hai mai
saputo nulla…-
Faceva male. Eh, si se faceva male.
Faceva male per tutti e due.
-Non dire sciocchezze. Non cercare di offendermi. Harry, ti
prego.-
-Non mi pregare.-
La risposta secca cominciò a procurargli un leggero
bruciore agli occhi.
-Ti sto implorando…-
La voce di Ginny tremava… anche lei stava morendo.
Era incredibile quanto fossero vicini,
eppure tanta strada li divideva dal poter anche solo sfiorarsi…
Non poteva implorarlo. Non era lui che doveva implorare.
-Non è me che devi implorare.-
-Dimmi solo che anche tu mi ami e mi addormenterò
tranquilla.-
Quanto gli sarebbe costato quel “ti amo”?
Voldemort avrebbe captato le sue forti emozioni, non valeva
la pena rischiare.
-Te lo chiedo…come ultimo desiderio di noi.-
Harry spalancò gli occhi nel freddo buio. No, non
sarebbe stato l’ultimo battito del loro amore… non ora che aveva
trovato quello vero.
- Non sarà l’ultimo. Ti amo.-
Dentro di lui qualcosa si era liberato. Le paure erano
scomparse; il desiderio di riabbracciarla, di accendere una luce in
quell’interminabile notte si fece strada dentro
di lui.
Ginny versò una lacrima silenziosa.
-Se mi alzo e vengo lì da te
faccio l’errore più grande della mia vita. Ma
non m’importa.-
Harry avrebbe voluto fermarla, ma le parole non gli uscivano dalla bocca. Lei, d’altro canto, non
aspettò la sua risposta. Le tende del baldacchino si spostarono. Ginny
si sedette sul suo letto. Adesso sarebbe stata dura resistere.
Harry si alzò sui gomiti. Non vedeva nulla, ma
sentiva la mano di Ginny accarezzargli piano il viso.
Si sentì rassicurato e non ebbe il tempo di mettersi
seduto che Ginny lo respinse giù, baciandolo.
Quel bacio fu la liberazione del loro amore, a lungo
inutilmente represso.
Harry si sentì liberare da un peso, e circondò
Ginny con le braccia per godere pienamente di quell’attimo. Poi accese il
flebile barlume del lumicino alla sua destra. Adesso la vedeva…
era bellissima e felice.
E anche lui lo era, quando si
specchiava nei suoi occhi e vedeva in lei l’amore scoppiare e invadere il
suo cuore, che pian piano si stava sanando grazie ai suoi sorrisi, dopo che
Voldemort per 17 anni gliel’aveva ridotto a brandelli.
NDA: sn tornata! Ank se il
tempo è poco e i progetti sono altri, la ficcina
su hp esce sempre…
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